Il drago, simbolo della Cina, e il suo valore propiziatorio

Le ricerche del prof. Marco Meccarelli di Unict sono state riprese dalla BBC, il più autorevole editore radiotelevisivo del Regno Unito

Alfio Russo

La nascita e lo sviluppo dell’animale mitico simile al drago, simbolo della Cina, che non viene considerato un mostro da sconfiggere, ma ha un valore propiziatorio, derivato dalle valenze politiche e ideologiche che si sono stratificate sulla sua simbologia in tutto il contesto culturale cinese.

Sono i temi principali delle ricerche di Marco Meccarelli, docente di Lingue e letterature della Cina e dell'Asia sud-orientale della Struttura didattica speciale di Ragusa.

Ricerche che nei giorni scorsi sono stati riprese – anche perché dal 10 febbraio si è entrati nell’anno del drago per il calendario cinese - da alcuni giornalisti della BBC mi hanno contattato per poter arricchire il contenuto di un loro articolo pubblicato sul portale del più autorevole editore radiotelevisivo del Regno Unito dal titolo Wise, lucky, terrifying: The surprising 4,000-year history of dragons.

Già nel 2021 il docente dell’ateneo catanese aveva pubblicato alcune ricerche sulla prestigiosa rivista Frontiers of History in China, dal titolo Discovering the Long : Current Theories and Trends in Research on the Chinese Dragon.

«In queste ricerche sono stati riportati due aspetti principali: il primo riguarda la questione traduttologica, il secondo aspetto invece verte sulle varie ipotesi attualmente accreditate dagli studiosi sull’origine del drago cinese», racconta il docente.

«Negli anni più recenti l’indagine accademica si è concentrata sulla necessità di creare una distinzione tra il long, solitamente definito drago cinese, e i draghi di altre culture del mondo, e sono state formulate ulteriori ipotesi sull’origine e funzione dell’animale mitico nel contesto socio-culturale cinese», precisa il prof. Marco Meccarelli.

Capodanno cinese, il 2024 anno del drago

Capodanno cinese, il 2024 anno del drago

«Particolarmente significativo è stato il dibattito avvenuto a partire dal 2005, quando è stato proposto di respingere la traduzione del carattere scritto “long” in un’altra lingua – ha aggiunto -. L’esigenza nasce dalla constatazione che la traduzione in “drago” o “dragone” ri­manda spesso alla Cina, ma nel momento in cui l’animale mitico viene associato al si­gnificato in prevalenza demoniaco che l’immaginario occidentale gli ha prevalentemente conferito, si possono creare incomprensioni, interpretazioni mistificanti, idealizzanti se non demonizzanti nei confronti del popolo cinese», ha aggiunto.

«Onde evitare fraintendimenti, si è tentato di proporre una distin­zione semantica tra il “drago” e il long, facendo affidamento a quelle teorie sulla tra­duzione che tendono a focalizzare l’attenzione sulla necessità di conservare nella lingua di arrivo il valore culturale appartenente alla lingua di partenza – prosegue il docente -. Il mantenimento della trascrizione fonetica long a discapito della traduzione in “drago” risulta oggettivamente la più idonea ma può generare altre incomprensioni nel momento in cui si entra in con­tatto col mondo anglosassone, dove la parola “long” ha un significato ben preciso che non ha nulla a che fare col drago cinese».

«Alcuni studiosi come Huang Ji e Pang Jin hanno recuperato un antico termine loong che, oltre ad essere familiare alla pro­nuncia cinese e alla sua translitterazione fonetica, non creerebbe fraintendimenti con i vari significati che l’inglese “long” tradizionalmente detiene», ci tiene a precisare.

Marco Meccarelli Cina con stele primo studio fotografico di Pechino

Marco Meccarelli in Cina davanti alla stele del primo studio fotografico di Pechino

«Per quanto riguarda le origini dell’animale mitico, gli studiosi tendono a fare affidamento prevalentemente ai simboli totemici usati da alcuni clan preistorici, ispirati, a loro volta, dai serpenti del mondo reale, o forse da un gigantesco pitone oceanico – continua il docente di Lingue e letterature della Cina e dell'Asia sud-orientale -. Quando queste società tribali iniziarono a dividersi in classi sociali, l’animale mitico divenne il simbolo del potere. L’associazione al serpente giustificherebbe il motivo iconografico che, sin dai più antichi reperti archeologici, spesso presenta una forma serpentiforme».

«Una seconda teoria sull’origine totemica dell’animale mitico verte sulla consacrazione del coccodrillo, come i progenitori di mag­giori dimensioni del coccodrillo marino (Crocodylus porosus), che vivevano prei­storicamente lungo le coste orientali della Cina, o come l’alligatore cinese, unica specie ancora presente nel tratto inferiore del Fiume Azzurro, nelle province di Anhui, Zhejiang e Jiangsu – ha aggiunto -. Anche questa teoria giustificherebbe la forma del long che presenta molto spesso le sembianze di un coccodrillo».

«Un’altra ipotesi accreditata dagli studiosi verte sulle immagini dei draghi che potrebbero essersi evolute dai tentativi di replicare il rumore e le forme spiraleggianti di tuoni e fulmini – continua -. Ciò potrebbe aiutare a spiegare l’associazione linguistica tra l’origine dell’animale mitico e l’esigenza di chiamare i tornado in cinese long juanfeng ovvero “vento del drago vorticoso". Queste ipotesi confermerebbero il motivo per cui il long, rispetto al drago occidentale, è simbolicamente connesso al cielo e all’acqua».

Drago serpentiforme

Drago serpentiforme

«L’ultima teoria suggerisce, invece, che i long si siano evoluti dal culto della natura stessa o da varie pratiche religiose, spirituali e devozionali incentrate sul culto dell’energia vitale che permea il mondo naturale. Questa teoria rafforzerebbe l’ipotesi che l’animale mitico sia la fusione di numerosi animali e fenomeni meteorologici», aggiunge il ricercatore.

«Va comunque precisato che non tutti gli studiosi sono d’accordo con la teoria totemica, poiché mancano fonti scritte che menzionano il long come nome di un clan, e anche se così fosse, questi studiosi sostengono che la tribù dominante avrebbe dovuto costringere le altre tribù minori a riconoscere il proprio totem, piuttosto che annetterlo agli elementi totemici delle tribù conquistate», ha sottolineato Marco Meccarelli.

«Al di là delle varie ipotesi si può sostenere che, conservando sempre un dinamismo, a tratti sorprendente e originato dalla sin­tesi di diverse realtà culturali entrate in interazione con la classe dominante, il long ha subìto un continuo e funzionale adattamento: il valore regale, l’aspetto al­tamente composito e soprattutto la sua funzione epico-mitologico-sacrale sono le costanti nel tempo che lo elevano, ancora oggi, ad essere la principale trasfigurazione zoomorfa del sistema cosmologico cinese», precisa il docente.

«Solo superando i confini dell’immaginario collettivo occidentale e lungi dal vo­ler essere uno stereotipo ingabbiato in formule preconcette e generalizzanti, il long riacquista così tutta la sua complessa identità», ha detto in chiusura il prof. Marco Meccarelli.

Marco Meccarelli nella National Library of China

Marco Meccarelli nella National Library of China