Alzheimer, Parkinson e diabete: da Catania un progetto europeo per scoprire nuovi rimedi

Il progetto Lipagg mira a studiare a fondo le cause molecolari di queste patologie e formare i ricercatori del futuro

Mariano Campo

Capire cosa succede nel nostro corpo quando si sviluppano malattie come l’Alzheimer, il Parkinson o il diabete di tipo 2 è una delle grandi sfide della medicina moderna. Un nuovo progetto di ricerca coordinato dall’Università di Catania, chiamato LIPAGG, vuole fare proprio questo: studiare a fondo le cause molecolari di queste patologie, aprendo la strada a nuove cure. Il progetto riceverà oltre 4,5 milioni di euro di finanziamento dalla Commissione europea, nell’ambito del programma Marie Skłodowska-Curie Actions, pensato per sostenere l’eccellenza scientifica e la formazione dei giovani ricercatori.

Il progetto LIPAGG nasce nel laboratorio di Biofisica del dipartimento di Scienze chimiche dell’Università di Catania, guidato dal professor Carmelo La Rosa. Al centro della ricerca ci sono gli aggregati amiloidi, cioè dei grumi di proteine (e lipidi) che si formano nel cervello e nel pancreas e che sono collegati a molte malattie degenerative e metaboliche.

La vera novità del progetto è lo studio del ruolo dei lipidi – sostanze grasse presenti naturalmente nel nostro corpo – in questo processo. Secondo un’ipotesi innovativa chiamata lipide-chaperone, questi lipidi aiuterebbero le proteine a formare aggregati tossici, contribuendo così allo sviluppo della malattia.

«Questa idea – spiega il prof. La Rosa – può cambiare il modo in cui pensiamo a malattie come Alzheimer e Parkinson, che, pur essendo molto diverse tra loro, hanno in comune alcuni meccanismi molecolari. Capire come questi aggregati si formano e perché sono dannosi ci permetterà di sviluppare farmaci che li blocchino sul nascere».

Il progetto ha già ricevuto un grande riconoscimento internazionale, entrando tra i primi 10 su oltre 1000 progetti valutati a livello europeo. Il consorzio che lo porta avanti è composto da 8 laboratori in 5 diversi paesi europei, tra cui centri di altissimo prestigio come il CNRS e l’Università Paris-Saclay in Francia, l’Università di Copenaghen, l’Università di Uppsala, il centro Jülich e il Max Planck Institute in Germania. Oltre ai partner accademici, sono coinvolte anche 15 aziende europee, a testimonianza dell’interesse anche del mondo industriale.

Oltre alla ricerca scientifica, LIPAGG ha un altro obiettivo fondamentale: formare quindici giovani dottorandi di ricerca, che potranno lavorare su questo tema usando le tecnologie più avanzate disponibili oggi nel mondo.

«Li prepareremo con strumenti d’avanguardia – afferma il prof. La Rosa – come spettrometri NMR ad altissima risoluzione, microscopi elettronici a singola particella e supercomputer per analisi complesse. Saranno i medici e i ricercatori di domani, pronti ad affrontare le sfide più difficili della biomedicina».

LIPAGG non è solo un progetto di laboratorio, ma una vera scommessa sul futuro della salute pubblica. Capire i meccanismi che causano queste malattie potrà portare a diagnosi più precise, cure più efficaci e, si spera, a strategie per prevenirle o rallentarne la progressione. «Con questo progetto – conclude il prof. La Rosa – possiamo davvero fare la differenza nella vita di milioni di persone. La fiducia dell’Europa dimostra che la nostra ipotesi è promettente e che la ricerca italiana può guidare il cambiamento».

Il prof. Carmelo La Rosa

Il prof. Carmelo La Rosa

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