La più celebre opera di Ponchielli chiude la stagione operistica 2024 del teatro Massimo Bellini di Catania
Conosciuta soprattutto per la sua famosissima Danza delle ore, La Gioconda è stata composta da Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito, tra il 1874 e il 1876, ed è andata in scena per la prima volta l’8 Aprile 1876, al Teatro La Scala di Milano.
L’opera si ispira a un dramma di Victor Hugo: Angelo, tyran de Padoue. Ponchielli e Boito apportarono varie modifiche al soggetto, ridefinendo i personaggi, le loro azioni, i loro sentimenti, il luogo in cui è ambientata la vicenda (da Padova a Venezia) e inserendo il personaggio di Barnaba.
La drammaturgia è pomposa, improntata alla spettacolarità, varie solo le danze presenti (forlana, danza delle ore); si tratta di elementi rappresentativi del genere della grande opera, a cui appartiene Gioconda, che sull’esempio della grand opéra francese era stata importata dal melodramma italiano.

Un momento dell'opera
L’allestimento catanese, in scena dal 13 al 21 dicembre, ha visto la regia, la scenografia e i costumi di Francesco Esposito, che ha saputo ricreare un cupo microcosmo veneziano sul palco del Bellini: un’installazione imponente che si trasforma prima in ponte, poi in nave, poi, ancora, in salotto nobiliare, per divenire, infine, un’abitazione popolana.
Il riferimento al luogo in cui si svolge la vicenda, Venezia, è dato da un grande leone alato, dorato, che domina la scena durante il primo e il terzo atto. Interessante la scelta dei colori dei costumi, che richiamano l’animo ma anche il destino dei personaggi.
Gioconda, interpretata da Anna Pirozzi, veste sempre in nero, colore che: simboleggia il suo dolore per essere stata tradita e abbandonata dall’uomo che ama; preannuncia la perdita dell’amata madre; e simboleggia anche il suo destino, la morte.

Un momento dell'opera
Laura Adorno, interpretata da Anastasia Boldyreva, ed Enzo Grimaldo, interpretato da Ivan Movirov, indossano abiti in bianco e azzurro, colori che richiamano la purezza d’animo di Laura, e il mare nel quale il principe genovese, dopo essere stato esiliato, si ritrova a vivere, su una nave.
Barnaba, interpretato da Franco Vassallo, e Alvise Badoero, interpretato da George Andguladze, sono i due cattivi della vicenda: entrambi vestono di rosso, colore che richiama il potere; la passione per delle donne che non li ricambiano; inoltre, è anche il colore che simboleggia il diavolo, è il male a muovere le loro azioni.
I personaggi e le comparse (coro) indossano maschere e accessori dai colori sgargianti (blu, rosso, verde, giallo), evidente collegamento al carnevale di Venezia.
Sotto il punto di vista drammaturgico-interpretativo: il soprano Anna Pirozzi fa assumere, al personaggio che interpreta, le connotazioni di una donna dolce, comprensiva e timorata di Dio, piuttosto che di un’innamorata gelosa, passionale e vendicativa, tratti che tendono a prevalere più frequentemente, nelle varie interpretazioni realizzate dal 1876 ad oggi. L’artista ha gestito la sua vocalità in modo impeccabile, senza alcuna sbavatura e modulando i suoni egregiamente.

Un momento dell'opera
Franco Vassallo, dal canto suo, ha interpretato il suo personaggio in maniera magistrale: il suo Barnaba è l’incarnazione del male, dotato di cinismo e malvagità, non mostra alcun tipo di tentennamento nelle trame che ordisce. Per ciò che concerne l’esecuzione dei numeri musicali, anche lui esegue i pezzi con estrema precisione, e fa trasparire nella sua interpretazione tutta la cattiveria e l’immoralità del personaggio.
L’orchestra, diretta dal maestro Fabrizio Maria Carminati, ha elargito suoni quieti ed equilibrati, che non hanno sovrastato le voci degli interpreti, brillando, invece, al massimo delle proprie potenzialità durante il preludio e le danze (applauditissima l’esecuzione della danza delle ore).
Il pubblico è stato allietato, visivamente, dalle coreografie di Domenico Iannone, eseguite dal corpo di ballo di AltraDanza.
Durante il secondo atto, al coro del teatro Bellini, diretto dal maestro Luigi Petrozziello, si è aggiunto anche un secondo coro, il coro di voci bianche InCanto diretto dal maestro Alessandra Lussi.

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