Vite nella storia - Anche la cancellazione è violenza

Al Palazzo Sangiuliano la mostra sul contributo femminile alla cultura e alla scienza in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale delle donne

Alfio Russo

Molte di loro ancora oggi sono sconosciute o dimenticate, relegate quasi sempre in ruoli di secondo piano pur con le loro capacità e i loro talenti. Eppure le donne hanno dato importanti contributi al mondo della cultura e della scienza in campo nazionale e internazionale. Basti pensare che il comunissimo ‘cancellino’ o il “Monopoli”, famoso gioco di strategia politico-economica, sono stati inventati da donne.

E proprio con l’obiettivo di riportare alla memoria collettiva, attraverso foto, ritratti e schede, le biografie di donne che in varie epoche storiche hanno prodotto importanti opere letterarie, scientifiche, artistiche, o sono state protagoniste di importanti scoperte e conquiste, che nasce la mostra “Vite nella storia – Anche la cancellazione è violenza” che può essere ammirata da oggi a venerdì 10 marzo nello spazio espositivo di Palazzo Sangiuliano (piazza Università 16).

Mostra Anche la cancellazione è violenza

Uno dei panel in mostra

Le protagoniste

Tra le protagoniste spiccano alcune donne siciliane come la ragusana Maria Occhipinti, leader del movimento antimilitarista dei ‘non si parte’, la palermitana Emanuela Sansone, uccisa dalla mafia, Giuseppa Bolognara Calcagno, originaria di Barcellona Pozzo di Gotto, nota come Peppa ‘a Cannunera, che sparò sui Borboni nell’insurrezione del 1860 salvando Catania. E, inoltre, la ‘meteorologa per caso’ catanese Felicia Cacia, la giornalista Maria Grazia Cutuli, assassinata in Afghanistan per le sue inchieste, la scrittrice, pittrice e poeta etnea Elena La Verde, e la scrittrice e attrice Goliarda Sapienza.

Ma in ‘mostra’ anche le storie di Laura Bassi, prima donna a ottenere la cattedra universitaria in Fisica nel Settecento, di Marion Lucy Mahony, prima donna autorizzata ad esercitare la professione di architetto in Illinois, collaboratrice di Frank Lloyd Wright, di Rosalind Franklin, biofisica e cristallografa a raggi x, e di Maria Giudice, maestra e dirigente socialista. 

Da un panel all’altro si scorrono le storie e le ricerche dell’etnologa e partigiana francese Germaine Tillion, della scrittrice di libri per ragazzi Gemina Fernando, dell’architetta e stilista tedesca Lilly Reich, dell’architetta e stilista Eileen Gray e dell’eroina risorgimentale Andreana Sardo oltre che della rivoluzionaria francese Olympe De Gouges, paladina dei diritti umani e della parità dei sessi, a cui si deve la “Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine”.

Panel Goliarda Sapienza e Maria Grazia Cutuli

Il panel dedicato a Goliarda Sapienza e Maria Grazia Cutuli

Donne creatrici di vita e di intelligenze

«Con la mostra abbiamo voluto cambiare l’approccio culturale. Inizialmente l’abbiamo portata in giro con i pannelli addosso, poi dal 25 novembre del 2014, in occasione della ‘Giornata contro la violenza sulle donne’, li abbiamo esposti in giro per l’Italia in oltre 30 location, ma dando sempre una forma diversa» ci tiene a precisare Maria Giovanna Chiavaro Scardino del collettivo femminista RiVolta Pagina.

«Le donne sono creatrici di vita e di intelligenze, ma spesso sono ‘oscurate’ dall’uomo che hanno sfruttato le loro idee, le loro invenzioni. Purtroppo sui libri di testo di ogni ordine e grado non si trovano le loro storie. Anche per questo nasce la mostra» aggiunge l’organizzatrice dell’iniziativa insieme con Emma Baeri Parisi e Elena Brancati, sempre del collettivo femminista RiVolta Pagina.

«Purtroppo ancora oggi siamo lontani dalla parità di genere, ma mi auguro che sin da oggi docenti e alunni abbiano un comportamento più rispettoso delle intelligenze e delle capacità delle donne che stanno al loro fianco nella vita e nelle scuole. Questa mostra è dedicata principalmente alle scuole» ha sostenuto Maria Giovanna Chiavaro Scardino.

«La cultura del rispetto della donna a tutti livelli deve essere fortificata sempre più, basti pensare che i femminicidi sono trasversali, investono tutte le classi sociali, nessuna esclusa. Un fenomeno drammatico, difficile da capire, figlio anche di quell’autonomia che la donna ha conquistato nel tempo e che purtroppo porta l’uomo a trasformarsi in bestia. Occorre più cultura e prestare più attenzioni nei più campi della comunicazione, penso ai social, ma anche ai telegiornali e ai programmi televisivi spesso invasi di messaggi sbagliati».

Alcune esponenti del collettivo femminista RiVolta Pagina

Alcune esponenti del collettivo femminista RiVolta Pagina

Valorizzare il ruolo delle donne

«Ancora oggi la nostra cultura è permeata da concetti maschilisti e, invece, dobbiamo far emergere e valorizzare il ruolo delle donne - ha spiegato Emma Baeri Parisi, rappresentante del Collettivo RiVolta Pagina -. Se pensate alla questione del cognome materno che solo dal giugno scorso può essere adottato dai neonati da solo o insieme con quello del padre. È un retaggio di una concezione patriarcale non più in linea con i tempi moderni e con il diritto alla parità tra i generi. Non è solo un segno di riconoscenza per questa parte di eredità familiare, tramandare il cognome della madre è anche fondamentale per il senso di sé perché le donne ci hanno creato e dato idee e valori. Dobbiamo lavorare molto sulla cultura delle future generazioni, sui contenuti dei libri di testo dove troviamo solo storie di uomini e non di donne, ma anche sulle piccole cose come ad esempio la toponomastica catanese: da qualche anno è stata dedicata a Goliarda Sapienza una piazza nel quartiere San Berillo dove è nata e cresciuta».

Un panel in mostra

Uno dei panel in mostra

Una mostra per gli studenti

«È una mostra che si rivolge soprattutto ai ragazzi delle scuole allestita con straordinaria passione dalle RiVolta Pagina e regalata con generosità all’Università, per continuare ad accendere i riflettori sulle storie e le vite di queste donne – ha aggiunto la delegata alle Pari opportunità d’Ateneo Adriana Di Stefano, rivolgendosi alle studentesse e agli studenti –. Un lavoro di genere per divulgare e incentivare le loro azioni, ricerche e vite e tutto ciò che le donne hanno dato alla cultura, alla scienza e alla tecnologia. Purtroppo spesso le donne sono trascurate, sono state oscurate. Il nostro obiettivo è che ciascuno degli studenti esca da questa sala con una donna ‘speciale’ da ricordare. Non a caso abbiamo appositamente organizzato la mostra nella settimana della giornata delle donne».

Una mostra che già all’apertura ha accolto gli alunni degli istituti scolastici “Cavour” e “Boggio Lera”.

Un momento dell'inaugurazione

La delegata alle Pari opportunità, Adriana Di Stefano illustra la mostra agli studenti 

La mostra

È organizzata dal collettivo femminista RiVolta Pagina (che di recente ha donato al dipartimento di Scienze umanistiche i materiali espositivi) in collaborazione con il Centro Studi di Genere GENUS, di cui è presidente la prof.ssa Stefania Arcara, il SiMuA (Sistema museale d’Ateneo) e il Comitato Unico di Garanzia dell’Università, presieduti dalla prof.ssa Germana Barone, e con la delegata alle Pari Opportunità Adriana Di Stefano.

Promossa in occasione della Giornata internazionale delle donne istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite, ha l’obiettivo di far riflettere sulla tendenza a occultare e rimuovere sistematicamente il contributo delle donne nella società costituendo disvalori e terreno su cui può innestarsi la violenza di genere.

L’Università di Catania, anche quest’anno, grazie alla mostra, è portavoce del contributo che le donne hanno dato allo sviluppo delle idee, del progresso, della cultura e della scienza offrendo gli stimoli per pensare alla costruzione di una società in cui ciascuna persona, di qualsiasi genere, abbia pari valore e dignità, grazie ai messaggi trasmessi dall’esposizione allestita da RiVolta Pagina e oggi affidata alle cure del centro studi GENUS.

La mostra è visitabile fino a venerdì 10 marzo, tutte le mattine dalle 9 alle 13,30