Conservatorio Catania, Lubiana e l’internazionalizzazione

Inaugurato l’anno accademico dell’istituto musicale al Teatro Massimo Bellini. Il messaggio del rettore Francesco Priolo: «La sinergia tra i due enti è in continua crescita per la riconoscente devozione all’illustre figlio di questa città»

L’internazionalizzazione non è più un sogno, ma una realtà per il Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania: la sua Orchestra Sinfonica, infatti, sarà a Lubiana per un concerto in quel Festival che, con i suoi settantadue anni, è il più antico d’Europa. E probabilmente anche il più importante.

È stato Darko Brlek, direttore generale e artistico del festival sloveno, a confermare la notizia durante un incontro con i giornalisti nell’auditorium dell’Istituzione musicale catanese, con una sottolineatura: «Siamo felici di accogliere l’Orchestra sinfonica del Conservatorio Vincenzo Bellini, che il 22 luglio darà vita a un grande concerto, inserito nel nostro programma che propone più di cento eventi come esibizioni di orchestre sinfoniche, ma anche musica da camera, opere, balletto». «Lubiana – ha concluso - è un luogo che consente di ascoltare musica da tutto il mondo».

Entusiasti del prestigioso traguardo raggiunto sia il presidente del Conservatorio, Carmelo Galati, sia il maestro Epifanio Comis, direttore dal 2019, e ha sottolineato «l’importanza di suonare con orchestre del calibro della London Symphony, del Maggio Fiorentino o della Filarmonica della Scala».

Galati, dal canto suo, ha confermato che uno degli obiettivi dell’Istituzione sta in una sempre più ampia internazionalizzazione e ha ringraziato la Regione Siciliana e gli sponsor che stanno sostenendo l’Istituto di alta formazione artistica e musicale catanese.

Una festa che si è protratta per tre giorni. Cominciata con la giornata del Fai per scoprire le meraviglie della sede dell’istituzione musicale e proseguita poi al Teatro Massimo Bellini con l’inaugurazione dell’anno accademico.

In occasione di quest’ultima, con l’Orchestra schierata sul palco del Bellini, Carmela Anastasio, docente del Conservatorio, ha accolto le autorità, a cominciare dal sindaco di Catania Enrico Trantino.

«La città – ha detto - incontra il suo futuro artistico, coloro i quali suoneranno nel Bellini e calcheranno le scene in altri teatri nazionali e internazionali. E quindi è una ragione di fierezza per chi, in questo momento si trova a guidare Catania, che ci sia questo straordinario incontro tra la Bellezza, l'Arte e la nostra Cittadinanza».

Certo che «il nostro Conservatorio potrà avere grandi affermazioni nel futuro», Marco Falcone, assessore regionale per l’Economia, che ha portato i saluti del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

«Rappresenta oggi – ha aggiunto - il vivaio di tante promesse, di tante future eccellenze, che proprio qui in questo teatro, così come in altri, potranno trovare la propria affermazione».

Dello stesso tenore l’intervento del prefetto di Catania, Carmela Librizzi. Poi l’esibizione dell’Orchestra Sinfonica, che ha riscosso una valanga di applausi da parte del numerosissimo pubblico del Teatro Massimo eseguendo musiche di Bellini e Mercadante.

Dopo la Sinfonia della “Norma” una “Casta Diva”, interpretata dal soprano Kasumi Hiyane e Haruna Nagai, con “Se Romeo t’uccise un figlio”, da “I Capuleti e i Montecchi”. Il concerto si è chiuso con una standing ovation per l’omaggio di Saverio Mercadante al compositore etneo.

Kasumi Hiyane e Haruna Nagai con il maestro Comis dopo il concerto (foto di Vincenzo Mineo)

Kasumi Hiyane e Haruna Nagai con il maestro Epifanio Comis dopo il concerto (foto di Vincenzo Mineo)

Grandi applausi per il direttore del Conservatorio, il maestro Epifanio Comis, che ha diretto dal podio i suoi allievi e, parlando del nuovo Anno accademico, ha sottolineato i traguardi dell’Istituzione, mentre il presidente Galati ha voluto ringraziare il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, per aver inviato un messaggio e «poi l'Università, l'Accademia di Belle Arti e tutte le altre istituzioni che sono state al nostro fianco per quest'evento».

Ma l’attenzione del Conservatorio è anche al territorio. Per questo, nella prima delle giornate di festa, sabato scorso, dopo il successo dello scorso autunno, la sede di via Etnea del Conservatorio è stata nuovamente aperta per le giornate Fai di Primavera, accogliendo un considerevole numero di turisti e di catanesi. Entusiasti della partecipazione sia il direttore Comis che il presidente Galati.

«I saloni e il nostro splendido auditorium – ha detto quest’ultimo - sono stati anche stavolta oggetto d'attenzione da parte in particolare dei più giovani. Un plauso a tutti gli organizzatori e in particolare all'Istituto Cavour, che ha messo a disposizione i propri allievi per trasformarli in piccoli ciceroni: anch'essi hanno contribuito a far diventare fantastica quest'esperienza».

Un'immagine della grande orchestra del Conservatorio ph. Vincenzo Mineo

Un'immagine della grande orchestra del Conservatorio (foto di Vincenzo Mineo)

Il messaggio del rettore Francesco Priolo

Oggi è un momento di festa e di affermazione per il Conservatorio e per il ruolo che l’importante istituzione educativa e culturale rappresenta quotidianamente nel contesto cittadino e nazionale. Da parte mia e di tutto l’Ateneo il più sincero apprezzamento per l’impegno svolto nel campo della formazione musicale, ormai da quasi settant’anni, da quando cioè venne fondato il liceo musicale dedicato al “Cigno” catanese, trasformatosi negli anni ’90 del secolo scorso in Istituto musicale, successivamente in Istituto superiore di studi musicali, fino alla statalizzazione del recente 2020; un vero e proprio punto di svolta, questo, che ha permesso di riconoscere il rango di Conservatorio di Stato, inserendo a pieno titolo l’istituzione nel contesto dell’Alta Formazione Artistica e Musicale coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

La vicinanza tra l’Università di Catania e l’Istituto, oggi Conservatorio Bellini, è andata crescendo negli anni, attraverso collaborazioni, progetti, iniziative ed eventi che hanno visto insieme docenti dell’Ateneo e professori del Conservatorio, coltivando nel tempo una sinergia divenuta ancora più stretta, in virtù degli accordi di cooperazione sottoscritti in tempi recenti, ma soprattutto in nome di una comune e riconoscente devozione all’illustre figlio di questa città, vero e proprio gigante del panorama musicale italiano ed europeo dell’Ottocento.

In estrema sintesi, desidero ricordare il recente accordo attuativo, grazie al quale le varie professionalità presenti nell’Area tecnica dell’Ateneo saranno in grado di esitare il progetto delle opere di restauro, rifunzionalizzazione e riqualificazione del Palazzo Paternò-Autieri, lo splendido edificio nobile che ospita l’attuale sede del Conservatorio.

Il progetto, del quale siamo particolarmente orgogliosi, permetterà di giungere presto a una riqualificazione architettonica complessiva, dal punto di vista edile, di restauro, di riqualificazione energetica, di messa in sicurezza sismica ed impiantistica.

Inoltre, verrà perseguito l’adeguamento acustico delle aule del Conservatorio, e verranno impiegati processi e metodi che contribuiscono alla tutela della salute e favoriscono l’uso di materiali eco-compatibili, risolvendo le criticità attuali del complesso edilizio risolvendole nel rispetto della natura e del pregio architettonico dell’edificio.

Non abbiamo dubbi, pertanto, che questo sarà il primo e più tangibile frutto della collaborazione tra Ateneo e Conservatorio, che origina oltretutto da una precedente convenzione-quadro per la promozione e il sostegno della cultura musicale, teatrale e di spettacolo, anche tramite la realizzazione di laboratori di ricerca sui nuovi linguaggi musicali e sulle nuove tecnologie informatiche.

Tengo però, con altrettanto orgoglio, a ricordare la meritoria attività realizzata dalla Fondazione Bellini e dal Centro Studi Belliniano, con sede nel Dipartimento di Scienze Umanistiche del nostro ateneo, curatori della pubblicazione annuale del prestigioso «Bollettino di studi Belliniani».

A loro si deve l’instancabile organizzazione di convegni e mostre su aspetti specifici della produzione belliniana e del melodramma italiana dell’Ottocento, coinvolgendo numerosi studiosi e musicologi anche del Conservatorio, la collaborazione fattiva con il Bellini International Context, il ciclo di iniziative promosso dall’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, e l’attivismo in seno al CROI, il Coordinamento tra i cinque principali centri di ricerca sull’opera italiana (Centro Studi Belliniani/Fondazione Bellini Catania, Centro studi Donizetti Bergamo, Centro Studi Puccini Lucca, Fondazione Rossini Pesaro, Istituto Nazionale di Studi Verdiani Parma). 

Un sodalizio che aspira, nel lungo periodo, a dar vita a un progetto unitario che leghi le figure dei compositori creando un itinerario alternativo rispetto alle tradizionali e più famose tappe turistiche italiane, in grado di attrarre visitatori alla ricerca di luoghi meno conosciuti e finalizzato ad accrescere l’attrattività delle città e dei loro territori.

Auguro quindi al Conservatorio di Catania e al Teatro Massimo Bellini, che ospita nello scenario più degno questa cerimonia di inaugurazione, un anno particolarmente ricco di traguardi e successi, rinnovando – in nome del medesimo ‘respiro accademico’ - la disponibilità alla collaborazione da parte dell’Università di Catania per nuove ed entusiasmanti iniziative.

Viva il Conservatorio di Catania, viva Vincenzo Bellini.