Aree protette e sostenibilità nel turismo

Intervento di Vincenzo Asero, docente di Economia politica al Dipartimento di Scienze politiche e sociali

Vincenzo Asero

È noto che le attività turistiche offrono un importante contributo allo sviluppo economico delle destinazioni interessate. 

Tuttavia, occorre che i benefici derivanti dal turismo siano sempre massimizzati riducendo al minimo gli impatti negativi che può determinare uno sviluppo incontrollato del fenomeno, a volte guidato semplicemente da obiettivi di profitto economico di breve periodo. Una soluzione pratica, e da lungo tempo condivisa, è quella che emerge associando il paradigma dello sviluppo sostenibile alle pratiche del turismo.

La nozione di sostenibilità, comparsa per la prima volta nel 1987 con il Rapporto Brundtland, è tradizionalmente associata con la protezione dell’ambiente e con la salvaguardia delle risorse naturali e del patrimonio culturale anche a beneficio delle generazioni future. Da qualche tempo, però, il concetto di sostenibilità si è modificato, ampliando i suoi ambiti di riferimento ed introducendo ulteriori dimensioni, quali il benessere delle comunità locali e la responsabilità sociale che ogni attività economica dovrebbe porsi come obiettivo.

Eppure, come sostengono diversi studiosi, anche nel turismo l’utilizzo dell’aggettivo sostenibile nasconde a volte modelli di consumo che con la sostenibilità non hanno nulla a che vedere. Basti pensare a tipologie come il crocierismo, dove le compagnie da crociere affermano di puntare ad obiettivi di sostenibilità riducendo le emissioni degli scarichi inquinanti dei motori delle navi, mentre allo stesso tempo scelgono come porti d’approdo destinazioni dall’ecosistema molto fragile, oltre a causare fenomeni di overtourism

Oppure nell’ospitalità di lusso, dove le grandi catene alberghiere utilizzano l’etichetta “eco-friendly” per i propri beni e servizi solo allo scopo di far crescere la propria reputazione sul mercato.      

Se consideriamo le aree protette, parlare di turismo sostenibile significa visitare luoghi e realizzare esperienze di qualità salvaguardando l’ambiente. Fare turismo sostenibile in un’area protetta, infatti, rappresenta uno stile vita che adotta abitudini e comportamenti che privilegiano prima di ogni cosa il rispetto del luogo visitato. In questo quadro, uno strumento guida ai fini della gestione è costituito dalla Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette.

La Carta propone un modello di governance affinché le aree protette possano costituire destinazioni del turismo sostenibile ed enuncia una serie di principi per il turismo, tra i quali la necessità di fare rete tra operatori e l’importanza della definizione di strategie e piani d’azione che siano in grado di rispondere alle diverse esigenze di un territorio. 

L’applicazione di questi principi rappresenta una buona pratica per la protezione del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento del turismo in un’area protetta, in termini di ambiente, imprese, popolazioni locali e per i visitatori.

A questi principi si ispira anche l’azione dell'Università di Catania per la gestione delle riserve naturali, mettendo in campo competenze e professionalità diverse per perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile e tutela ambientale. Gestire un’area protetta, infatti, comporta non solo lo svolgimento di attività di studio e ricerca ma anche, ed in misura sempre crescente, la promozione ad ampio raggio dei valori naturali e culturali per aumentare la consapevolezza della necessità di sostenibilità.

In questa direzione rappresentano attività fondamentali oltre alla divulgazione dei progressi e dei risultati raggiunti dalla ricerca anche le azioni di monitoraggio degli impatti in ambito turistico, la sensibilizzazione verso le tematiche ambientali svolta nelle scuole, il dialogo e la capacità di operare in partenariato con gli attori del territorio per la realizzazione di iniziativa e progetto di sviluppo.

In sintesi, si tratta di declinare differenti obiettivi di sostenibilità attraverso saperi, ricerca scientifica e professionalità. E come l’evidenza mostra, sono questi gli elementi chiave che caratterizzano da sempre l’operatività dell’Ateneo nella gestione delle riserve naturali che le sono affidate della Regione Siciliana. 

Vincenzo Asero

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