Accademia Gioenia, inaugurato il 200° anno accademico del sodalizio scientifico catanese

Consegnate le targhe al predecessore Mario Alberghina e all’ex segretario Antonino Lo Giudice

Mariano Campo

«L'Accademia Gioenia è un bene di eccellenza della città di Catania e della Sicilia. Per questa ragione diventa fondamentale coinvolgere nelle nostre attività sempre più studenti, dottorandi, giovani ricercatori. Quanti più giovani riusciremo a coinvolgere, maggiore possibilità ha il nostro territorio di riuscire a creare una classe dirigente sensibile, attenta, rispettosa della storia, della scienza e dei valori umani». Questo uno dei passaggi del discorso inaugurale del nuovo presidente dello storico sodalizio scientifico catanese, il prof. Luigi Fortuna, che giovedì pomeriggio ha presieduto la celebrazione del duecentesimo anno accademico nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università.

Fondata nel 1824 nel nome del naturalista catanese Giuseppe Gioeni d’Angiò su proposta del principe di Manganelli, Giuseppe Paternò Castello, e di un gruppo intellettuali e di docenti universitari, l’Accademia opera da sempre per promuovere gli studi sui fenomeni naturali, allo scopo di contribuire al progresso scientifico, dedicando il proprio interesse in particolare verso la Sicilia, attraverso le tre sezioni di Scienze della Natura e della Vita, Scienze chimiche, fisiche e matematiche, Scienze applicate, Filosofia e Storia della Scienza. Sin dalle origini divenne il principale luogo di socialità per la borghesia colta della città, di informazione sulle novità editoriali, sulle acquisizioni scientifiche e sui principali dibattiti italiani ed europei, mantenendo un legame simbiotico con lo Studium Generale.

Dal Palazzo centrale dell'Università di Catania, dove ebbe la sua prima sede, fu trasferita, tra il 1945 e il 1950, nel Palazzo delle Scienze, in corso Italia. Dal 2019 la nuova sede è nel Palazzotto Biscari alla Collegiata, concesso in comodato d’uso dall’ateneo, nel quale dalla scorsa estate è stata ricostruita anche la ricchissima biblioteca, del cui inestimabile patrimonio è stata da poco avviata la catalogazione, insieme con l’archivio storico e il fondo antico.

«Nel 2024 festeggeremo i duecento anni di vita dell’Accademia con adeguata evidenza – ha annunciato il rettore Francesco Priolo, anch’egli socio della ‘Gioenia’ -. Esiste un legame inscindibile con l’ateneo, sublimato nel corso degli anni da figure come il fisico Giovan Pietro Grimaldi, che fu esponente di spicco dell’Accademia e anche rettore agli inizi del Novecento. Per questa ragione, auspico che negli anni a venire l’Accademia possa affiancarci nell’opera di promuovere la cultura e il valore della formazione universitaria tra i giovani, per poter colmare insieme quel gap di laureati che ci penalizza rispetto ad altre aree del Paese e all’Europa». 

Palazzo centrale, in foto un momento dell'intervento del presidente Luigi Fortuna

Dopo aver consegnato delle targhe al predecessore Mario Alberghina, in carica dal 2017 al 2022, e all’ex segretario Antonino Lo Giudice, ringraziando i precedenti consigli scientifici, il prof. Fortuna – affiancato dal segretario generale Valerio Abbate - ha accolto tra i soci i professori Giuseppe Compagnini, Filippo Drago, Agata Di Stefano, Pierre Briole, Orazio Muscato, Marco Viccaro, Davide Barbagallo, Vincenza Barresi, Giovanna Giardina e Lucia Zappalà, affidando loro le pergamene di affiliazione.

È seguita la relazione sulle attività realizzate nel 2022 e l’annuncio di quelle in programma per il 2023, «tutte indirizzate verso la celebrazione del bicentenario e costantemente ispirate alla multidisciplinarietà e all’internazionalizzazione». «Con il sano ottimismo che ci pervade, pensiamo ad un’Accademia che sia aperta, solidale, proiettata verso l’esterno con progetti e azioni attente ad una realtà sempre soggetta ad improvvise criticità – ha concluso il presidente Fortuna -. Sarà importante dedicarsi al mondo della scuola, non solo ai docenti e agli insegnanti, per far conoscere questa realtà anche ai giovanissimi, diffondendo il sapere e spiegando la scienza. E il 2024 non dovrà soltanto essere un anno di festeggiamenti, ma una celebrazione che dovrò lasciare il segno nella storia culturale della Sicilia».

Palazzo centrale, il pubblico presente all'inaugurazione dell'anno accademico