Le musiche israeliane affascinano il pubblico del Cut

Il sestetto vocale israeliano MI-ELE si è esibito al Centro Universitario Teatrale per il festival della musica contemporanea InterSezioni                     

Chiara Fichera

Prosegue il festival dedicato alla musica contemporanea InterSezioni, nato dalla collaborazione tra il violoncellista Giovanni Sollima e il compositore Giovanni Ferrauto, direttore artistico della Camerata Polifonica Siciliana.

Protagonista del concerto di sabato 27 maggio è stato il sestetto vocale israeliano Mi-Ele che ha concluso il suo primo tour in Italia proprio a Catania, sul palco del Centro Universitario Teatrale.

Il sestetto - formato da Sigal Chameides (soprano), Lilach Krakauer (mezzosoprano), Michal Tamari (contralto), Dov Entin (tenore), Ido Marco (baritono) e Matan Gover (basso) - si è esibito in un programma molto variegato, proponendo al pubblico un interessante e appassionante approccio alla musica in lingua ebraica. 

Il sestetto vocale MI-ELE durante la performance

Il sestetto vocale MI-ELE durante la performance

«Il nome del nostro sestetto è Mi-Ele - racconta l’italo-israeliana Sigal Chameides, soprano del sestetto -. Sembra essere un nome in lingua italiana ma è stato scelto perché ci piaceva un simpatico gioco di parole, infatti in ebraico mi-ele significa ma chi sono quelli. Noi originariamente nasciamo come un sestetto di arrangiamenti jazz a cappella. Spesso facciamo concerti di musica moderna, ad esempio pop o rock, sempre con arrangiamenti a cappella». 

«Per questo particolare tour italiano, alla luce di questo festival incentrato sulla musica contemporanea, abbiamo scelto un repertorio che possa mostrare le diverse sfaccettature della musica contemporanea israeliana – aggiunge la cantante, attrice, insegnante di canto e musicologia -. Abbiamo cantato alcuni pezzi molto tradizionali di musica sacra e una serie di pezzi che invece vengono dal repertorio popolare con arrangiamenti per gruppo a cappella».

Per l’occasione non sono mancati arrangiamenti originali, uno in particolare diretto al cuore degli spettatori italiani. Il pubblico è rimasto particolarmente meravigliato nell’ascoltare la famosa canzone italiana Azzurro in lingua ebraica.

«Gli israeliani amano gli italiani – ci tiene a precisare Sigal Chameides -.  Li amano per tanti motivi, ma sicuramente uno di questi è la musica, e non solo la musica classica. Questo perché la generazione israeliana di uomini e donne che adesso ha 50-60 anni è per molti aspetti cresciuta anche con la musica italiana. In radio veniva trasmessa la musica italiana e ogni anno in televisione vedevamo il festival di Sanremo. Gli israeliani di questa generazione conoscono i cantanti italiani: da Mina, a Celentano, a Cutugno…».

Alcune di queste canzoni hanno avuto così tanto successo che sono state tradotte in lingua ebraica. Se alcune di queste traduzioni preservano il significato originale del testo, altre hanno una traduzione molto diversa, come nel caso di "Azzurro".

«ll titolo è Amru lo che in ebraico significa “Glielo avevano detto” – spiega la cantante del sestetto -. Non ha nulla a che vedere con il testo originale. La canzone, infatti, parla di un bambino che viene accorpato negli ultras di una squadra di calcio conosciuta per essere sempre sconfitta. Chi ha tradotto la canzone era un tifoso della squadra ed è una presa in giro a questo bambino che si ritrova nel gruppo ultras di una squadra scarsissima».

Il sestetto vocale MI-ELE durante la performance

Il sestetto vocale MI-ELE durante la performance

A conclusione della serata il pubblico ha vissuto un coinvolgimento sorprendente divenendo parte attiva del concerto. Sotto la guida esperta del sestetto, gli spettatori si sono cimentati nel canto di una canzone ebraica il cui titolo è Amok baTal. Il risultato è stato molto suggestivo, merito dell’atmosfera creata dall’eco di voci del pubblico e del sestetto, in un’armoniosa aria di condiviso amore per la musica.

Il testo della canzone è stato scritto da Leah Goldberg, una poetessa israeliana molto famosa. Le sue poesie erano legate al tema della natura e anche questa non fa eccezione. La musica, invece, è stata scritta da Marina Maximillian, moderna cantante pop israeliana.

Ecco il testo della canzone "Amok baTal" in ebraico (traslitterazione in alfabeto latino):                                    

Te-ne male kohavim (Un cesto pieno di stelle)

Re-ach desha-im dovevim (Odore dell’erba che ondeggia nel vento)

amok amok baTal (Nella profondità della rugiada)

amok amok baTal (Nella profondità della rugiada)

po-em levavi (Batte il mio cuore)

InterSezioni prosegue sabato 3 giugno, al Teatro Sangiorgi, con una serata dal titolo Bernstein/Gershwin, in cui i musicisti di Officina del Ritmo suoneranno Symphonic Dances from West Side Story di Leonard Bernstein e il poema sinfonico An american in Paris di George Gershwin, eseguite nella versione per due pianoforti e percussioni.