Riconoscimento per i due ricercatori del Di3A di Unict. La docente Alessandra Gentile è stata eletta presidente della International Society of Citriculture
L’agrumicoltura riveste un ruolo socio-economico rilevante in Sicilia e in particolar modo nel territorio catanese. Un settore che da decenni vede l’Università di Catania impegnata sul piano formativo e soprattutto della ricerca. Un impegno che, grazie agli studi dei ricercatori del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, è riconosciuto anche in ambito internazionale.
E proprio nei giorni scorsi i ricercatori Stefania Bennici e Sebastiano Seminara del Di3A sono stati premiati a Jeju in Corea del Sud in occasione della quindicesima edizione dell’International Citrus Congress che ha richiamato oltre 600 delegati provenienti da 40 Paesi.
Un evento in cui sono state presentate le attività di ricerca più rilevanti nel settore dell’agrumicoltura. L’Italia è stata rappresentata con una delegazione pari al 9% di tutti i partecipanti, terza dopo la Corea, la Cina e gli Stati Uniti. Tra i delegati italiani una importante rappresentanza dell’Università di Catania a testimonianza del grande impegno scientifico dei ricercatori Unict.
Non a caso, in occasione dei lavori a Jeju in Corea del Sud, sono stati conferiti due premi ai giovani ricercatori del Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente.
La dott.ssa Stefania Bennici, infatti, ha ricevuto il premio come Young Mind Awards dell’International society of Horticulture Science (ISHS), mentre al dott. Sebastiano Seminara è stato conferito il riconoscimento dell’International Society of Citriculture come migliore presentazione orale al workshop “Blood oranges”.
I ricercatori Stefania Bennici e Sebastiano Seminara
Nel corso della riunione dell’Executive committee della International Society of Citriculture (ISC), la prof.ssa Alessandra Gentile è stata eletta presidente della società e incaricata di organizzare la sedicesima edizione dell’International Citrus Congress in programma nel marzo del 2028.
Il congresso ritornerà quindi in Italia, l’ultima edizione italiana risale al 1992. «Sarà una grande occasione per presentare ad una comunità scientifica e tecnica di oltre 800 delegati internazionali la qualità della ricerca – spiega la prof.ssa Alessandra Gentile, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree al Di3A di Unict -. E al tempo stesso delle produzioni agrumicole del nostro territorio, in un’ottica di filiera che parte dal settore vivaistico fino al prodotto trasformato incluso l’utilizzo dei sottoprodotti anche in una logica di economia circolare».
Il tema del convegno, non a caso, sarà Healthy plants, healthy fruits, healthy products.
L’Executive committee della International Society of Citriculture
ISHS Young Minds Award in the Poster category a Stefania Bennici
La dott.ssa Stefania Bennici ha ricevuto il premio come Young Mind Awards dell’International society of Horticulture Science per il poster dal titolo S-genotyping and genome editing to investigate the genetic basis of self-incompatibility in citrus.
A Jeju in Corea del Sud la ricercatrice ha illustrato il poster incentrato sull’attività di ricerca che ha l’obiettivo di comprendere le basi molecolari della sterilità e dell’apirenia in agrumi, cioè dell’assenza di semi nel frutto, carattere altamente apprezzato dai consumatori.
«In particolare, l’auto-incompatibilità in agrumi è un meccanismo che previene l’autofecondazione attraverso l’azione di un gene altamente polimorfico, S-RNasi, che codifica una proteina capace di inibire la crescita dei tubetti pollinici provenienti dallo stesso individuo o individui geneticamente correlati», spiega la dott.ssa Stefania Bennici.
«Diverse specie di agrumi, tra cui pummelo, mandarino e mandarino-simili mostrano tale meccanismo che, associato alla partenocarpia, assicura la produzione di frutti apireni – aggiunge -. Finora sono state individuate 18 S-RNasi in diverse specie di agrumi. Tra questi è stato riportato il gene mutato S-RNasi (Sm-RNasi) responsabile della perdita del meccanismo di autoincompatibilità e quindi responsabile della formazione di semi nel frutto».
«Lo studio ha permesso di definire la composizione allelica di 41 diverse specie di agrumi, inclusi pummeli, mandarini, mandarino-simili e aranci, identificando 5 nuovi alleli non ancora riportati in bibliografia. Tali informazioni potranno essere sfruttate per la progettazione di agrumeti tali da impedire fenomeni di impollinazioni incrociate con polline compatibile garantendo così la produzione di frutti di qualità e senza semi», evidenzia la ricercatrice.
«Parallelamente, lo studio ha previsto l’applicazione delle nuove Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA) attraverso editing genomico in arancio dolce 'Doppio Sanguigno', genotipo autocompatibile che produce frutti con semi, del gene mutato Sm-RNase al fine di correggere la mutazione e ripristinare il meccanismo di autoincompatibilità e quindi l’apirenia – conclude Stefania Bennici -. I risultati di tale esperimento, ancora in corso, consentiranno di pianificare programmi di miglioramento genetico per l’ottenimento di nuovi genotipi di agrumi senza semi».
Blood oranges, la presentazione di Sebastiano Seminara premiata dall’Isc
Al ricercatore Sebastiano Seminara è stato conferito il riconoscimento dell’International Society of Citriculture come migliore presentazione orale al workshop Blood oranges.
La presentazione esposta dal dottorando in “Agricultural, Food and Environmental Science”, afferente al Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, ha riguardato la caratterizzazione di tre nuove selezioni di arancio Tarocco, cultivar popolazione estremamente importante per il comparto agrumicolo nazionale.
«Il gruppo dei cloni di Tarocco sebbene assai diversificato, non presenta oggi genotipi caratterizzati da epoca di maturazione tardiva (aprile-maggio) dotati al contempo di intensa pigmentazione antocianica – spiega il ricercatore -. Pertanto, l’obiettivo della ricerca condotta è stato quello di individuare e caratterizzare nuovi cloni che possano rispondere a questa forte esigenza del comparto agrumicolo». L’attività è stata svolta in collaborazione con i ricercatori del CREA di Acireale e ha riguardato 97 selezioni di arancio dolce, al fine di valutarne l’attitudine alla maturazione tardiva e l’elevata pigmentazione della polpa.
«I valori registrati a maturazione hanno rivelato il notevole potenziale dei cloni ‘Tarocco Amantea’, 'Tarocco Gangi' e 'Tarocco Pedalino', a confronto con gli attuali riferimenti commerciali per lo stesso periodo, rappresentati dai cloni ‘Tarocco Sant’Alfio’ e ‘Tarocco Messina’ – precisa Sebastiano Seminara -. La valutazione ha riguardato la forza di resistenza al distacco del peduncolo, parametro connesso al fenomeno della cascola pre-raccolta, il rapporto zuccheri/acidi e il contenuto di antocianine totali a maturazione».
«Queste evidenze sono state suffragate da apposite analisi sensoriali nonché da precedenti valutazioni effettuate dal Crea, relative all’attitudine alla conservabilità in post-raccolta delle stesse accessioni – spiega -. Di tali cloni verrà ottenuto materiale di propagazione esente da malattie, allo scopo di poter procedere all’introduzione in coltivazione di questi nuovi genotipi consentendo l’ampliamento dell’attuale calendario di produzione dell’arancia rossa, con importanti ripercussioni per l’intero comparto».