Il valore del patrimonio arboreo e delle aree verdi

Al Di3A un'occasione per riflettere sull'importanza della conservazione e dello sviluppo sostenibile in occasione della Giornata nazionale degli Alberi

Emanuela Rita Giuffrida

L'importanza del patrimonio arboreo e delle aree verdi, non solo per la loro bellezza estetica, ma anche per il loro ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita nelle nostre comunità. Temi, sempre più centrali nel dibattito pubblico e scientifico, su cui esperti del settore si sono soffermati in una riflessione sulla particolare rilevanza della conservazione e dello sviluppo sostenibile. E, inoltre, anche in merito alla sensibilizzazione e alla valorizzazione del verde urbano e rurale.

A offrire questa occasione è stato il convegno dal titolo Giornata nazionale degli Alberi - Il valore del patrimonio arboreo e del verde del nostro territorio quale elemento fondamentale per il miglioramento della qualità della Vita organizzato, il 21 novembre scorso, dal Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente dell’Università di Catania nell’aula magna del Polo Bioscientifico.
Ad aprire i lavori Aurora Ursino, presidente dell'Ordine dei Dottori agronomi e forestali di Catania. 

A seguire Simona Consoli, vicedirettore del Di3A, ha evidenziato il progetto Gifluid – Interreg Italia-Malta, “guidato” dal prof. Giuseppe Cirelli, che ha permesso di realizzare un tetto verde come copertura innovativa al Polo Bioscientifico «rappresentando un esempio di sostenibilità ambientale e anche fonte di ispirazione e stimolo per i giovani studenti e ricercatori».

Un momento dell'intervento di Aurora Ursino

Un momento dell'intervento di Aurora Ursino

Su questa scia è intervenuto l’assessore comunale all’Ambiente Salvo Tomarchio che ha illustrato l'ambizioso progetto di «censimento degli alberi della città, con particolare attenzione alla ripiantumazione nelle aree dove gli alberi sono stati rimossi, insistendo qualora i vandali dovessero continuare a levarli».

«L'obiettivo – ha aggiunto - è piantare mille alberi, un traguardo significativo, sebbene non definitivo, per la riqualificazione urbana». Un altro ambizioso progetto, nella città di Catania, riguarda la rinascita del giardino etneo di Villa Bellini che, come ha assicurato l’assessore Tomarchio, avverrà nei prossimi anni.

Interventi che richiedono anche il diretto coinvolgimento dei cittadini.

E su questo punto è intervenuto Enrico Catania, vicepresidente dell'Ordine dei Dottori agronomi e forestali di Catania, soffermandosi sulla visione sulla cultura del verde e sottolineando «l'importanza di coinvolgere la popolazione e di diffondere la consapevolezza sull'importanza della copertura verde in ambito urbano ed extra urbano oltre alla necessità di un approccio multidisciplinare per affrontare le sfide ambientali».

Tra i vari contributi, Giovanni Greco, membro del Consiglio dell’Ordine nazionale dei Dottori agronomi e forestali, è intervenuto sulla cultura dell'albero, ricordando come «la Festa dell'Albero sia stata programmata per la prima volta nel 1923 e come nel 2013 sia stata riformulata e istituita diventando Giornata nazionale degli alberi». «Manutenzione, cura e fruizione degli alberi sono elementi essenziali per la conservazione e il miglioramento del patrimonio verde urbano e rurale», ha aggiunto.

Un momento dell'intervento di Enrico Catania

Un momento dell'intervento di Enrico Catania

A seguire il prof. Alfredo Foti, membro del consiglio dell’Ordine degli Ingegneri catanese, ha sottolineato la necessità di «stimolare la creatività e la fantasia dei giovani per affrontare e risolvere i problemi idraulici sul territorio» evidenziando come le «campagne e le zone verdi, attualmente abbandonate, possano essere riqualificate attraverso una gestione efficace delle risorse idriche».

«Accumulare l’acqua è fondamentale perché la risorsa viene sempre a mancare e quindi è importante gestire le risorse», ha aggiunto il docente del Dicar dell’ateneo catanese. E, inoltre, ha enfatizzato la necessità di «programmare, progettare, realizzare, gestire e controllare le opere, considerando le risorse economiche necessarie per la loro realizzazione e manutenzione». «Partiamo dal fiore per vedere i colori del nostro futuro», ha detto in chiusura di intervento il prof. Enrico Foti.

Sempre sulla gestione delle risorse idriche, proponendo sistemi di regimentazione delle acque che potrebbero essere utilizzati per l'irrigazione, è intervenuto Sebastian Carlo Greco, presidente dell'Ordine degli Architetti di Catania. «Abbiamo il compito di lasciare in eredità alle future generazioni un territorio più verde e ben amministrato», ha sottolineato.

Per Mauro Corrao dell'Ordine dei Geologi occorre «una rivoluzione culturale per fermare l'inversione di tendenza del pianeta», ha spiegato soffermandosi anche sulle conseguenze dell'effetto serra e del surriscaldamento globale legati all'urbanizzazione e all'industrializzazione antropica. «Dobbiamo cambiare le nostre abitudini se vogliamo veramente salvaguardare il pianeta», ha evidenziato.

Un momento dell'intervento di Giovanni Greco

Un momento dell'intervento di Giovanni Greco

Agatino Spoto, presidente del Collegio dei Geometri di Catania, ha parlato della «stretta connessione tra l'estimo e l'ordine degli agronomi», evidenziando come «il valore degli immobili possa essere influenzato dalla presenza di aree verdi» e la necessità di «valorizzare gli spazi pubblici con alberi autoctoni e di coltivare la consapevolezza ecologica tra i giovani, menzionando esempi come mandorli e carrubi».

Nel corso del seminario sono intervenuti numerosi professionisti che hanno presentato diverse relazioni condividendo proposte per un futuro più sostenibile e verde.

Tra questi Sabrina Diamanti, forestale georgofilo e membro dell'Accademia delle Scienze Forestali, nonché presidente della commissione di valutazione del concorso di idee. Nel suo intervento si è soffermata sulla pianificazione territoriale in relazione al verde urbano fornendo un'analisi dettagliata basata sugli articoli del codice deontologico. 

«È necessario progettare ambienti sani per animali e persone, al fine di incrementare il benessere e la prevenzione», ha spiegando sottolineando «il problema dell'elevato consumo del suolo e la necessità di una rigenerazione urbana» e anche la «necessità di un censimento degli alberi, anche attraverso l'uso di software come il Gis».

Un momento dell'intervento di Simona Consoli

Un momento dell'intervento di Simona Consoli

«Le linee guida possono essere uno strumento di consultazione e informazione per tutti i comuni italiani per una gestione efficace del verde urbano», ha aggiunto, evidenziando anche esempi di cattiva gestione.

Angelo Pulvirenti, docente e assegnista di ricerca, ha parlato del ruolo del dottore forestale nella gestione del territorio, con particolare riferimento a casi specifici relativi all'Etna, sottolineandone gli aspetti e ai compiti relativi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico.

Nel corso dell’incontro è stato proiettato lo spot di presentazione del concorso di idee realizzato da Roberta Gravagno, nell'ambito dell'iniziativa Corto - Circuito.

«Questo concorso di idee – hanno spiegato Claudio Vadalà e Roberto Caponnetto dell'Ordine dei Dottori agronomi e forestali di Catania - mira a creare una connessione tra il territorio etneo e i professionisti, tecnici, studenti, neolaureati. Il concorso sottolinea l'importanza della multidisciplinarietà e il ruolo fondamentale degli agronomi e forestali nella tutela del territorio».

I partecipanti al concorso dovranno essere formati da gruppi di 2 a 5 persone con un capogruppo iscritto all’ordine degli agronomi e sono invitati a esplorare temi come la rigenerazione urbana, la sensibilizzazione delle nuove popolazioni, il verde rurale e il potenziamento degli spazi verdi.