Presentismo e Storia nell’Educazione musicale: quali contenuti per quale futuro?

Intervento di Giuseppina La Face, coordinatrice dello Study Group IMS

Giuseppina La Face

L’insegnamento della musica, in misura forse ancor più accentuata di altre discipline umanistiche, subisce oggi la ‘tirannia del presente’, ossia la singolare distorsione prospettica che annulla la profondità storica e umana e appiattisce sulla nostra attualità la comprensione delle realtà in trasformazione di cui è intessuta la storia con i suoi contesti e i suoi conflitti.

In uno degli incontri promossi dallo Study Group ‘Transmission of Knowledge as a Primary Aim in Music Education’ (New York, 21 giugno 2015) è stato evidenziato che tra la Declaration of Beliefs (1994/96) e la Policy (2002) della International Society for Music Education (l’associazione internazionale degli educatori musicali) la parola history è scomparsa (cfr. L. Bianconi, ISME and the Twilight of History, ‘Musica Docta’, 6, 2016).

Questa tendenza a cancellare la prospettiva storica nell’insegnamento della musica coincide con una propensione crescente ad appiattire l’esperienza umana, intellettuale ed estetica dell’insegnamento scolastico sui presunti ‘bisogni’ degli studenti, spesso decontestualizzati dal quadro generale di un’educazione che li integri nel dialogo pluridisciplinare. 

Ora, l’insegnamento della storia (o delle storie) della musica ci mette a disposizione un mezzo per contrastare tale appiattimento, per ricostruire e rivitalizzare il senso storico nella sua doppia dimensione: come percezione della distanza che ci separa dal passato e ad esso ci collega, e come percezione dell’interesse, anche estetico e formativo, che il lascito del passato riveste tuttora per il nostro presente. 

La dimensione storica va intesa anche come apprezzamento delle differenze culturali che intercorrono non solo tra paesi e popoli differenti, ma anche tra epoche diverse. 

In questo senso, il patrimonio musicale del passato, remoto e recente, appare non come collezione statica di reperti museali, ma come attività umana dinamica, aperta su un ventaglio ampio di culture diverse in continua trasformazione, ed offre uno strumento educativo efficace grazie anche all'impatto che la musica esercita sulle emozioni e le sensazioni estetiche.

Di riflesso, questa dote peculiare dell’arte musicale, unita all’urgente necessità di introdurre nelle varie situazioni didattiche dei correttivi alla ‘tirannia del presente’, acuisce la responsabilità sia dei colleghi dediti alla musicologia storica sia dei pedagogisti musicali. 

Alcune domande primarie si impongono: Quali contenuti selezionare? Come riformare, ampliare, usare il canone? Per quali obiettivi didattici? A quali fini formativi? 

Argomenti al centro dei lavori dello Study Group del meeting di Catania. 

Se non vogliamo che il passato venga inteso e interpretato esclusivamente secondo i parametri valutativi, estetici e morali del presente, occorre che lo Study Group si interroghi su quali siano le strategie più efficaci per combattere la pervasiva tendenza al ‘presentismo’ e l’affievolirsi della coscienza storica; e ciò al fine di incoraggiare nei docenti e negli studenti un approccio dinamico, multi-culturale e critico alla storia attraverso la musica e alla musica attraverso la storia.

Giuseppina La Face

Giuseppina La Face

A Catania i lavori dello Study Group IMS

La prof.ssa Giuseppina La Face è intervenuta in apertura dei lavori dello Study Group IMS "Transmission of knowledge as a primary aim in music education" in programma venerdì 5 e sabato 6 maggio nell'auditorium "Giancarlo De Carlo" del Monastero dei Benedettini dell'Università di Catania.

L’evento, dal titolo "Presentism and history in music education: what content for what future?", è promosso da promosso dalla International Musicological Society (IMS), dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania in collaborazione con l’Associazione culturale «Il Saggiatore musicale» e prevede la partecipazione di membri dello Study Group e di studiosi provenienti da diversi Paesi (Cina, Giappone, Italia, Russia, Usa).

Ai lavori di apertura dell'incontro sono intervenuti anche Kate Van Orden (Harvard University), presidente della IMS, Lorenzo Bianconi, vicepresidente del "Saggiatore Musicale", il rettore Francesco Priolo e la direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche Marina Paino dell'Università di Catania. 

study group ims

In foto Kate Van Orden, Marina Paino, Francesco Priolo, Lorenzo Bianconi, Giuseppina La Face e Maria Rosa De Luca