Alla scoperta della propria strada: l’affermazione personale con “Povere creature!”

L’evoluzione dell’essere attraverso l’autodeterminazione, il libero arbitrio e la società circostante: da “Frankenstein” di Mary Shelley al romanzo di Alasdair Gray

Stefano Zito

Povere creature! di Yorgos Lanthimos è uno dei film più attesi dal pubblico, già approdato nelle sale cinematografiche italiane.

Dopo aver ricevuto due Golden Globe per Miglior film commediaMiglior attrice in un film commedia, si presenterà alla notte degli Oscar 2024 con undici nomination.

La visione del film permette il confronto su vari temi delicati della società contemporanea: come l'autodeterminazione dell’essere attraverso la ricerca di un’autenticità personale influenzata dalle pressioni sociali e dalle opportunità offerte dalla modernità.

L'attrice Emma Stone

L'attrice Emma Stone protagonista del film

Oggi molti movimenti e dibattiti si concentrano sull’affermazione personale in vari ambiti: le lotte per i diritti alla libertà di espressione, alla privacy, all’autodeterminazione del proprio corpo (come nel caso dei movimenti per i diritti riproduttivi e LGBTQI+), la ricerca di un’identità personale culturale, religiosa e socioeconomica, per affermare il diritto di scegliere il proprio percorso di vita senza essere vincolati dalle aspettative degli altri.

In un’epoca in cui le influenze esterne, come i media e i social media, possono esercitare una forte pressione sull’individuo, l’autodeterminazione diventa un atto di resistenza. Molte persone si sforzano di trovare e mantenere la propria autenticità, lottando contro le aspettative sociali predefinite. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo devono affrontare molte sfide come le pressioni economiche, le disuguaglianze strutturali e le norme sociali restrittive. L’accesso equo alle opportunità e la creazione di un ambiente favorevole diventano quindi temi cruciali per garantire a tutti la possibilità di determinare la propria vita.

Il romanzo Povere creature! dello scrittore scozzese Alasdair Gray, pubblicato nel 1992, analizza queste tematiche a partire però da una tradizione a cui l’opera rinvia. Lo scrittore si è ispirato al romanzo Frankenstein (1818) di Mary Shelley. Al centro del racconto libro della scrittrice vi è una creatura rifiutata dalla società a causa della sua apparenza mostruosa, che affronta di conseguenza un’esperienza di isolamento. Il percorso di distruzione e vendetta che ne deriva per il personaggio stimolano delle riflessioni sul rapporto fra autodeterminazione, emarginazione e isolamento sociale. 

Una scena del film "Povere creature!"

Una scena del film "Povere creature!"

Il film Povere creature! (2023) diretto da Yorgos Lanthimos esplora la dimensione cerebrale della sessualità e dell’identità. La protagonista Bella Baxter, interpretata da Emma Stone, è un personaggio genuinamente esplorativo, la cui esperienza della sensualità e del piacere non è inibita dalle ipocrisie della società patriarcale. Tuttavia, per alcuni personaggi maschili la sua libertà erotica è così ingombrante e minacciosa da far ritenere la protagonista un ‘mostro’.

Il film del 2023 rievoca innumerevoli versioni cinematografiche sul tema, tra cui l’esilarante Frankenstein Junior (1974) di Mel Brooks. L’ironia del film è ripresa per i comportamenti senza filtri dell’eroina Bella Baxter, a cui viene trapiantato il cervello del figlio che porta in grembo, come nel romanzo di riferimento. Questo determina in molte scene degli esiti comici e sconvolgenti rispetto all’educata società vittoriana in cui l’opera è ambientata.

Molta critica di matrice femminista ha sostenuto che la riscrittura di Gray del romanzo gotico di Shelley presenta un mostro femminile, la cui anormalità fisica non risiede nell’aspetto, ma nell’eccessivo appetito sessuale. La vivida caratterizzazione di Bella rovescia questo ordine simbolico, rivelando invece la mostruosità della violenza di genere.

La costruzione visiva del film va in questa direzione. Distorce e deforma il nostro punto di vista, incoraggiandoci ad abbracciare sia la stranezza che la novità dell’esistenza di Bella. Se si confronta il film di Yorgos Lanthimos con Barbie (2023) di Greta Gerwig, si nota subito la differenza nel trattare l’identità di genere. 

Il film di Greta Gerwig si conclude con l’impianto vaginale di Barbie, mentre quello di Lanthimos inizia con il trapianto di cervello della protagonista. Questo contrasto sottolinea i diversi obiettivi delle due opere filmiche: Barbie si concentra sull’estetica, riducendo la sessualità femminile a un fenomeno puramente biologico, Povere creature! esplora la dimensione cerebrale della sessualità e dell’identità.

Una scena del film "Povere creature!"

Una scena del film "Povere creature!"

Anche se ambientato in età vittoriana, le domande stimolate dalla visione del film riguardano anche la nostra società. Da un lato, il contesto storico conferisce al film una certa distanza, come se tutto ciò fosse superato, ma dall’altro sottolinea il fatto di non aver risolto del tutto problemi sociali secolari.

Povere creature! diventa così sia un promemoria che un modello. L’esperienza del film ricorda che si può rimanere ottimisti, curiosi e determinati, grazie al modello incarnato da Bella Baxter. La sua lotta si ricollega alla più ampia discussione sulla natura umana, evidenziando l’idealismo distintivo di un personaggio senza tempo.

Attraverso simili opere, le nuove generazioni hanno l’opportunità di sfidare norme sociali obsolete, aprendo la strada a un’ampia gamma di espressioni di sé. La consapevolezza dell’importanza della libertà individuale e del rispetto per le diverse scelte di vita sarà fondamentale. L'autodeterminazione non solo sarà incoraggiata, ma celebrata come un elemento chiave nella costruzione di una società più sensibile verso la varietà dell’essere. I giovani dovranno essere sempre più consapevoli delle ‘sfide globali’ che richiedono tali nodi sociali, contribuendo al loro superamento.

Il tema dell’affermazione personale nell’avvenire richiederà un crescente impegno verso la giustizia sociale e l’uguaglianza. Ma la lotta per l'autodeterminazione non si limiterà solo alla sfera individuale. Si si estenderà, anche grazie ad arti come il cinema, alla visione collettiva di un mondo in cui ogni persona ha l’opportunità di esprimere il proprio potenziale.