Annie Ernaux e la sua idea di libertà al Taormina Book Festival

Insignita del Taobuk Award per l’eccellenza letteraria 2023, l’autrice si è raccontata in occasione di un incontro moderato da Caterina Andò 

Rita Re

Ciascuno degli ospiti del Taobuk SeeSicily 2023 ha offerto una parte del proprio concetto di libertà, tema al quale è stata dedicata l’edizione di quest’anno del festival. 

Tra le autrici intervenute anche la scrittrice vincitrice del Premio Nobel 2022 Annie Ernaux che ha generosamente accettato di dialogare, di fronte a un pubblico interessato, con Caterina Andò, membro del comitato scientifico di Taobuk.

Con una scrittura attenta, che pone «il problema – come ha dichiarato Lorenzo Flabbi, editore de L’orma e traduttore dei testi di Ernaux – non tanto della bellezza quanto dell’esattezza, lasciando al traduttore pochissimo spazio di negoziazione», la scrittrice normanna racconta i vincoli sociali e collettivi che condizionano la nostra esistenza.

«Il tema della libertà non è esplicitamente presente nei miei libri – ha precisato –, ma ne è la sottotraccia. Ringrazio le organizzatrici per avermi invitata. Sono tante le donne presenti in questa organizzazione insieme ad altri uomini, ma troppo spesso si usa solo la declinazione al maschile, quindi voglio dire ‘organizzatrici’».

L’autrice è stata ed è in prima linea in tante battaglie sulla parità di genere, già a partire da quelle del Sessantotto, e attraverso la sua scrittura induce il lettore a prendere coscienza di cosa possa significare il privilegio di nascita, l’appartenenza a un genere in una società patriarcale. 

Un momento dell'intervento di Annie Ernaux a Taobuk

Un momento dell'intervento di Annie Ernaux a Taobuk 

Al padre è dedicato Il posto, pubblicato in Italia nel 2014. «Ero tornata in Normandia a trovare la mia famiglia. Il giorno successivo – ha raccontato Ernaux soffermandosi sulla genesi del testo – mio padre ha avuto un infarto e dopo tre giorni è morto. Il desiderio di scrivere, nato dal dolore di quel momento, mi ha fatto capire che la scrittura non era un’avventura individuale ma un’imperiosa necessità

La distanza che si era creata con mio padre, con quest’uomo contadino, poi operaio e piccolo commerciante, rispetto a me che avevo compiuto gli studi ed ero andata via, era diventata incolmabile. La scrittura mi è servita per sanare questa separazione». 

Qualche anno dopo l’uscita del Posto arriva Una donna. Nato dal dolore per la scomparsa della madre, la cui figura è al centro del racconto, «questo libro – ha spiegato Ernaux – ha delle ragioni diverse dal primo, che risponde a motivazioni di carattere politico». 

In un rapido excursus delle sue opere, inoltre, la scrittrice si è soffermata su Memoria di ragazza. Pubblicato in edizione originale nel 2016 (in Italia l’anno successivo), il testo può essere considerato un’anticipazione del movimento MeToo. Secondo le parole della stessa autrice, «ci è voluto molto tempo per scrivere questo libro, dove racconto quello che ho provato quando ho lasciato che un ragazzo facesse quello che voleva del mio corpo». «Avevo diciotto anni – ha aggiunto –. Non si chiamava stupro, all’epoca la responsabilità era sempre della ragazza. Il movimento MeToo ha rimesso in discussione la politica del consenso e l’accettazione del potere maschile, e ha permesso alla protesta delle donne di andare avanti».

Annie Ernaux mentre rilascia autografi ai fan

Annie Ernaux mentre rilascia autografi ai fan

È una scrittura autobiografica che ha una funzione politica quella della scrittrice francese, che attraverso il suo passato e le sue narrazioni apre dibattiti di natura sociologica. 

«Io non so mai, finito un libro, che cosa ho fatto veramente, sono i lettori che mi dicono quale sia il frutto del mio lavoro. Si scrive – ha aggiunto Ernaux – per far vedere delle cose e in particolare, per me, il mondo da cui venivo. Ogni mio libro ha una funzione diversa, prende avvio dal tentativo di parlare di un evento che provo poi a decostruire, andando fino in fondo e cercando le parole giuste ed esatte per discuterne. Il mio lavoro parte sempre dall’intimo, che in fondo è molto politico, perché l’intimo è una cosa che riguarda tutti. Per esempio, se una donna viene picchiata dal marito non si tratta di un atto che si conclude all’interno della coppia, ma c’è una società, che ha dei valori, che permette socialmente a quell’uomo di agire in un determinato modo».

Nel commentare la vittoria del Nobel e gli impegni pubblici che il premio ha comportato, la scrittrice, infine, ha spiazzato tutti nell’annunciare che «questa sarà forse la mia ultima uscita pubblica, dopo stasera rientro a casa e così posso tornare a fare quello che mi piace: scrivere».