Archivio del tempo e delle parole: Musei di carta

Presentato, nella sala conferenza di "Piazza Scammacca", il libro di Corinne Pontillo in occasione del festival Cantieri intermediali

Carmen Musumeci

Nell’ultima giornata del festival Cantieri intermediali, all’interno della sezione Magazzini, dedicata alla presentazione e alla discussione pubblica dei risultati delle ricerche di studiosi e studiose che hanno preso parte all’iniziativa, si è tenuta la presentazione del libro Musei di Carta. Esposizioni e collezioni d’arte nella letteratura contemporanea (Carocci, 2022) di Corinne Pontillo.

Nella sala conferenze di “Piazza Scammacca” a Catania, hanno dialogato con l’autrice del libro e assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, i docenti Marco Antonio Bazzocchi dell’Università di Bologna e Marina Guglielmi dell’Università di Cagliari.

Corinne Pontillo ha dedicato la sua ricerca al dialogo tra letteratura e museo, mostrando un panorama interessante che confina anche con temi collaterali, come quello della memoria. 

Più in particolare, in Musei di carta vengono esplorate le rappresentazioni narrative degli spazi museali all’interno di varie opere – tra le quali La nausea di Sartre, Il giovane Holden di Salinger, Le città invisibili di Calvino, Il pappagallo di Flaubert di Julian Barnes, Il museo dell’innocenza di Orhan Pamuk, Città aperta di Teju Cole – e ci si sofferma sia sul ruolo del museo, sia sulle modalità attraverso le quali questo spazio viene modellato nei testi letterari. 

Il libro si suddivide in due parti: nella prima, Letterature e musei, l’autrice si interroga sulle relazioni e sulle differenze tra musei reali e musei immaginari; la seconda, dal titolo Musei narrati, per altri confronti, include anche una sezione che analizza il museo come setting della narrazione. 

Come è stato rilevato durante la presentazione, anche attraverso il dialogo con Bazzocchi e Guglielmi, il tema del museo in rapporto alla letteratura è molto fecondo. Esso può essere visto come dispositivo di conservazione della memoria, appunto, oppure come un espediente narrativo capace di dare luogo a precise declinazioni retoriche. 

Marina Guglielmi, Corinne Pontillo e Marco Antonio Bazzocchi

Marina Guglielmi, Corinne Pontillo e Marco Antonio Bazzocchi in un momento della presentazione

«Un quadro è un serbatoio di memorie – è stato precisato – e quando ci si trova in un museo è come se ci si sentisse dentro a un tempo della fine e dell’inizio, che porta in un’altra dimensione». 

Un’osservazione, questa, che ha consentito di porre l’accento pure sulla visione del museo quale spazio ‘eterotopico’, sul rapporto tra l’istituto museale e il potere, sulle pratiche di fruizione e sull’effetto che l’esperienza di visita può produrre sul ‘corpo’ degli spettatori. 

Un altro aspetto interessante, infine, riguarda le questioni identitarie. Come ha sottolineato l’autrice, «i musei restituiscono anche identità alle culture rappresentate dagli oggetti esposti» e possono dunque essere proficuamente indagati da una prospettiva, ad esempio, postcoloniale. 

L’atmosfera che si è creata ha permesso di immergersi in questo mondo fatto di musei e letteratura, di oggetti e parole, di immagini e testi letterari; un universo la cui materia prima è l’arte nelle sue varie componenti e sfaccettature. Sicuramente la presentazione ha suscitato la curiosità del pubblico verso la lettura di questo volume, perché permette di esplorare tematiche interessanti e appassionanti.