Alberi e boschi dell’Etna, alla scoperta della faggeta Timparossa

In occasione della Giornata Mondiale degli Alberi, oltre cento persone hanno partecipato all’escursione organizzata dall’Orto Botanico dell’Università di Catania e dal Cai

Alfio Russo
I visitatori mentre attraversano la colata di Monte Ponte di Ferro ricoperta dall'astragaleto, sullo sfondo Monte Nero
I visitatori mentre attraversano la colata lavica del 2002, sullo sfondo l'Etna
Una "lezione" a Piano Provenzana
I visitatori mentre percorrono le eruzioni di Monte Nero
In foto Saverio Sciandrello, Emilia Poli e Gianpietro Giusso del Galdo
Gli escursionisti a Piano Provenzana

È uno dei sentieri più belli e suggestivi dell’Etna, versante Nord. È la faggeta Timparossa che oltre cento amanti della natura hanno potuto scoprire e ammirare grazie all’escursione organizzata, sabato scorso, dall’Orto Botanico dall’ateneo catanese in collaborazione con le sezioni di Catania e Acireale del Cai.

Docenti universitari, dottorandi, studenti, guide vulcanologiche e esperti dell’Ingv, con la preziosa partecipazione del dott. Agatino Sidoti, dirigente Servizio 11 “Servizio per il territorio di Catania” del Dipartimento Regionale Dello Sviluppo Rurale e Territoriale e della prof.ssa Emilia Poli, che ancora oggi continua promuovere la protezione e valorizzazione dell’ambiente vegetale etneo, hanno guidato i visitatori in questa iniziativa – dal titolo Alberi e boschi dell’Etna - organizzata per la ricorrenza annuale della Giornata Mondiale degli Alberi che si celebra il 21 novembre.

Partiti da Piano Provenzana, lungo il sentiero che conduce all’omonimo bivacco, è stata ammirata la bottoniera del 1911, i magnifici paesaggi montani del vulcano, di Monte Nero con i suoi 2043 metri, delle pinete a Pinus laricio e della faggeta di Timparossa in veste autunnale. Non meno affascinante l’affaccio sui Peloritani, ad ammirare alcune delle vette più importanti - Rocca di Novara, Montagna Grande, Monte Scuderi, Pizzo Vernà - e delle isole Eolie.

Faggeta di Timparossa

La faggeta di Timparossa 

I ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, dott. Filippo Greco e dott. Daniele Andronico, hanno contribuito all'interpretazione paesaggistica fornendo il loro contributo scientifico ed esponendo i concetti chiave per la comprensione dello scenario vulcanologico della zona. Nello specifico, hanno descritto le eruzioni di Monte Nero (1646), Monte Ponte di Ferro (1923) e le colate laviche che circondano la medesima area ascrivibili all'eruzione del 1911, enfatizzando la dinamicità ambientale del vulcano.

La partecipazione è stata notevole e ha consentito agli escursionisti di approfondire le proprie conoscenze di botanica, di ecologia vegetale e paesaggio grazie alle spiegazioni dei docenti Gianpietro Giusso del Galdo e Saverio Sciandrello, grazie anche al contributo di Concetto Scuto del Cai di Acireale e di Fabrizio Meli del Cai di Catania.

«L’Etna ospita uno straordinario patrimonio boschivo-forestale, con una flora complessiva di circa 1100 specie vegetali, di cui un centinaio sono le specie endemiche, elementi floristici di notevole valore scientifico con una distribuzione geografica piuttosto ristretta tra cui 29 sono endemismi esclusivi del vulcano», hanno spiegato i docenti Gianpietro Giusso del Galdo e Saverio Sciandrello.

La suggestiva Bottoniera

La suggestiva Bottoniera

«Durante la passeggiata sono state osservate e discusse alcune specie rare o endemiche di notevole valore fitogeografico come la Anthemis aetnensis, piccola camefita con fiori compositi appariscenti di straordinaria bellezza, la Astragalus siculus, dalla stravagante forma emisferica pungenteed esemplari isolati di Betula etnensis, specie arrivata sull’Etna in periodi climatici più freddi e differenziatasi nel suo isolamento etneo», hanno aggiunto i docenti.

«E, inoltre, la bellissima Saponaria sicula che tappezzava nella sua forma fenologica non ottimale il versante nord di Monte Nero», hanno tenuto a precisare. Nel corso della escursione si è discusso anche dell’importanza delle specie legnose forestali e arbustive, come le formazioni boschive a Fagus sylvatica, la vegetazione arbustiva di alta quota a Juniperus hemisphaerica e Berberis etnensis e le pinete a Pinus laricio.

Un patrimonio botanico, quello boschivo, prezioso da studiare e conservare su cui si basano numerosi servizi ecosistemici essenziali per la nostra vita, quali la produzione di ossigeno, il sequestro di anidride carbonica dall'atmosfera, il contrasto al dissesto idrogeologico e agli effetti del cambiamento climatico.

Gli escursionisti che hanno partecipato all'iniziativa

Gli escursionisti che hanno partecipato all'iniziativa

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