Il Catania Archeofilm al documentario “In carne e bronzo” di Farioli Vecchioli e Gullo, produzione Rai Cultura sul ritrovamento dei Bronzi di San Casciano
È stato assegnato al grande archeologo Paolo Matthiae - al quale si deve proprio nel settembre di cinquanta anni fa, la scoperta dell’archivio reale dell’antica città di Ebla in Siria (III millennio a.C.) - il Premio Sebastiano Tusa da parte dell’omonima fondazione intitolata alla memoria dell’insigne archeologo siciliano.
La consegna si è tenuta nei giorni scorsi nell’ambito di Catania Archeofilm 2025, festival internazionale del Cinema di Archeologia, Arte e Ambiente organizzato dal Parco Archeologico di Catania e della Valle dell’Aci con Archeologia Viva/Firenze Archeofilm.
A consegnare il Premio Tusa al prof. Paolo Matthiae è stata Valeria Livigni, presidente della Fondazione e moglie dell’archeologo.

Piero Pruneti intervista Paolo Matthiae (Premio Tusa 2025)
A vincere il Premio Catania Archeofilm 2025, al termine di tre serate con il meglio del cinema documentaristico internazionale, è stato il docufilm prodotto da Rai CulturaIn carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei bagni, diretto da Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo, sequel del precedente e pluripremiato “Come un fulmine nell’acqua”.
Un racconto dedicato all’ultima campagna di scavo nel sito archeologico del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Siena) che, conclusa nell’ottobre 2024, ha rivelato scoperte eccezionali.

In foto da sinistra Piero Pruneti, Giulia Falco, Giulia Pruneti, Giuseppe D'Urso
A valutare i film in concorso è stata come sempre la giuria popolare, con il pubblico – italiani e stranieri, alcuni per la prima volta al Teatro Antico di Catania - che ogni sera ha seguito con partecipazione le proiezioni e gli incontri con gli studiosi e ha poi espresso il proprio voto su apposite schede.
Il premio Catania Archeofilm per i registi Farioli Vecchioli e Gullo è stato consegnato simbolicamente a Piero Pruneti, direttore della testata Archeologia Viva, da Giuseppe D’Urso, direttore del Parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci, e dall’archeologa Giulia Falco.

Valeria Livigni consegna il Premio Archeofilm a Piero Pruneti
Scenario del festival, e sua location privilegiata, la straordinaria cavea del Teatro antico di Catania, complesso monumentale che, insieme all’Odèon, è custodito fra i caseggiati d’epoca di via Vittorio Emanuele. Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore Giuseppe D’Urso: “Per la prima volta – ha detto - dopo il teatro, la musica e la danza il Teatro Antico di Catania ha ospitato una rassegna di cinema, in questo caso a tema archeologico.
Un linguaggio trasversale, quello della settima arte, che vuole essere una forma di apertura verso il grande pubblico per coinvolgerlo nella conoscenza del patrimonio archeologico siciliano e universale”. La terza serata, complice il meteo incerto, si è spostata in via Crociferi, nella Chiesa barocca di San Francesco Borgia che, fra i capolavori del Settecento e la preziosa collezione di argenti e corredi liturgici dell’ordine dei Gesuiti, ha accolto il numeroso pubblico del Catania Archeofilm.

Proiezione di un film al Teatro Antico Catania (ph. Parrinello)
Secondo in classifica il film francese I misteri della Grotta Cosquer sui graffiti preistorici di 27mila anni fa scoperti nel 1985 nel sud della Francia; terzo posto per l’inglese Il mondo perduto dei Giardini Pensili con il racconto di Ninive, l’antica capitale degli Assiri.
“Catania Archeofilm 2025” è stato organizzato dal Parco Archeologico di Catania e Valle dell’Aci della Regione Siciliana con Archeologia Viva/Firenze Archeofilm (Giunti editore), in collaborazione con Università di Catania - Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, e Fondazione Sebastiano Tusa. Supporter dell’iniziativa Hi.Stories.