Strega Tour 2024 Catania prima tappa nazionale

Il Monastero dei Benedettini protagonista del tour nazionale del premio: la dozzina semifinalista al Dipartimento di Scienze umanistiche

Gabriele Cristiano Crisci (foto di Micaela Rodriguez)

Catania, crocevia di culture e saperi di ogni tempo, ancora una volta è stata protagonista del tour nazionale del Premio Strega: come tappa iniziale dell’importante premio letterario italiano, l’evento è stato organizzato dal Catania Book Festival ed è stato ospitato nell’auditorium Giancarlo De Carlo del Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania.

Sul palco la dozzina semifinalista dello Strega (assente Paolo di Paolo, autore di Romanzo senza umani) ha dialogato con i giovani scrittori Lorena Spampinato e Mattia Insolia.

Ad introdurre l’incontro è stata la direttrice del Disum, Marina Paino, entusiasta nel sottolineare come «l’università ci spinge a immaginare un mondo diverso: perché è questo che fa la letteratura».

Da sempre, infatti, i libri sono nutrimento sia per la mente che per l’anima, aiutano a conoscere e a vivere pienamente la realtà che ci circonda. L’evento ha visto inoltre la collaborazione della Fondazione Federico II e dell’Assemblea regionale siciliana, rappresentata da Giuseppe D’Ippolito, del Comune di Catania nella persona dell’assessore comunale alla Pubblica istruzione Andrea Guzzardi, e della Bper Banca, sponsor del Premio, rappresentata da Valerio Valzelli.

Nel dare il via ai lavori, Simone Dei Pieri, ideatore e organizzatore del Catania Book Festival, ha ricordato quanto la città etnea sia «teatro di miti e leggende: porto per viaggi terminati e punto d’inizio per nuove avventure», ma come anche il capoluogo etneo sia segnato da «un abbandono scolastico molto elevato», e di come «in Sicilia più di quattro milioni di persone non hanno letto alcun libro durante lo scorso anno». 

Ecco che, in questa drammatica prospettiva, risulta necessario riscoprire il fascino e l’importanza concreta della lettura e dei libri «che servono a immaginare e, soprattutto, a cambiare il mondo, se questo non ci piace», affinché «si possa costruire una comunità libera e diversa».

Un momento dell'intervento di Simone Dei Pieri, ideatore e organizzatore del Catania Book Festival

Un momento dell'intervento di Simone Dei Pieri, ideatore e organizzatore del Catania Book Festival

Leggere – come scrivere – significa anche percorrere la strada in cui realtà e immaginazione si mescolano, colmando i vuoti lasciati dalla storia: è questo il caso dell’imperatore bizantino Giovanni Zimisce, «un illustre sconosciuto, una figura con le caratteristiche di un eroe ma anche di un uomo crudele», ha spiegato Sonia Aggio (vai alla video intervista alla scrittrice), autrice del romanzo Nella stanza dell’imperatore. Il libro intende, così, «far tornare gli imperatori ad essere delle persone, non solo simboli di potere». 

Sul mare della storia abbiamo navigato anche con Adrián N. Bravi che ci ha raccontato la vicenda di Adelaida Gigli, protagonista del romanzo Adelaida, che l’autore non esita a definire «un pezzo fondamentale della storia argentina degli anni Cinquanta e Sessanta». Adelaida viveva «l’arte anche come riscatto»: è stata una grande artista, una donna capace di far comprendere al lettore come «la leggerezza e la bellezza non siano altro che ferite aperte».

Ferite aperte: proprio come quelle che Donatella di Pietrantonio, nel suo romanzo L’età fragile, riporta alla nostra memoria, ricordando il duplice omicidio avvenuto tra i valichi dell’Appennino abruzzese e passato alla cronaca come il “delitto del Morrone”. «Perché ce ne siamo dimenticati così in fretta?», si chiede l’autrice. «Da questa domanda è nata l’urgenza di parlare della violenza di genere, tema centrale del romanzo».

Un libro può essere anche la voce di chi ne viene privato, uno strumento per far sapere agli altri le Cose che non si raccontano: titolo, questo, del romanzo autobiografico di Antonella Lattanzi, che dà voce a tutte quelle donne che hanno paura di esporsi in una società che «ingiustamente unisce la parola “sofferenza” a “maternità”». L’autrice, avendo vissuto in prima persona l’aborto, ricorda quanto sia importante il diritto di decidere del proprio corpo, riallacciando i fili di un’identità spezzata dalla disperazione. «Ma da essa – commenta Lattanzi – non nasce niente, dalla rabbia sì: questo romanzo nasce proprio dalla rabbia».

L'intervento della scrittrice Sonia Aggio

L'intervento della scrittrice Sonia Aggio, autrice di Nella stanza dell’imperatore

Rompere la barriera del silenzio significa anche avere il coraggio di denunciare ingiustizie che hanno una rilevanza politica e sociale nelle vite di noi cittadini. Nonostante l’incessante propaganda che connota la politica italiana, il romanzo di Valentina Mira, Dalla stessa parte mi troverai, propone di «smontare la narrazione di Acca Larentia, ragionando sul binomio semplicistico “vittima” – “carnefice”», e di riesaminare il caso di Mario Scrocca che è stato – ed è ancora – al centro di molte polemiche da parte dei partiti del centro-destra italiano.

Sulla narrazione che può corrispondere a un fatto e, più in particolare, sui rapporti tra i membri di una famiglia riflessi nel linguaggio adoperato si è soffermato invece TommasoGiartosio, autore di Autobiogrammatica; un testo da cui emerge «la complessità della relazione con la lingua usata dai nostri genitori, la quale inizialmente respinta e poi lentamente accolta».

Fraintendimenti, distorsioni di significato, tabù che influenzano la nostra percezione e il nostro modo di relazionarci con gli altri. In questo senso, risulta interessante anche un altro romanzo, quello di Melissa Panarello, Storia dei miei soldi, che vuole scardinare un grande stereotipo: quello del denaro in mano a una donna.

Ed è proprio la narrazione distorta di certi fenomeni l’argomento che Daniele Rielli, nel suo romanzo a più voci Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale, dipinge: in particolare, l’autore ha affrontato la drammatica situazione in cui versavano le campagne pugliesi, colpite dalla Xylella, un batterio che ha distrutto ettari di ulivi. 

Nel «vedere cosa sia successo alle comunità locali, dalle quali si scatenò una “caccia alle streghe”», emerge una psicosi collettiva che ha portato a mettere sotto accusa gli scienziati che hanno scoperto la malattia: un cortocircuito che ha contribuito alla «morte di circa 21 milioni di ulivi, tra cui molti alberi secolari e millenari», che racchiudevano storie di intere famiglie e comunità.

Un momento dell’intervento di Tommaso Giartosio, autore di Autobiogrammatica

Un momento dell’intervento di Tommaso Giartosio, autore di Autobiogrammatica

Procedendo nella rassegna, una memoria storica e collettiva è ciò a cui rimanda Aggiustare l’universo, che descrive le speranze dei personaggi, in un Italia uscita dalla guerra, dove non restano altro che macerie.  Nel commento dell’autrice, Raffaella Romagnolo, l’incontro a scuola tra un’insegnante e una sua alunna rappresenta il cambio di marcia, qualcosa che può segnare un nuovo inizio: «la scuola è l’uscita possibile da una crisi – ha aggiunto Romagnolo – la risposta ad un presente silenzioso».

Come nella vita reale, anche ai personaggi di un romanzo può capitare di muoversi tra abitudini e dicerie di provincia, a tal punto che, a volte, è necessario raccontare una storia «partendo dalle menzogne»: fatto di amori, bugie, intrighi e pregiudizi, l’intreccio proposto da Chiara Valerio, in Chi dice e chi tace, parla di coloro che iniziano a «riprendere il diritto all’inquietudine», che è insita in ognuno di noi. «Non si fa la gradazione degli amori. Non ce ne sono di grandi e di piccoli: sono tutti grandi».

Di memoria, infine, è intriso anche il romanzo di Dario Voltolini. Con Invernale, lo scrittore rievoca il volto del padre, macellaio nel mercato torinese, morto prematuramente. Una testimonianza dell’affetto filiale che non conosce tramonto e che diventa parola letteraria. «Ho impiegato 40 anni – ammette Voltolini – a scrivere questo libro, perché volevo essere sicuro di poter maneggiare lo strumento della scrittura per raccontare mio padre».

Un omaggio alla lettura, al suo fascino inestinguibile racchiuso nelle pagine dei libri, testimoni di intere generazioni, di epoche, di emozioni da donare ai grandi e ai piccoli lettori, affinché possano averne cura e memoria.

I semifinalisti presenti alla tappa etnea del Premio Strega

I semifinalisti presenti alla tappa etnea del Premio Strega