Smentiamo lo stereotipo che qui al Sud non c’è niente! EtnaComics, Taormina Film Fest, Sicilia Jazz Festival, Ortigia Sound System e tanto altro ancora sono tutti eventi culturali che prendono luogo solamente in Sicilia
Non sono pochi i giovani che continuano ad avere il pregiudizio secondo cui la Sicilia non offra alcuna opportunità o esperienza culturale. Tanto che spesso preferiscono acquistare un biglietto per volare a Lucca o a Milano, rispettivamente per partecipare al Lucca Comics o al MiArt, piuttosto che informarsi sugli eventi che si svolgono nella propria città.
A tal proposito, è stato molto significativo l’incontro Cosa vuol dire festival. Il punto di vista dei produttori, che si è tenuto nei giorni scorsi nell’Aula 75 del Monastero dei Benedettini del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania durante la lezione del corso Culture e Linguaggi della Popular Music del prof. Giuseppe Sanfratello.
Ospiti dell’evento Maurizio Cuzzocrea e Mario Gulisano, entrambi musicisti e direttori artistici di festival, nonché figure centrali del panorama culturale locale in qualità di presidenti delle associazioni AreaSud e Darshan.
Gli ospiti hanno iniziato la loro presentazione invitando gli studenti a riflettere sulla parola “festival” ‒ oggi molto diffusa, ma anche molto ambigua ‒ e chiedendo cosa, effettivamente, potessero avere in comune il Festival di Sanremo e un festival scacchistico.

Un momento dell’intervento di Mario Gulisano
Sono state molte le definizioni offerte su cui si è riflettuto durante la lezione. La Treccani segnala una «festa popolare, spesso all’aperto, articolata in una serie di spettacoli musicali, teatrali o cinematografici»; l’Utet aggiunge anche la dimensione della competizione all’interno delle manifestazioni artistiche.
Il Ministero della Cultura dà, invece, una definizione più tecnica: «una manifestazione con una pluralità di linguaggi artistici, compresenza di spettacoli prodotti, ospitati o coprodotti, in un arco temporale limitato e all’interno di un progetto culturale coerente, svolto in un territorio definito».
Quest'ultima dicitura è quella che più si avvicina all’esperienza di Cuzzocrea e Gulisano, anche perché è quella alla base dell’accesso ai finanziamenti pubblici per i festival. A completamento, Wikipedia riporta: «un evento festivo, spesso organizzato da una comunità locale, costruito attorno a un tema centrale (artistico, culturale, religioso, gastronomico) e con cadenza periodica, generalmente annuale. Si distingue per la varietà delle attività proposte (concerti, laboratori, performance, incontri) e per la dimensione sociale e partecipativa, che crea un forte legame tra territorio, contenuti e comunità».
Vedendo lo sguardo perplesso degli studenti al sentire tutte quelle definizioni così varie e diversificate, i due presidenti hanno subito esplicitato come, di fatto, il termine festival oggi abbia assunto significati molto ampi e ambigui. Proprio per questo, Gulisano e Cuzzocrea hanno evidenziato la necessità di acquisire degli elementi chiari e distintivi, come un’identità culturale coerente, un progetto condiviso e una visione ben strutturata, che possano in qualche modo definire e differenziare i festival.
Ed è proprio a questo punto che i due organizzatori hanno sorpreso gli studenti con una riflessione inaspettata su cosa sia davvero un festival: non esistono definizioni sbagliate, perché ogni interpretazione nasce dalle esperienze dirette vissute da ciascuno, modellate dalla propria partecipazione fisica e personale in un determinato contesto. In questo senso, ogni definizione è valida, perché autenticamente vissuta.
A tal proposito i due relatori hanno dato una loro definizione di festival, costruita sulla base della loro esperienza: non solo una serie di eventi, ma prima di tutto un progetto culturale coerente, frutto di una visione e di un’identità condivisa. Un festival è anche uno spazio produttivo, in cui si generano nuove forme di cultura, musica e relazioni.

Studenti in ascolto durante la lezione
Da questa ideologia nasce Alkantara Fest, fondato nel 2004 e giunto oggi alla sua XXI edizione: un evento internazionale di folk e world music che si svolge annualmente in Sicilia e che quest’anno si terrà dal 22 al 27 luglio 2025 a Zafferana Etnea. È stato riconosciuto tra i dieci migliori festival di world music al mondo nel 2025.
Organizzato dall’Associazione culturale Darshan e diretto artisticamente dallo stesso Mario Gulisano, il festival si distingue per la proposta multidisciplinare che integra musica, arte, natura e intrattenimento. La manifestazione offre, infatti, un’esperienza immersiva, con concerti, laboratori, attività di yoga e campeggio, favorendo l’interazione tra artisti e pubblico in un contesto naturale e partecipativo.
AreaSud ha avviato in Sicilia una rete di festival, coinvolgendo altre associazioni con il fine di promuovere la collaborazione tra diverse realtà culturali. Dal 2018, questa rete aderisce a Italiafestival, l’associazione che riunisce i principali festival italiani, e tramite questa all’European Festivals Association. Questo sistema mira a favorire la nascita di nuovi festival e a promuovere la rigenerazione culturale sostenibile.
Alkantara Fest è inserito in questo quadro e rappresenta un modello significativo di festival multidisciplinare e partecipativo. Un elemento distintivo del festival, infatti, è il progetto Ethno Sicily, un'iniziativa interculturale che riunisce giovani musicisti da tutto il mondo per condividere e insegnare le proprie tradizioni musicali attraverso un approccio di apprendimento reciproco. Questa esperienza culmina in un concerto finale, frutto di una residenza artistica che promuove la collaborazione e l’arricchimento di repertori individuali.

Alkantara Fest
Alla fine della presentazione offerta dai due produttori artistici, si è percepito un crescente entusiasmo tra gli studenti, sempre più interessati alle possibilità di partecipazione attiva all’interno dei festival. Ne è seguito un vivace dibattito, durante il quale gli studenti hanno rivolto numerose domande, trovando in Cuzzocrea e Gulisano interlocutori attenti e disponibili, pronti a rispondere con chiarezza e pazienza.
Tuttavia, l’entusiasmo degli studenti è andato via via a scemare nel realizzare cosa li aspetta se vogliono lavorare in questo campo: i due organizzatori hanno, infatti, sottolineato l’importanza di acquisire delle competenze pratiche, come la gestione dei diritti d’autore, la comunicazione e l’organizzazione tecnica, che spesso non vengono approfondite nei percorsi universitari.
Proprio per questo motivo, a loro malgrado, trovano difficoltà nell’accogliere gli studenti neo-laureati, poiché la maggior parte di essi non ha mai partecipato ad un festival. A tal proposito, hanno evidenziato la necessità di una maggiore collaborazione tra università e realtà culturali per facilitare l’ingresso degli studenti nel mondo della produzione musicale e per fare acquisire loro quelle competenze necessarie.
L’incontro è stato importante per conoscere aspetti del mondo artistico che, per un motivo o per un altro, raramente vengono trattati. Un intervento che ha spinto molti studenti a riflettere sul proprio futuro e sul valore imprescindibile delle esperienze artistiche e culturali vissute in prima persona, al di là dello studio teorico tra le mura di casa. Perché, in fondo, l’arte si pratica e si vive, ancor prima di essere studiata.