Asbestos

Presentato al Teatro Coppola il libro di poesie di Pietro Cagni

Emanuele Tucci

Una presentazione indubbiamente atipica quella di Pietro Cagni, autore del libro di poesie Asbestos (Le Farfalle, 2022). In occasione della presentazione l’autore ha letto integralmente l’intera opera accompagnato dalle note di un trio - Alessandra Pirrone alla chitarra e alla voce, Lorena D’Agostino al violino e Sara Castrogiovanni alle percussioni - che ha anche riarrangiato alcuni brani del duo catanese Beija Floor

La musica non è stata solo mero accompagnamento. Il piccolo gruppo di strumentisti ha contribuito alla creazione di un’atmosfera a tratti tribale, grazie alle percussioni, a tratti tesa e incalzante, grazie alle brevi note che accompagnavano la voce di Cagni. Il violino, il tamburo e la chitarra si sono rivelati fondamentali per la creazione di un mondo poetico, lacerato e vibrante. Il corpo sì è fatto vivo attraverso le parole, i suoni e i colpi percussivi che penetravano nell’animo dell’ascoltatore e lasciavano dentro un sentimento sospeso tra la musica e la letteratura. 

Uno dei concetti fondamentali che l’evento deve aver lasciato all’uditore riguarda il silenzio. L’assenza di rumori, frastuoni e strepiti è oggi il dono essenziale più alto che è possibile donare e donarsi: dal silenzio si generano i versi dell’autore e ‘accade’ la poesia. La lettura, intervallata dalla musica, sì è rivelata colma di silenzi che potevano culminare in brevi momenti di riflessione per lo spettatore. In essi è stato possibile comprendere ancora di più la potenza e la portata delle parole. 

La lettura integrale dell’opera ha consentito di ripercorrere le quattro sezioni del volume: Molly, Alberto, Attratti dal segnale nascosto e Nel regno dei fantasmi affamati. Tramite Molly, nella prima parte, l’elemento della corporeità si è posto fin da subito come una tematica centrale. Al pubblico è parso quasi di vedere sul palco, grazie all’efficace lettura del testo, le mani e la schiena descritti nella poesia; le immagini di un corpo illuminato nella penombra scenica. 

Nella seconda sezione è apparso invece qualcosa di nuovo: la mancanza e la perdita del ricordo del viso, della corporeità e della persona che ha dato il titolo al nuovo segmento. La stessa visione del corpo è però tornata e si è rigenerata nella terza parte. Tale singolare ricomparsa è avvenuta grazie a una serie di nomi di diverse donne. Alcune storicamente famose, altre conosciute solo dal poeta. Esse sono esistite o esistono ancora e hanno tracciato un solco ben riconoscibile nella realtà del poeta, all’interno della sua poesia e della sua stessa vita

Nel vivo declamare dell’opera si è visto sgorgare l’amianto, l’‘asbestos’, un titolo che ha preso spunto dall’opera dell’artista Jean-Michel Basquiat. La città, la lacerazione degli edifici e le macerie della vita si sono riunite in un’unica poesia. In essa si sono avvertite, come viva presenza, le mura cittadine sgretolate attorno ai corpi e alle voci percepite dall’autore.

Un momento della presentazione del libro "Asbestos" di Pietro Cagni

Un momento della presentazione del libro "Asbestos" di Pietro Cagni