Bilancio di Genere dell’ateneo: una ‘fotografia’ di UniCt

Presentati alla comunità accademica i dati dell’ateneo catanese sulle pari opportunità e parità di genere. Risultati in linea con i dati nazionali

Alfio Russo

La strada per raggiungere la parità di genere è ancora lunga, sia nell’ateneo catanese, sia in Italia. Per colmare il divario occorreranno diversi decenni. L’Italia, infatti, è ferma al 63° posto della classifica globale e in fondo alla classifica europea per il sottoindice che misura la partecipazione economica e le opportunità. Un sostegno importante, quasi fondamentale, per migliorare la posizione dell’Italia risiede negli investimenti del Pnrr.

Nello specifico, però, i dati dell’Università di Catania sul Gender Gap nelle diverse componenti e missioni dell’Ateneo e sulla presenza femminile nelle STEM (l'insieme delle discipline scientifico-tecnologiche: Science, Technology, Engineering e Mathematics), in costante miglioramento, lasciano ben sperare e soprattutto premiano le azioni messe in campo dalle politiche di ateneo per le Pari Opportunità e dai Gruppi di lavoro incaricati della attuazione del Piano UniCt per l’Eguaglianza di Genere 2022-2026 (Gender Equality Plan). 

«I risultati sulla parità di genere testimoniano come il cambio di mentalità sia stato fondamentale e abbia prodotto questi numeri che non sono frutto da politiche basate su quote rosa – ha esordito il rettore Francesco Priolo -. La ‘fotografia’ del nostro ateneo oggi è ben diversa da quella di diversi anni fa e questo è stato reso possibile grazie al percorso intrapreso da questa governance con la collaborazione di docenti e personale». «I numeri sono confortanti così come le percentuali di presenza delle donne sia nei ruoli apicali, sia nelle varie discipline, in particolar modo quelle Stem, in alcuni casi siamo superiori ai dati nazionali - ha aggiunto il rettore -. È un punto di partenza importante, siamo sulla giusta strada, ma il percorso è ancora lungo».

Soddisfazione è stata espressa anche dal direttore generale Giovanni La Via che ha invitato tutte le parti «a continuare su questa strada, grazie ad una nuova cultura che è andata permeandosi all’interno dell’amministrazione, per raggiungere le pari opportunità e la parità di genere».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

In foto da sinistra Germana Barone, Adriana Di Stefano, Francesco Priolo, Giovanni La Via e Mariagrazia Militello

«Il Bilancio di Genere, non rappresenta un adempimento formale, ma un documento fondamentale e uno strumento di buona amministrazione integrato nella programmazione strategica di ateneo», ha ricordato la prof.ssa Adriana Di Stefano, delegata alle Pari opportunità, in apertura del suo intervento. 

«Frutto di un impegno trasversale del Coordinamento UniCt per le Pari opportunità, dell’Area Finanziaria e del Comitato Unico di Garanzia nella rilevazione e nel monitoraggio di dati sulle distribuzioni di genere della popolazione universitaria e sulle dimensioni di genere  di ricerca, didattica, internazionalizzazione e terza missione, il testo contribuisce alla maturazione di una rinnovata cultura istituzionale e di una maggiore consapevolezza su criticità e punti di forza, equilibri e squilibri, rarefazioni e segregazioni» ha aggiunto la delegata che ha ricordato alcune delle azioni intraprese tramite iniziative volte a promuovere e sostenere l’immatricolazione e l’orientamento delle studentesse come lo “Young Women Empowerment Program”, premi di laurea, borse di studio, particolarmente nelle aree STEM. 

«L’analisi di contesto prodotta dal documento propone una mappatura della condizione complessiva dell’Ateneo osservata nella prospettiva di genere, attraverso una selezione di dati sintetici e disaggregati, come necessaria premessa di una riflessione e discussione pubblica sulle politiche accademiche, sul loro impatto a medio-lungo termine, anche al fine di rendere più trasparente ed equa l'assegnazione delle risorse economiche» ha spiegato la prof.ssa Di Stefano. 

aula magna

Docenti, ricercatori, personale e studenti presenti alla presentazione del Bilancio di genere

«I primi risultati delle azioni intraprese iniziano ad essere visibili a Catania, come negli atenei italiani e nello scenario più ampio della Ricerca e dell’Innovazione a livello europeo (come testimoniato dall’ultimo Rapporto She Figures 2021) – ha aggiunto la delegata –. UniCt, anche attraverso l’impegno coordinato delle aree dirigenziali di ateneo e delle strutture dipartimentali e didattiche speciali, ha investito sulle questioni dell’eguaglianza di genere in termini di risorse umane e finanziarie, con risorse dedicate nel bilancio di Ateneo per la ricerca e per l’insegnamento (così per i nuovi corsi e laboratori dedicati a prospettive di genere nella formazione di primo, secondo e terzo livello), ma anche di servizi per l’ascolto, il family care, l’orientamento in ingresso e in itinere, la prevenzione della discriminazioni nei luoghi di ricerca, di studio e di lavoro».  

«Prende forma dunque il ‘processo’ del Bilancio di Genere, per consentire il monitoraggio delle azioni programmate nel GEP UniCt 2022-2016, analizzare l’allocazione delle risorse finanziarie e valutarne gli effetti in termini di miglioramento rispetto alle sfide dell’eguaglianza di genere. L'obiettivo è quello di assistere gli organi competenti nell'analisi, in ottica di genere, della situazione di coloro che si trovano ad operare all'interno dell'organizzazione, di orientarne le politiche e di rendicontarne gli effetti» ha concluso la delegata alle Pari opportunità.

La prof.ssa Germana Barone, presidente del Comitato Unico di Garanzia d’ateneo, nel corso del suo intervento, ha evidenziato come «si è rivelato fondamentale il momento dell’ascolto di tutte le istanze e in tutte le aree e dipartimenti dell’Università di Catania, con l’ausilio degli organi di garanzia, dello Spazio di Ascolto e con lo spunto delle diverse campagne e iniziative di sensibilizzazione promosse con l’Area della Terza missione». 

Ad illustrare il Bilancio di genere la prof.ssa Mariagrazia Militello, associata di Diritto del Lavoro, che si è soffermata, su progressi e criticità nelle diverse componenti della comunità universitaria: studentesca, docente e della ricerca, personale tecnico-amministrativo. L'analisi del BdG è stata condotta alla luce delle Linee Guida per il Bilancio di Genere negli Atenei italiani curate dal Gruppo CRUI per il Bilancio di Genere.

Un momento dell'intervento della docente Mariagrazia Militello

Un momento dell'intervento della docente Mariagrazia Militello

Ecco alcuni dati del Bilancio di Genere aggiornati all’anno accademico 2021/2022 

Le iscritte e le laureate si corsi di laurea dell’ateneo 

La percentuale di iscritte ai corsi di laurea dell’ateneo catanese è superiore al dato nazionale (58% contro 57%). Stando ai dati le ragazze etnee “popolano” i corsi di laurea triennale con percentuali pari al 56% (+2 sul nazionale), i corsi di laurea magistrali col 59% (+3 sul nazionale) e delle magistrali a ciclo unico (62% contro il 67% del dato nazionale). In crescita anche la presenza delle studentesse nelle STEM: 36% nei corsi di laurea triennali, 38% in quelle magistrali e 58% nelle magistrali a ciclo unico.

Più che positivo il dato degli immatricolati “puri”, ovvero delle studentesse iscritte per la prima volta: 58% a Catania con un +2 sul dato nazionale.

Ma l’Università di Catania è “premiata” anche per i dati relativi alle laureate. A Catania il 60% dei laureati è rappresentato da studentesse, decisamente tra le più brave in Italia visto che il dato nazionale registra 3 punti percentuali in meno (57%). Anche il dato delle laureate nelle STEM sorride all’ateneo catanese: 43% rispetto al 40% del nazionale. Un dato che è cresciuto costantemente negli ultimi anni.

Le dottorande e le dottoresse di ricerca 

Quasi la metà degli iscritti e delle iscritte ai corsi di dottorato di ricerca sono donne (il 47% per l’esattezza), in linea col dato nazionale (48%), particolarmente nelle discipline scientifico-tecnologiche (44%, ben 3 punti in più rispetto al dato nazionale)

Da migliorare, invece, la presenza femminile tra coloro che conseguono il titolo del dottorato di ricerca: il 42% a Catania contro il 49% in Italia, mentre il dato relativo alle STEM è quasi in linea con quello nazionale (42% contro 44%).

Il personale docente e della ricerca e il personale tecnico-amministrativo

Anche in questo caso i dati sono in linea con il dato nazionale: il 40% dei docenti dell’ateneo (compresi i ricercatori e gli assegnisti) è donna (in Italia la percentuale è del 41%). In riferimento alle STEM la percentuale di presenza femminile a Catania e in Italia è identica (37%).

In relazione al personale tecnico-amministrativo la presenza femminile a Catania è decisamente più bassa rispetto al dato nazionale (52% contro 60%), ma non nei ruoli apicali della dirigenza amministrativa dove nell’ateneo catanese le donne occupano posti di rilievo per il 43% delle posizioni, mentre nel resto d’Italia nel 42% dei casi.

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