All’Orto botanico ‘in scena’ il legame tra la sfera olfattiva e il sentimento amoroso

L’evento, in occasione della Giornata del Profumo, ha abbinato uno spettacolo teatrale ispirato alle Metamorfosi di Ovidio a una degustazione di essenze

Mariano Campo (video di Dario Grasso e Giorgio Raito)
Orto Botanico, un momento della presentazione dell'evento
Un momento dello spettacolo
Un momento dello spettacolo
I protagonisti dello spettacolo

Aprite bene gli occhi, le orecchie e soprattutto le narici. Martedì 21 marzo si è celebrata in tutta Italia la Giornata del Profumo, e l’Orto botanico dell’Università di Catania ha organizzato una manifestazione che ha abbinato una degustazione olfattiva a una rappresentazione teatrale, per esplorare quel legame sensoriale inscindibile che esiste tra il profumo e la sfera amorosa. 

Quel ‘trait d’union’ insondabile, indiscutibilmente “questione di chimica”, che più volte il cinema ha raccontato, pur nella sua multidimensionalità incompleta: basti pensare a pellicole come “Profumo – Storia di un assassino”, tratto dal best seller di Patrick Süskind, sulla vicenda di Jean-Baptiste Grenouille. Nel film di Tom Tykwer, il protagonista Ben Whishaw è un apprendista che ‘ruba’ gli insegnamenti del vecchio Giuseppe Baldini (Dustin Hoffman) per intraprendere la ricerca spasmodica di una sua identità olfattiva, diventando il miglior creatore di profumi nella Francia del ‘700 e al tempo stesso un assassinio sanguinario, mosso dall’intento di carpire alle cose e alle persone la loro anima odorosa. «Fabbricherò tutti i profumi che desiderate – chiedeva al suo mentore l’ispirato Grenouille-Whishaw in una intensa scena del film - ma voi dovete insegnarmi a catturare l’odore di ogni cosa che esiste».

O ancora, “Il profumo del mosto selvatico” (1995), “Scent of a woman – Profumo di donna” (1992), “Come l’acqua per il cioccolato” (1992), fino ai più recenti “La maga delle spezie” (2005), “I profumi di Madame Walberg” (2020), e al documentario “Nose” di Clément Beauvais e Arthur de Kersauson che racconta uno dei lavori più segreti, misteriosi e affascinanti del mondo seguendo per due anni l’attività globe-trotter di François Demachy, profumiere esclusivo della Maison Dior, in cerca di ispirazione e di materie prime per le sue creazioni future. Sono tutte opere in cui l’olfatto è protagonista assoluto, che hanno tentato di realizzare il desiderio degli spettatori di poter sentire, almeno per una volta, i profumi attraverso il ‘grande schermo’, rendendo l’esperienza del cinema ancor più reale.

Orto Botanico, un momento dello spettacolo

Orto Botanico, un momento dello spettacolo

E l’iniziativa dell’Orto botanico catanese, curata dal responsabile della promozione e progettazione aree espositive e museali Giuseppe Siracusa, ha ritentato quest’impresa, percorrendo il doppio binario dell’arte teatrale e dell’arte profumiera per sottolineare, come sostiene maîtreDemachy, che «il profumo è un’esperienza umana, una lingua che tutti capiscono ma pochi possono parlare, una foto istantanea che porta indietro nel tempo; ma è anche colore, emozione, atmosfera, seduzione e desiderio». Del resto, ogni volta entrano in azione circa 400 recettori e 10 milioni di neuroni olfattivi, e questo fa sì che un buon profumo, “fratello del respiro” – come afferma Süskind – abbia «una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà». 

«Attraverso il profumo seduciamo, affasciniamo, conquistiamo l’altro», sottolineano i curatori dell’evento promosso dall’Accademia del Profumo in collaborazione con la profumeria artistica Boudoir 36 e la Federazione italiana teatro amatoriale, di cui sono stati protagonisti il profumiere Antonio Alessandria e il regista Raffaele Furno

Ispirandosi ad alcune pagine tratte dalle “Metamorfosi” di Ovidio, i momenti teatrali (in scena, oltre allo stesso Furno anche Christine Righi, Mario Rocca e Mariachiara Signorello) hanno raccontato varie sfaccettature dell’amore: quello perduto e anelato per l’eternità di Orfeo ed Euridice, la ninfa che morì il giorno stesso delle sue nozze con il cantore e musico trace; quello peccaminoso di Mirra e Cinira, costretto con l’inganno a un rapporto incestuoso con la figlia; quello dolce e romantico di Bauci e Filemone, i due anziani coniugi che accolsero con calore Zeus e Ermes travestiti da poveri viandanti e scacciati da tutti. 

Simultaneamente, Alessandria ha catturato il pubblico con un percorso olfattivo ed emozionale attraverso le sue profumazioni originali che evocano ricordi d’infanzia, memorie individuali e condivise, sensazioni di calore familiare e bellezza, in un contesto naturalmente “fragrante”, come l’Orto. 

«Da parte nostra, come padroni di casa dell’evento – aggiunge il direttore del giardino botanico, il prof. Giampietro Giusso del Galdo -, abbiamo suggerito ai visitatori di cogliere questa occasione per andare alla scoperta dei tanti profumi e odori nascosti delle piante che ospitiamo, avvicinandosi, sfregandole o anche assaggiandole. Ci sono, nell’area mediterranea, oltre 30 mila specie vegetali che emettono odori, in gran parte percepibili dagli esseri umani. I composti organici volatili da loro prodotti rappresentano uno dei principali strumenti di comunicazione, con funzione repellente verso predatori e parassiti, ma anche per attrarre o addirittura sedurre gli impollinatori, come avviene per alcune orchidee».

Rivedi alcuni momenti dello spettacolo. In video anche le interviste a Giuseppe Siracusa, Raffaele Furno e a Antonio Alessandria