Alla Notte dei Ricercatori spazio anche alla tavola rotonda sulle nuove tecnologie
Uno dei momenti clou della Notte dei Ricercatori made in Catania, organizzata nell’ambito del progetto Sharper, è stato la tavola rotonda Al, Robotica, Quantum Technologies: le sfide che ci portano nel futuro.
Un’iniziativa – ospitata nel Cortile del Palazzo Platamone – che è stata curata dalla coordinatrice dell’edizione etnea, la prof.ssa Alessia Tricomi e che ha registrato, in apertura, i saluti del rettore Francesco Priolo e del vicesindaco Paolo La Greca.
L’evento è stato un’importante occasione di confronto sulle sfide tecnologiche che ci attendono nel prossimo futuro, focalizzandosi su tematiche come l’AI, la robotica e le tecnologie quantistiche.
La tavola rotonda ha riunito esperti di spicco nei rispettivi campi, offendo al pubblico una panoramica approfondita delle innovazioni che stanno trasformando il mondo. Riguardo all’evento uno dei relatori, Giovanni Muscato, docente e Direttore del Dipartimento del Dieei e responsabile dello Spoke 9 del PNRR, ha affermato «è stata ottima l’organizzazione – ha continuato - i miei colleghi relatori erano ben qualificati per i temi trattati».
Si sono susseguiti gli interventi di Tommaso Boccali, responsabile dello Spoke 2 del PNRR e dirigente di ricerca dell'Infn di Pisa, Elisabetta Paladino, del Dipartimento di Fisica ed Astronomia e coordinatrice nazionale dello spoke 9 “Education and Outreach” del Partenariato Esteso National Quantum Science and Technology Institute (NQSTI), Giovanni Muscato, FrancescoPappalardo, docente al Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute e co-leader dello Spoke 8 del Pnrr, Concetto Spampinato, docente al Dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica ed informatica (Dieei) e responsabile del Pnrr per la ricerca sul futuro dell’intelligenza artificiale.
L’evento è stato moderato dal giornalista Leandro Perrotta, del quotidiano “La Sicilia”, e dalla direttrice Infn della sezione di Catania AlessiaTricomi, nonché delegata del rettore alla Terza Missione dell’Università di Catania e responsabile del progetto Pnrr Centro Nazione HPC, Big Data and Quantum Computing (ICSC di Bologna) insieme con Francesco Pappalardo e Tommaso Boccali.
Alessia Tricomi, Francesco Priolo e Paolo La Greca
La tavola rotonda è stata un momento importante per presentare al vasto pubblico le attività di grande interesse attuale svolte nell'ateneo catanese anche nell’ambito di progetti Pnrr e le grandi sfide che pongono.
Sulle tecnologie quantistiche è intervenuta la prof.ssa Elisabetta Paladino, la quale ha spiegato lo stato attuale e le dirompenti potenzialità delle Tecnologie Quantistiche, ovvero tecnologie che usano i sorprendenti fenomeni della fisica quantistica per costruire i paradigmi funzionali delle future “macchine quantistiche”.
Si è parlato di computer quantistici che, con nuovi paradigmi funzionali, sono capaci di progettare strutture complesse, come farmaci, nuovi materiali, o prodotti nel settore automotive, di analizzare il mercato azionario o le previsioni del tempo, capaci anche di decifrare le attuali chiavi crittografiche usate dagli istituti di credito.
Ma le tecnologie quantistiche sono molto di più: consentono di implementare comunicazione e crittografia con sicurezza informatica assoluta e sono inoltre alla base di una sensoristica quantistica di accuratezza prossima ai limiti di natura, con applicazioni a vari settori, dalla tecnologia post-GPS allo imaging medico.
Oltre all’ampio ventaglio di applicazioni “dirompenti”, il potenziale impatto delle TQ per il mondo dell’impresa si estende allo sviluppo di tecnologie abilitanti in informatica, matematica, fisica, chimica e scienza dei materiali (come illustrato anche nell’articolo pubblicato su UnictMagazine nei giorni scorsi).
La docente ha illustrato le attività del Partenariato Esteso National Quantum Science and Technology Institute (NQSTI), che ponendosi con una visione di ampio respiro, punta anche alla formazione di figure professionali che possano diventare la forza lavoro in questo settore di rapidissimo sviluppo.
«Per poter mantenere il passo con gli sforzi che altri paesi, in tutto il mondo avanzato, stanno facendo è necessario investire nella formazione» - ha spiegato la prof.ssa Paladino.
I relatori della tavola rotonda moderati da Leandro Perrotta e Alessia Tricomi
NQSTI ha avviato diverse iniziative di formazione a partire dal mondo della scuola fino ad arrivare alla formazione professionalizzante di figure che possano essere subito immesse nel mondo del lavoro.
«Questo sforzo è particolarmente importante per il Sud del paese, verso il quale NQSTI sta investendo copiose risorse» - ha aggiunto.
«Nell’anno accademico 2024/2025 che sta per iniziare, al Dipartimento di Fisica e Astronomia sarà attivato un master di II livello in Scienze e Tecnologie Quantistiche che vede la partecipazione di imprese di livello internazionale e per il quale è attualmente aperto il bando di partecipazione», ha precisato.
Parallelamente NQSTI ha avviato una serie di iniziative rivolte al mondo produttivo, infatti, il tessuto industriale in Sicilia comincia infatti a mostrare interesse verso l’innovazione offerta dalle tecnologie quantistiche.
In questo frangente l’esplorazione delle tematiche, in particolare nei settori del software, della cybersecurity, della sensoristica, della microelettronica e dell’energia, e in sinergia con l’intelligenza artificiale, costituisce un’importante azione strategica per il territorio, che può beneficiare del ruolo di primo piano dell’Ateneo catanese.
«Durante la tavola rotonda sono state analizzate le sfide dell'intelligenza artificiale (AI) in termini di robustezza, affidabilità, fairness e democratizzazione», ha spiegato il prof. Concetto Spampinato. «Sono stati evidenziati sia i rischi che le opportunità che l’AI comporta, in particolare nel contesto delle tecnologie emergenti come il quantum computing e la robotica, che possono potenziare le sue capacità», ha aggiunto il docente del Dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica e informatica.
«Cruciale è il ruolo dei finanziamenti italiani, in particolare attraverso il Pnrr e il progetto FAIR, che si concentrano sull'investimento nelle persone anziché sulle sole infrastrutture tecnologiche» - ha evidenziato.
«Investire nelle persone offre un ritorno sostenibile nel medio termine, sviluppando competenze fondamentali per la resilienza; al contrario l'investimento esclusivo in tecnologie, sebbene fondamentale per produrre risultati rapidi per rendere l’Italia, tende a essere più volatile e meno strategico, lasciando la nazione vulnerabile ai rapidi cambiamenti del panorama tecnologico» - ha aggiunto.
«Pertanto, è fondamentale trovare un bilanciamento tra investimenti in tecnologie e investimenti nelle persone», ha concluso il prof. Spampinato.
Il pubblico presente nel Cortile del Palazzo Platamone
Tra i temi discussi anche il concetto di Digital Twin e di medicina in silico. L’approccio in silico prevede l’utilizzo di vari strumenti computazionali, come simulazioni al computer e modelli matematici, per studiare i sistemi biologici, dal livello molecolare a quello dell’organismo.
«Nei prossimi tre anni compiremo passi significativi verso l’adozione diffusa della medicina in silico. Questo progresso è già in atto – ha affermato il dott. Francesco Pappalardo - e l’impegno della community of practice sta permettendo la promozione di una maggiore consapevolezza e accettazione a livello accademico e industriale».
«Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine alla collega Alessia Tricomi e al giornalista Leandro Perrotta per l'eccezionale organizzazione dell'evento», ha aggiunto il docente. «Grazie al loro impegno, dedizione e professionalità, l'incontro è stato un vero successo, offrendo un ambiente stimolante e arricchente per tutti i partecipanti», ha precisato il prof. Francesco Pappalardo.
È stata evidenziata, durante la tavola rotonda, in più di un’occasione, l’importanza degli investimenti provenienti dal Pnrr che, tra le altre cose ha finanziato anche i progetti Horizon 2020 e Horizon Europe, incentrati appunto sulla medicina in silico.
Un simile contributo ha permesso la formazione di cinque centri nazionali per la ricerca che si occuperanno di simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni, Agritech, sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA, Mobilità sostenibile e biodiversità. Hanno sede nelle città di Modena, Reggio Emilia, Palermo, Napoli, Padova e Milano.
I centri collaboreranno attivamente con 144 istituzioni, tra università e imprese private. Per la ricerca si tratta, finora, di ventiquattro progetti di potenziamento con un investimento di 931 milioni di euro e di ulteriori venticinque per le nuove tecnologie, con un investimento di 500 milioni di euro.
Dal 2013 al 2021 sono espatriati all’estero quasi il 42% dei laureati italiani e, con loro, la gran parte dei loro progetti di ricerca che, ad oggi, li fanno risultare i secondi nella classifica dei più premiati dal Consiglio europeo della ricerca. Il quadro fotografato dal Libro Bianco sulle Sciense della Vita (2023) è scoraggiante: i ricercatori italiani fuggono all’estero dove sono più alti i salari e più grandi le possibilità lavorative e dove, appunto, vincono i famosi “grant”. Al primo posto i ricercatori tedeschi mentre al secondo, con 57 grant vinti nel 2023, i nostrani.
Dato l’enorme successo la Sharper Night verrà riproposta il prossimo anno. Appuntamento, dunque, al settembre 2025.