Presentata alla libreria Feltrinelli l’opera di Fabio Siringo, docente di Fisica teorica delle interazioni fondamentali, modelli, metodi matematici e applicazioni di Unict
Ritrovare nei principi della Costituzione i fondamenti di una nuova identità politica per la sinistra. È il messaggio che emerge dal libro Campo Largo - Risintonizzare la politica con il Paese, ultima fatica letteraria di Fabio Siringo, docente di Fisica teorica delle interazioni fondamentali, modelli, metodi matematici e applicazioni al Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania, presentata nei giorni scorsi nei locali della libreria Feltrinelli di via Etnea.
Fortemente impegnato sul piano politico, in particolare nell’area della sinistra, il docente nella sua presentazione non si limita a difenderla in modo acritico, anzi, spesso rivolge critiche dimostrando un approccio lucido e autocritico.
Il suo obiettivo principale è costruire una piattaforma politica comune per tutte le forze progressiste. Da questa riflessione nasce il tentativo di indicare una strada alternativa, che secondo lui è tanto semplice quanto ignorata: la Costituzione italiana.
L’autore, infatti, propone di ritrovare nei principi della Costituzione i fondamenti di una nuova identità politica per la sinistra. Il libro – presentato insieme con Maurizio Caserta, docente di Economia politica al Dipartimento di Economia e Impresa di Unict - si concentra sull’analisi degli articoli costituzionali, mostrando come il paese sarebbe oggi migliore se fossero stati pienamente attuati.
Secondo Siringo «la Costituzione rappresenta l’essenza dell’ideologia di sinistra: chi si riconosce nei suoi valori e principi si può dire “di sinistra” e, viceversa, chi propone di modificarla o stravolgerla, si pone al di fuori di quell’orizzonte»
Il tema centrale del libro è lo scarto tra i principi affermati dalla Costituzione e la loro effettiva attuazione. «Questo divario - secondo l’autore - è causato non solo da inefficienze, ma anche da strategie consapevoli e maliziose». Il risultato è una struttura giuridica che formalmente non nega la Costituzione, ma di fatto ne vanifica molti effetti. Il libro si propone allora come una guida per ridurre questo scarto, offrendo strumenti di analisi e correttivi pratici.
Il libro nasce da un confronto personale tra il professore Siringo e una sua amica di destra. Durante una discussione, lei gli suggerisce provocatoriamente di scrivere tutte le cose che va dicendo. Da qui nasce il progetto editoriale. In questa riflessione, l’autore arriva a una conclusione netta: «La sinistra si identifica con la Costituzione italiana». Allo stesso tempo, chi ne nega l’applicabilità o ne chiede la riscrittura, si pone fuori da quella tradizione.

In foto da sinistra i docenti Fabio Siringo e Maurizio Caserta
Uno degli scopi principali del libro è stimolare una riflessione collettiva per costruire una nuova unità della sinistra, partendo dal basso: dai comuni, dalle regioni, dai territori. Di fronte a un governo percepito come insensibile alle proteste, citando contesti tragici come Gaza o il disinteresse verso i referendum, il docente-scrittore sostiene che «l’unico modo per incidere realmente è organizzarsi politicamente nei territori».
Nel libro si parla anche di crisi della democrazia. Secondo i due docenti, Siringo e Caserta, «l’Italia non è più una democrazia piena, ma una oligarchia, dove il Parlamento è subordinato al governo a causa soprattutto delle liste bloccate introdotte con Berlusconi». Per superare questo problema, si propone un “terzo turno”: l’idea secondo cui ci debbano essere, prima delle elezioni, delle primarie istituzionalizzate che permettano una selezione dei candidati con reali possibilità di rappresentanza. «Solo così si può dare attuazione al principio costituzionale secondo cui tutti hanno diritto di essere rappresentati», aggiungono.
Tutti hanno diritto di essere rappresentati, ma con lo scarto che esiste nel principio costituzionale, Maurizio Caserta pone il quesito di «come sia possibile colmare questo divario» evidenziando che «chiunque può candidarsi se ha un consenso». «Abbiamo delle soglie che non fanno altro che tagliare le candidature al di fuori dal partito; il candidato vincitore deve avere un certo consenso fra la popolazione e, se verrà giudicato male, i suoi elettori non lo voteranno, quindi, deve mantenere un contatto con il territorio», spiega.
«Mentre se il candidato fa parte del partito non ha senso che mantenga un rapporto con il territorio, sarà cura del partito gestire i rapporti col comitato elettorale del territorio», ha aggiunto.
Successivamente si è discusso in particolar modo di progressività fiscale, un principio costituzionale che il professore Siringo propone di portare sul territorio. «Il nostro paradosso è di vivere in un paese piccolo con uno Stato povero, in cui la ricchezza non è ben distribuita – ha detto -. La Costituzione prevede che le tasse siano legate alle capacità economiche del cittadino: questo sistema fiscale scoraggia gli imprenditori delle imprese poiché vengono tartassati dal fisco, mentre, se il capitale viene investito nella finanza può produrre il reddito senza essere troppo tassato».
«L’idea è quella di spostare la fiscalità al patrimonio complessivo, riducendo le tasse sul reddito e aumentando quello dei pagamenti complessivi, in modo che la distribuzione progressiva della tassazione crei risorse aggiuntiva per lo Stato», ha aggiunto.

Un momento dell'incontro
Un altro punto focale toccato da entrambi i docenti è il diritto allo studio. Per sottolinearne l’importanza, l'argomentazione è stata aperta citando l’articolo 34 della Costituzione: "I capaci e i meritevoli hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli istituti”.
Sul punto il prof. Siringo ha suggerito di seguire il modello tedesco in cui l’università è gratuita sottolineando che, «pur non essendo un Paese di sinistra, la Germania ha azzerato le tasse per gli studenti».
«Si tratta di un investimento per il futuro della società – ha aggiunto - investendo sui giovani si produce di più, ma, al contrario, in Italia si ha il minor numero di laureati al mondo a causa dei pochissimi fondi e delle eccessive spese per le università, che porta gli stessi giovani a trovare fortuna all’estero».
«Stiamo rubando il futuro ai giovani», è l’accusa rivolta da Siringo per aver calpestato un fondamentale diritto della Costituzione, in quanto limitato a chi se lo può permettere. «Togliere le tasse potrebbe essere una soluzione, perché ad oggi le tasse sono quasi quanto quelle delle università private», ha aggiunto.
L'ultimo argomento trattato durante l’incontro è la libertà di stampa riferendosi non solo ai quotidiani, ma soprattutto ai social media, all’importanza di quest’ultimi e a tutti i pericoli che ne derivano. «L’obiettivo è cercare il vero, il vero che punta al cambiamento», ha detto.
E sulla ricerca scientifica, spesso «trattata come un reparto industriale di produzione», il prof. Siringo ha precisato che «va finanziata sempre perché non si può stabilire prima quale sia più importante o tagliare quelle ricerche che si ritiene a priori inutili». «Sappiamo – ha aggiunto - che i fondi non sono molti e spesso si procede con i tagli e in più occasioni si procede col finanziare i dipartimenti considerati di eccellenza».