Adelmo e gli altri. Una mostra per sensibilizzare

Ventisei i protagonisti delle storie “raccontate” nei locali del Monastero dei Benedettini di Catania

Mary Bua

È stata inaugurata la mostra Adelmo e gli altri lungo il Corridoio dell’Orologio del Monastero dei Benedettini di Catania. 

Organizzata da Open Catania in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania e Officine Culturali, l’esposizione - visitabile fino all'11 maggio - è dedicata ai confinati omosessuali del fascismo in Lucania, e ha lo scopo di sensibilizzare all’uguaglianza sociale e alla parità di diritti.

«Si è voluto dare il nome di Anselmo a questa mostra perché così si chiamava il più giovane – diciannove anni – dei confinati dei quali si cerca qui di ricostruire le vicende. Si sarebbe potuto intestarla a Giuseppe, morto probabilmente suicida a ventidue anni, oppure a qualunque altro dei ventisei protagonisti». Questo è una parte di quanto recita il pannello introduttivo della mostra che accoglie il pubblico.

Dario Accolla, responsabile cultura di Open Catania, spiega che «la mostra Adelmo e gli altri fa parte di un percorso di sensibilizzazione sul tema delle persecuzioni a danno delle identità non conformi». 

«Non si tratta solo di offrire al pubblico una testimonianza di tempi che furono, e di critica alla violenza fascista, ma di arrivare a una riflessione più ampia sul presente. Ancora oggi, infatti, - prosegue - le soggettività queer sono perseguitate, anche in quella parte del mondo che riteniamo più vicina a noi: le leggi anti-Lgbt+ in Ungheria e in Russia sono un triste fatto di cronaca. E anche negli USA abbiamo tentativi e misure persecutorie contro le persone transgender, ad esempio. Questa mostra mira a sensibilizzare sia la nostra comunità, sia un tessuto cittadino più ampio».

I panel della mostra al Monastero dei Benedettini

I panel della mostra al Corridoio dell’Orologio del Monastero dei Benedettini

Le storie raccontate sono state ricostruite attraverso atti giudiziari e verbali di polizia per lasciare ai visitatori la possibilità di interpretare il materiale presentato. Si è scelto di riprodurre il vissuto dei protagonisti attraverso dei documenti per impedire che il tempo cancelli ogni traccia di quanto vi è riportato, e per mettere in evidenza che quanto accaduto contrasta l’articolo 3 della nostra Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge».

Le ventisei biografie sono quelle di uomini confinati in provincia di Matera e provenienti da ogni parte d’Italia; persone condannate a cinque anni di confino, che era il massimo della pena – perfino superiore a quella che veniva inflitta ai mafiosi. “Soggiorno libero” veniva definito questo esilio e di sole cinque o sei lire giornaliere era il sussidio statale che questi uomini ricevevano, vivendo nella disperata ricerca di un tetto sotto cui rifugiarsi e di come nutrirsi.

Si adattano perfettamente al contesto le famose parole di Primo Levi: «Meditate che questo è stato», che ci esorta a fare della storia, dell’accaduto, una lezione di vita, affinché gli errori commessi non vengano ripetuti.

La mostra Adelmo e gli altri è visitabile fino all’11 maggio al Corridoio dell’Orologio, al secondo piano del Monastero dei Benedettini di Catania. L’ingresso è gratuito.