Al via il KinEst Fest 2025 a Catania

La quinta edizione del Festival Internazionale del Cinema punta i riflettori sull’infanzia

Aurora Spampinato

Si è aperta, negli spazi del Centro Universitario Teatrale, la quinta edizione del KinEst Fest, festival internazionale del cinema, che negli anni si è affermato come appuntamento di rilievo nell’offerta culturale della città.

Santina Arena, insieme con i componenti del comitato scientifico, ha presentato la serata ribadendo l’anima collettiva della rassegna: un festival reso possibile grazie al contributo di persone, associazioni e realtà unite dalla convinzione che il cinema debba raccontare storie capaci di lasciare un segno.

Non è mancato un momento di solidarietà nei confronti della popolazione di Gaza. Il fil rouge di quest’anno intreccia l’infanzia e l’adolescenza, temi che attraversano le undici proiezioni in concorso e che verranno affrontati in dialogo con ospiti internazionali, tra le sedi del Cut dell’Università di Catania, di Centro Culture Contemporanee e dell’Arena Adua.

Il comitato scientifico presenta il KinEst Fest

Il comitato scientifico presenta il KinEst Fest

Ad inaugurare il festival è stato il film Per il vostro bene (Dla waszego dobra, 2025) del regista polacco Ireneusz Grzyb, che porta sullo schermo il lato oscuro delle relazioni familiari. Dopo la scomparsa misteriosa del loro cane, due adolescenti sono costretti ad affrontare i genitori che, nel tentativo di risolvere il mistero, sprofondano gradualmente nella follia, aprendo una voragine nelle relazioni tra le parti.

Se la crisi iniziale può rappresentare un’occasione per conoscere meglio i figli, ciò che emerge è piuttosto un’inquietante distorsione della realtà, dove i genitori costruiscono una prigione emotiva in cui il mondo esterno diventa nemico, minaccia pronta a sottrarre ciò che si è faticosamente costruito. Il regista sceglie di ambientare quasi tutta la vicenda di questo thriller familiare all’interno della casa di famiglia, un microcosmo claustrofobico dove silenzi e rumori, sostenuti da una colonna sonora inquietante, scandiscono l’avanzare della follia.

Il film mette a nudo i rapporti di potere e le dinamiche di controllo in una famiglia benestante, dove il desiderio dei genitori di “fare il bene” dei figli diventa in realtà un esercizio di dominio. Se in un primo momento il conflitto sembra svilupparsi soprattutto sul piano generazionale, a poco a poco emerge una realtà più complessa: il vero centro del potere è il padre, figura che esercita un controllo crescente su tutti i membri della famiglia, fino a imporre la propria autorità con violenza.

È qui che il film oltrepassa il racconto di un semplice scontro tra generazioni e si fa denuncia: la casa si rivela come il luogo in cui si annidano dinamiche patriarcali, capaci di trasformare la protezione in oppressione e paura. Dietro l’apparente perfezione si svela così un terreno minato di fragilità e repressioni, dove ogni tentativo di ribellione diventa una minaccia all’ordine imposto.

La tensione è sorretta dalle ottime interpretazioni del cast, con particolare forza nei due giovani protagonisti (Lila Vasina e Stefan Wojcik), capaci di restituire il dolore muto di chi cresce in un ambiente dove le domande non hanno spazio, perché qualcuno pretende già di avere tutte le risposte.

Un frame del film "Per il vostro bene"

Un frame del film "Per il vostro bene"

Dopo la proiezione, il pubblico ha potuto assistere a un dibattito con l’attrice protagonista, nel ruolo della madre, Klara Williams, insieme ad Agnieszka Hetman e alla psicologa Grazia Puglisi, membro del comitato scientifico del festival. Alcune domande sono state rivolte direttamente all’attrice, in particolare sulle motivazioni che l’hanno portata ad accettare il ruolo e sulle difficoltà di interpretarlo.

Williams ha raccontato la complessità del personaggio della madre, una figura controversa, che a tratti sembra assecondare il gioco del marito, e in altri momenti mostra il desiderio di ribellarsi, senza però sapere come farlo. «Era chiaro che fosse un rapporto disfunzionale», ha sottolineato l’attrice, spiegando come il suo personaggio fosse intrappolato in dinamiche più grandi di lei, priva degli strumenti per trovare una via d’uscita. 

L’attrice protagonista ha, inoltre, rivelato un dettaglio interessante sulla lavorazione del film: fino alla fine delle riprese, il regista non ha mai voluto svelare agli attori chi fosse il responsabile dell’uccisione del cane, scelta che ha contribuito a mantenere alta la tensione e l’autenticità nelle interpretazioni. Grazie anche alle domande specifiche della dottoressa Puglisi, il confronto ha ampliato le riflessioni del film, riportandole alla sfera concreta delle relazioni familiari e sociali, evidenziando quanto spesso certe dinamiche di potere e silenzi radicati si presentino anche nella vita quotidiana.

Il KinEst Fest proseguirà fino al 10 ottobre, con proiezioni e incontri.

Un momento della serata

Un momento della serata

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