Catania “capitale” della scienza e della tecnologia

È l’obiettivo che il rettore Francesco Priolo e il sindaco Enrico Trantino hanno annunciato in occasione dell'incontro L’Economia d’Italia: il viaggio del Corriere della Sera

Alfio Russo

Da “Milano del Sud” a Catania capitale della scienza e della tecnologia. 

Non è soltanto una “nuova” definizione a cui aspira la città dell’Elefante, ma una sfida concreta che i vertici dell’ateneo e dell’amministrazione comunale catanesi, Francesco Priolo e Enrico Trantino, hanno lanciato all’unisono ieri a tutte le componenti del territorio, pubbliche e private. 

Una proposta di collaborazione e sinergia tra enti “nata” in uno dei luoghi simbolo dell’Università di Catania, l’aula magna del Palazzo centrale che ieri ha ospitato l’incontro Industria, Filiere e Capitali per la crescita del Paese, sesto appuntamento del tour L’Economia d’Italia: il viaggio de L’Economia del Corriere della Sera tra le eccellenze del Paese.

«Catania, nei campi della scienza e della tecnologia, ha tutte le carte in regola per competere ad armi pari con laboratori di ricerca di tutto il mondo» ha ribadito il rettore ricordando alla platea come già negli anni ’90 «l’Università di Catania e il Cnr congiuntamente studiavano le proprietà del carburo di silicio per comprendere i vantaggi e come sfruttarli nella microelettronica». 

«Successivamente StMicroelectronics ha capito che il carburo di silicio era la chiave per elettronica di potenza ha investito a Catania» ha aggiunto evidenziando che «Catania aveva già vent’anni di studi e conoscenze da mettere a disposizione in questo campo». 

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Il resto è storia di oggi. «Parliamo di investimenti pari a un miliardo di euro negli ultimi anni da parte di multinazionali nel campo della tecnologia e dell’hi-tech – ha aggiunto il sindaco Enrico Trantino -. La scienza e lo sviluppo in questi settori moderni viaggiano ad una velocità impressionante. Stiamo registrando molte richieste provenienti da aziende e multinazionali non catanesi che prevedono per i prossimi cinque anni investimenti pari ad un altro miliardo di euro». 

«Questo significa che Catania ha delle potenzialità che vanno ben oltre alla definizione di “Milano del Sud” dei decenni scorsi - ha sottolineato il primo cittadino -. Oggi parlerei di Catania Cupertino d’Europa per i forti interessi in campo tecnologico e anche in un’ottica di prospettiva per le future generazioni. Ad oggi con i nostri ragazzi che vanno a cercare fortuna nel nord Italia o in Europa impoveriamo il tessuto sociale».

«Nel nostro territorio esiste un tessuto imprenditoriale sano, dinamico e forte che però soffre lo scotto di alcune scelte politiche discutibili – ha aggiunto il sindaco -. Gli imprenditori hanno difficoltà a trovare manodopera, ma questa amministrazione lavorerà per alimentare quella cultura di appartenenza al territorio, di comunità e di senso civico. Il progetto di rinascita parte da noi stessi e solo invertendo questa tendenza possiamo avere esperti di fama internazionale in campo tecnologico a Catania che può e deve diventare leader in campo nazionale e europeo».

«Per raggiungere questo obiettivo Comune e Università hanno condiviso un progetto che mette insieme anche le imprese e gli enti di ricerca presenti sul territorio per far diventare Catania capitale della scienza e della tecnologia. Solo così renderemo il nostro territorio attrattivo da un punto di vista culturale e scientifico invogliando gli studenti di tutta Italia a studiare a Catania» ha detto in chiusura Enrico Trantino.

Un momento dell'intervento del sindaco Enrico Trantino

Un momento dell'intervento del sindaco Enrico Trantino

E nel corso della tavola rotonda moderata da Isidoro Trovato, giornalista de L’Economia del Corriere della Sera, il rettore Francesco Priolo ha prima evidenziato «l’importanza della sinergia tra gli enti di ricerca come ad esempio il progetto Km3Net, un laboratorio sottomarino in via di realizzazione nel fondale di Portopalo in grado di rivelare neutrini, gemello di quello al Polo Sud» e poi sottolineato come «l’ateneo catanese sta rivestendo il ruolo di acceleratore del mondo delle imprese».

«L’Università di Catania è il baluardo della cultura per il territorio e stiamo investendo in diversi campi della ricerca spaziando dall’agricoltura all’archeologia, dalla fisica all’ingegneria» ha spiegato.

E sulla fuga dei cervelli ha precisato come «il problema non sia solo etneo, ma dell’intera nazione». 

«Non è la migrazione di studenti e laureati che vanno al Nord – ha detto il rettore -, ma la percentuale dei laureati in Italia nella fascia tra i 30 e i 34 anni: solo il 25%, mentre in Europa è pari al 40%. Per questi motivi stiamo lavorando sull’orientamento nelle scuole per far comprendere l’importanza dell’alta formazione universitaria grazie al progetto “Oui” coinvolgendo 10mila studenti delle scuole. Occorre una formazione sempre più specializzata tramite i master, non solo il titolo di laurea». 

A seguire sono intervenuti alcuni dei rappresentanti ed esperti del settore imprenditoriale e delle Pmi che hanno “raccontato” le proprie esperienze e i propri progetti futuri al fine di creare un sistema economico altamente competitivo.

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