La mostra che ha illuminato le sale di Palazzo Biscari dedicate allo stilista reggino che con grande creatività ha disegnato e prodotto abiti che hanno fatto sognare intere generazioni
Le sale di Palazzo Biscari hanno ospitato nei giorni scorsi l’evento Barock, Bold Iconic Tribute to Gianni Versace dedicato a uno degli stilisti più innovativi ed originali nella storia della moda.
L'esibizione è stata realizzata in collaborazione con, tra gli altri, la curatrice della collezione privata di abiti Sabina Albano e ha permesso ai visitatori di poter ammirare gli oggetti raccolti negli anni dai collezionisti Antonio Caravano e Franco Jacassi.
Le tre serate sono state dedicate al grande stilista che, nel 1978, ha fondato la casa di moda divenuta celebre in tutto il mondo: Gianni Versace che con grande creatività ha disegnato e prodotto abiti che ci hanno fatto sognare.
La mostra è stata organizzata allo scopo di valorizzare e far conoscere alcune delle sue creazioni oggi in collezione privata, e ha visto susseguirsi l’Opening party e il Cine-club (con la proiezione del film La venere in pelliccia di Roman Polanski), a cui era presente Bruno Gianesi (artista che ha lavorato per Gianni Versace), e il Closing party, con cui l’esposizione è giunta a conclusione alla presenza di due personaggi legati al mondo dell’arte: Marcos Marin e Aldo Sacchetti.
Il pubblico è stato accolto, in cima alla scalinata del cortile di Palazzo Biscari, dal ritratto Op Art di Gianni Versace, che ha anche segnato il punto di avvio della mostra.
L’opera è stata realizzata da Marcos Marin, artista di origini brasiliane, per omaggiare e celebrare lo stilista in un’esposizione che si è tenuta nel 2017, in occasione del ventennale della morte, nelle sale del Museo Archeologico di Napoli.
La scultura, in legno intagliato a mano, raffigura il viso dell’iconico stilista in grandi dimensioni, «è come se fosse la testa di un uomo alto sette metri», spiega Marin. Un'opera che invita il visitatore a chiedersi se la sua altezza sia dovuta alla volontà di creare un parallelismo tra la grandezza dell’opera e la grandezza dello stilista e della sua fama.
«Esatto, proprio così – conferma l’artista -, ed è per me un onore essere qui a Catania e vederla esposta all’entrata a dare il benvenuto agli ospiti».
Entrando nelle sale di Palazzo Biscari il pubblico ha potuto ammirare, tra i dipinti e gli affreschi che decorano l’edificio Settecentesco, alcuni degli abiti creati da Gianni Versace negli anni Novanta.
Le creazioni dello stilista, esposte nel salone da ballo del palazzo e ispirate a uno stile rock e total black, hanno visto protagonisti capi in pelle decorati da borchie e spille da balia XL che chiudono scollature e spacchi profondi.
Gli abiti, messi in risalto da una suggestiva illuminazione, sono stati esposti all’interno di una “gabbia” nera stilizzata che faceva come da cornice, entrando in contrasto con il “contenitore” dell’esposizione.
«Da una parte il tutto nero della gabbia e delle creazioni di Versace, dall’altra il salone da ballo di Palazzo Biscari, super colorato e super barocco», afferma la curatrice Sabina Albano.
Durante l’ultima serata la collezione Versace e il salone in cui è stata esposta sono stati fonte di ispirazione per Aldo Sacchetti, fashion designer, grafico e illustratore che ha intrattenuto gli ospiti realizzando dei bozzetti in cui ha mixato il proprio tratto artistico al “contenitore” e al “contenuto”.
Sacchetti ha raccontato che quando è stato contattato per partecipare all’evento, «essendo io della stessa città di Gianni Versace, Reggio Calabria, non ho esitato ad accettare l’invito».
«È un piacere essere qui stasera e vedere che anche al sud il settore moda si sta avviando, mentre a Milano invece va avanti da anni, e che molti giovani vi si avvicinano sempre più», ha aggiunto.
Visitatori che ammirano la mostra
Nella galleria laterale, accanto al salone da ballo, è stata, invece, allestita una mostra dedicata alle Icone del Novecento disegnate da Bruno Gianesi, già capo ufficio stile uomo e balletto di Gianni Versace.
Il pubblico ha potuto ammirare i volti di Marlene Dietrich, David Bowie, Pierpaolo Pasolini, George Michael e Freddie Mercury solo per citarne alcuni. Anche le opere di Gianesi, come tutto il progetto, sono state pensate in dialogo con gli spazi di Palazzo Biscari.
Il Closing party si è concluso con una sfilata che ha visto protagonisti alcuni dei bellissimi abiti firmati Versace.
Una rassegna, dunque, che ha portato i visitatori all'interno dell'eccentrico mondo dello stilista italiano di abiti stravaganti e sfilate sontuose in cui abbigliamento, musica pop e design si sono sempre mescolate rendendo tutto così spettacolare.
E sull’idea di organizzare una mostra su uno dei più grandi protagonisti del mondo della moda, la curatrice Sabina Albano ha precisato che «la scelta è stata casuale, ho sempre amato la moda e l’arte, e penso che i due settori dipendano l’uno dall’altro».
«L’aver visto le creazioni di Gianni Versace durante un’esposizione dedicata alla sua collezione, a Napoli, mi ha fatto venire in mente il desiderio di gestire meglio quel piccolo gioiello – ha aggiunto -. Nelle icone, nelle stampe dei tessuti di Gianni Versace rivedevo le immagini dell’arte antica sia greca che romana, essendo io di formazione un’archeologa».
Un’iniziativa che ha permesso di evidenziare quanto le innovative creazioni dello stilista siano “storiche” e attuali al tempo stesso.
Un momento della sfilata