Carcinoma mammario, la cura con trattamenti innovativi e personalizzati

Nuovi approcci grazie ad un progetto Prin coordinato da ricercatori Unict

Alfio Russo

Un gran numero di pazienti con carcinoma mammario positivo per il recettore degli estrogeni e inizialmente responsivo alla terapia endocrina sviluppa negli anni resistenza al trattamento e recidiva del tumore.

Fenomeni che rappresentano tuttora un problema importante e non risolto nella gestione clinica di queste pazienti. Risultati recenti indicano che la resistenza alle terapie ormonali può risultare da diversi meccanismi molecolari in dipendenza da variabili correlate al tumore, all'ospite e al regime di terapia endocrina.

Il progetto Harnessing new resistance mechanisms in advanced hormone–dependent breast cancer - selezionato come Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca - si propone di identificare approcci innovativi e personalizzati per il trattamento di quelle pazienti con cancro mammario che sono andate incontro a resistenza alle terapie endocrine.

Il consorzio interdisciplinare è coordinato dal prof. Antonino Belfiore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania e comprende altre tre unità di ricerca dirette rispettivamente dal prof. Marcello Maggiolini del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Università di Cosenza, dal prof. Antimo Migliaccio del Dipartimento di Medicina di Precisione dell'Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e dal prof. Alessandro Weisz del Centro di Ricerca Genomica per la Salute dell’Università di Salerno.

Il progetto mira all'identificazione di nuovi meccanismi molecolari di resistenza alla terapia endocrina, concentrandosi sulle vie di segnalazione oncogenica finora meno studiate, combinando approcci ‘unbiased’ e altri basati su ipotesi. 

Le unità degli atenei di Catania, Cosenza e Napoli collaborano da molti anni e hanno identificato numerosi meccanismi di crosstalk tra il recettore insulinico oncofetale (isoforma IR-A), iperespresso nel cancro mammario e lo stesso ERα e il recettore non canonico degli estrogeni GPER (un recettore estrogenico di membrana accoppiato alle proteine G) a livello delle cellule maligne e di quelle tumorali stromali, in particolare dei fibroblasti associati al cancro. 

Il gruppo di ricerca

Il gruppo di ricerca

I ricercatori, quindi, indagheranno se la piattaforma molecolare IR-A/GPER possa svolgere un ruolo importante nell’indurre resistenza endocrina attraverso la stimolazione di vie pro-infiammatorie, specialmente nel sottogruppo di pazienti con obesità e diabete che sono caratterizzate da iper-insulinemia.

Su questa linea sarà perseguito attivamente lo sviluppo di nuovi antagonisti di GPER e antagonisti duali ERα/GPER, come i derivati MIBE (un composto chimico sintetico), che in combinazione con gli inibitori di IR-A fanno sperare di offrire nuovi strumenti terapeutici per superare la resistenza endocrina in specifici sottogruppi di pazienti.

La collaborazione con l’unità del prof. Weisz sarà, inoltre, importante per studiare in maniera ‘unbiased’ (ovvero un approccio obiettivo e imparziale) la struttura, la composizione e i ruoli funzionali delle molecole che interagiscono con ERα a livello nucleare, utilizzando metodologie genomiche all'avanguardia come potente approccio alla scoperta di nuovi bersagli e biomarcatori per una gestione più personalizzata del BC endocrino resistente.

Nel complesso i risultati attesi aumenteranno significativamente la base di conoscenze sulle basi molecolari della resistenza alla terapia endocrina nel cancro mammario e sui modi per superarla avendo come target non solo le cellule maligne, ma anche le cellule del microambiente tumorale.

Il prof. Antonino Belfiore