Il calcio va in ‘cattedra’

Management ed equilibri economico-finanziari i temi che Luca Carra, dg del Catania Ssd, ha trattato a lezione del corso in Principi di Management 

Alfio Russo

Mettere insieme il calcio giocato sul campo, la passione incontenibile della tifoseria e le scelte aziendali della governance societaria non è mai semplice. Confondere i tre piani è spesso facilissimo perché l’amore per i colori di una squadra è contagiosissimo e non risparmia nemmeno proprietari e dirigenti. 

Provare però a tenerli separati può essere un esercizio utile per comprendere da vicino le complesse dinamiche di funzionamento di una società sportiva che non sono mai uguali a quelle di una qualsiasi altra azienda.

E su questi temi non poteva che essere ‘illuminante’ la testimonianza di Luca Carra, direttore generale del Catania SSD, neopromosso in serie C, artefice in passato della scalata del Parma in tre stagioni dalle serie inferiori alla serie A. Il manager con una lunga esperienza alle spalle di incarichi nel management sportivo e nella gestione societaria di squadre di calcio è intervenuto ieri alla lezione conclusiva del semestre del corso di studi in Principi di Management inserito nel percorso di laurea triennale in Economia aziendale dell’Università di Catania. 

Luca Carra, dg del Catania Ssd

Luca Carra, dg del Catania Ssd

«Il management di una società sportiva è complesso perché, nell’ottica del raggiungimento di un equilibrio economico-finanziario e nella costruzione di un serio progetto societario, bisogna saper bilanciare bene le politiche aziendali con le scelte tecniche dell’allenatore e con i desiderata della tifoseria – ha detto il prof. Rosario Faraci, docente del corso di studi del Dipartimento di Economia e Impresa in apertura dei lavori –. Occorrono dunque molte competenze tecniche e professionali di management, ma sono necessarie pure le soft skills, le competenze trasversali, soprattutto nelle capacità di comunicazione e nell’esercizio della leadership».

«Esempi virtuosi di sana gestione societaria ci sono anche in Italia» ha sottolineato il direttore Luca Carra, il quale ha anche illustrato un excursus sui modelli di business delle più importanti squadre di calcio europee e sulle loro performance economico-finanziarie. 

«Empoli, Atalanta e Napoli sono, a diversi livelli, tre configurazioni societarie di made in Italy da studiare – ha aggiunto il dirigente sportivo -. Hanno saputo equilibrare scelte tecniche, risultati sul campo e politiche aziendali senza perdere mai il sostegno della tifoseria, anche in momenti più critici nei quali la passione dei fan è entrata in collisione con decisioni societarie sofferte, come quando si è sacrificato qualche giocatore importante e amato dalla piazza pur di mantenere l’equilibrio dei conti». 

un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro a Palazzo Fortuna

«A differenza degli anni Ottanta quando erano di moda i presidenti filantropi e degli anni Novanta e Duemila con la discesa in campo dei grandi imprenditori familiari – ha chiosato il dottor Carra –, il calcio moderno ha rivoluzionato i modelli di governance anche per la presenza dei fondi di investimento e di ricchissimi finanziatori, è  sempre più attento alla gestione del business ed alla creazione di valore economico, richiede la presenza di un management professionale capace di dialogare costantemente sia con la direzione sportiva che con la proprietà». 

«Nel caso del Catania, quest’ultima coincide con la figura dell’imprenditore siculo-australiano Ross Pelligra che ha scelto di farsi affiancare da manager esperti per costruire un progetto che porti quanto prima i colori rossazzurri alle serie superiori» ha concluso il dirigente.

Momento conclusivo dell'incontro

Foto ricordo a conclusione dell'incontro con il dg Luca Carra

Il seminario, che si è svolto ieri nell’aula magna di Palazzo Fortuna, al Dipartimento di Economia e Impresa, è stato organizzato insieme con l’associazione Catania Rossazzurra, la compagine presieduta dall’avvocato Enzo Ingrassia e formata da tanti professionisti appassionati del Catania.

Proprio la compagine presieduta dal legale – prima dell’avvento di Pelligra e anche quando il neo presidente ha rilevato la squadra – aveva lanciato una proposta di azionariato di minoranza, una sorta di azionariato del cuore, per aggregare alla nuova società tanti piccoli soci desiderosi di contribuire al progetto di rilancio dei colori rossazzurri.

Nel corso dell’incontro – alla presenza delle studentesse e degli studenti del corso e di numerosi giornalisti sportivi – è intervenuto anche l’avv. Giuseppe Coniglione che ha ben descritto alcuni modelli di governance societaria prevalenti nel mondo del calcio odierno.