Carte mute: sparire e ritrovarsi nei mercati del mondo

Dopo il successo di 80 Centesimi, Pietro De Nova e Maurizio Zucchi tornano ad affascinare Catania

Ludovica Rinciani
Carte mute, un momento dello spettacolo con Maurizio Zucchi e Pietro De Nova
Carte mute, un momento dello spettacolo con Maurizio Zucchi e Pietro De Nova
Carte mute, un momento dello spettacolo con Maurizio Zucchi e Pietro De Nova

Due uomini trasandati emergono dall’oscurità, alla ricerca di qualcosa. Deve essere qualcosa di fondamentale, lo si intuisce dalla frenesia dei loro movimenti. Non si conosce nient’altro: da dove arrivano? Dove stanno andando? Qual è l’oggetto del loro desiderio? E soprattutto, chi sono?

Lo smarrimento e la perdita sono soltanto alcuni dei temi affrontati con maestria da Pietro De Nova e Maurizio Zucchi nello spettacolo Carte mute, andato in scena al Centro Universitario Teatrale nell’ambito della seconda edizione del Catania Off Fringe Festival, che animerà l’intera città fino a domenica 29 ottobre.

Dopo il successo dell’anno scorso con il monologo 80 Centesimi, De Nova e Zucchi, fondatori della promettente compagnia teatrale Il Milione, sono tornati nel capoluogo etneo nei panni di una coppia di mercanti che, seguendo le orme dei grandi navigatori del passato, guidano il pubblico in una dimensione sospesa, poetica e malinconica. Ai due non è chiaro in quale città siano finiti dopo tanto girovagare, ma sono certi di essere nell’unico posto che riconoscerebbero ovunque: un mercato.

L’atmosfera vivace e caotica di questo spazio è evocata dalla suggestione dei paesaggi sonori a cura di Stefano Errico, ovvero la riproduzione acustica dei suoni della natura o caratteristici di un determinato ambiente, per l’occasione la pescheria di Catania. È facile immergersi nel contesto vivace e caotico di un mercato, a qualsiasi latitudine del mondo ci si trovi: da Timbuctu a Londra, passando per Rio de Janeiro e Cuba fino a quello siciliano della Vucciria di Palermo.

Ciascuno di loro è simile all’altro pur mantenendo intatte le proprie peculiarità, che si tratti di odori, sapori o della gente che lo anima.

Carte mute, un momento dello spettacolo con Maurizio Zucchi e Pietro De Nova

Carte mute, un momento dello spettacolo con Maurizio Zucchi e Pietro De Nova

I protagonisti, dei quali non si conosce ancora l’identità, si mostrano apparentemente inaffidabili, dediti alla ciarlataneria e al guadagno facile, riportando alla mente i modi di fare del Gatto e della Volpe della celebre fiaba di Collodi. La loro energia coinvolge gli spettatori nella fallimentare vendita di oggetti comuni dotati, stando alle loro false promesse, dei più disparati effetti miracolosi, dall’acqua ringiovanente alla macchina che produce monetine.

Fin qui Carte mute potrebbe sembrare una commedia dell’assurdo (evidente il collegamento con Vladimiro ed Estragone di beckettiana memoria), ma il tema del viaggio, che costituisce il cuore dello spettacolo, è di fatto declinato come un viaggio interiore. Terminati i tentativi di vendita, non si sente più lo schiamazzare degli ambulanti del mercato, l’atmosfera si fa intima, raccolta. Si sta consumando il dramma di due uomini che hanno perso il proprio nome e non sanno più chi sono.

L’afflizione è evidente nell’intensità degli sguardi che rivolgono agli spettatori, nelle loro voci spezzate. Dove e in che modo l’uno potrà aiutare l’altro a ritrovare sé stesso?

Sarà una leggendaria ‘mappa muta’ (dalle sembianze di una gigantesca carta da forno), nonché la forza di un’amicizia di lunga data, a far riaffiorare i loro nomi, Levante e Ponente, che vengono così svelati anche al pubblico, permettendo loro di ricomporre due vite fuori dalle coordinate geografiche e temporali. Ma perché proprio una carta muta, bianca, senza indicazioni? Perché nel nulla è possibile sparire e, a volte, anche ritrovarsi.

Dimostrando un’apprezzabile maturità drammaturgica e una complicità paragonabile a quella di artisti che ‘fanno coppia’ da molti anni (pur lavorando insieme solo dal 2022), De Nova e Zucchi riescono nell’impresa di portare in scena, evitando banalità e retorica, la logorante situazione di incertezza esistenziale che nessun essere umano può esimersi dall’attraversare almeno una volta nella vita.

Nella videointervista i due giovani attori-autori dello spettacolo raccontano il loro processo creativo, strettamente influenzato dalle suggestioni ricevute dalla città di Catania, in particolar modo dai suoi caratteristici mercati.