Cantieri intermediali: un festival in equilibrio fra ricerca e creatività

L’intervento di Stefania Rimini e Maria Rizzarelli, organizzatrici dell’evento e docenti di Unict

Stefania Rimini e Maria Rizzarelli

Come ha messo in evidenza giustamente Massimo Fusillo, curatore della voce Intermedialità per il Dizionario Treccani, sin dalla sua prima apparizione il concetto di intermedialità richiama la fusione fra linguaggi diversi e si presenta come la manifestazione di una visione del mondo «protesa verso la fluidità invece che verso la categorizzazione». 

Sul fronte teorico, gli studi dedicati all’attraversamento di codici e pratiche estetiche sono legati a doppio filo alla «mente cibernetica» (Derrick De Kerckhove), dominante nell’era digitale, e alla «cultura convergente» (Henry Jenkins), caratterizzata dalla tensione dei media a contaminarsi per dare vita a narrazioni che si espandono in molteplici piattaforme e dispositivi. 

In estrema sintesi, il campo dell’intermedialità identifica alcuni fenomeni della contemporaneità che hanno però radici insospettabili nelle arti antiche e moderne, di cui facciamo esperienza sia come spettatrici e spettatori posti di fronte a schermi di varie dimensioni, sia come utenti di un world wide web che richiede costantemente la nostra capacità di leggere e integrare sistemi di segni eterogenei.

Dieci anni fa, fondando la rivista Arabeschi, abbiamo iniziato a mappare questo affascinante territorio, a interrogarci su nuove prospettive critiche e a costruire una rete di relazioni che rappresentano la parte più preziosa del nostro mestiere. Per festeggiare questo primo, importante anniversario, insieme a tutta la redazione scegliamo di aprire i nostri cantieri, nel tentativo di condividere i risultati delle ricerche di questo decennio non solo con gli studenti, ma con un pubblico ampio, interessato agli intrecci fra cinema, letteratura, teatro, fotografia e nuove tecnologie

Ideare un festival accademico significa mettere in equilibrio ricerca e creatività, esporre gli strumenti (i libri) e i metodi di lavoro (le teorie) senza rinunciare a momenti di intrattenimento e creatività. 

A partire da tali premesse, il programma propone tre format, animati dalla stessa passione ma diversi per intensità e dinamiche interne: InFabbrica rielabora i principi del workshop e offre approfondimenti di taglio metodologico, non solo specialistico; Magazzini risponde alla necessità di raccontare cosa studiamo e come ha senso farlo, dentro e fuori dalle aule; Dopolavoro è lo spazio in cui performiamo gli oggetti di cui ci occupiamo, sperimentando nuove traiettorie a contatto con artisti e testi ibridi. 

Stefania Rimini e Maria Rizzarelli

Le docenti Stefania Rimini e Maria Rizzarelli

L’edizione zero avrà una sorta di ouverture il 20 maggio alla Libreria Prampolini con la presentazione del libro di Alberica Bazzoni dedicato a Goliarda Sapienza, scrittrice-attrice che attraverso la sua vocazione polimorfica reclama uno sguardo attento all’intersezione fra codici estetici. Seguiranno tre intense giornate durante le quali percorreremo regioni tematiche interessate tutte da contaminazioni intermediali più o meno esplicite grazie alla partecipazione di studiosi e studiose, critici, attrici e registe. 

Il 23 maggio l’attenzione si concentrerà sul ruolo degli archivi audiovisivi come contenitori di storie, immagini e memorie al fondo della nostra identità geoantropologica: il cinema documentario e amatoriale sarà al centro di importanti riflessioni e dibattiti. Di sera è previsto un omaggio a Francesco Maselli in collaborazione con il KinEst Fest. 

Il 24 maggio si esploreranno le espansioni transmediali della letteratura contemporanea, in stretto dialogo con i modelli della serialità televisiva e gli inarcamenti fra pagina e schermo; la serata vedrà invece il lancio di un esperimento performativo a partire dalla Sala di Malagigi, con la presenza straordinaria della Marionettistica dei Fratelli Napoli, e in contemporanea la possibilità di entrare nella Stanza di Austerlizze, vera esperienza d’archivio in Virtual reality. 

Il 25 maggio proveremo a tracciare un bilancio dell’avventura della redazione di Arabeschi, recuperando i contenuti e il senso del numero dedicato a Pasolini e discutendo le possibilità e i rischi della gestione di una rivista on line. Il pomeriggio e la sera saranno occupate dalle vibrazioni intermediali del teatro di Fanny & Alexander, gruppo ravennate che rappresenta una delle punte avanzate della ricerca performativa italiana; Chiara Lagani porterà in scena al Centro Universitario Teatrale la versione del recital a fumetti de L’amica geniale, straordinario esempio di contaminazione fra linguaggi artistici diversi. 

Per conoscere più da vicino i dettagli logistici del festival rimandiamo alla pagina facebook, in chiusura ci preme ringraziare la direzione del Dipartimento di Scienze umanistiche per il sostegno e i partner che hanno scelto di accompagnarci: la libreria Prampolini, Piazza Scammacca, il Centro Zo culture contemporanee, il Centro Teatrale Universitario di Catania. 

Senza queste sinergie i Cantieri intermediali sarebbero rimasti una zona impermeabile alla città, così invece speriamo possano diventare un luogo di transito e di meraviglia.

cantieri intermediali