Cesare Pavese: l’opera poetica. Testi editi, inediti, traduzioni

Alla libreria Feltrinelli di Catania è stato presentato il libro dei docenti Antonio Sichera e Antonio Di Silvestro del Dipartimento di Scienze umanistiche

Allegra Francesca Hardt

Cesare Pavese: l’opera poetica. Testi editi, inediti, traduzioni. È questo il titolo del libro presentato nei locali della Libreria Feltrinelli di Catania, in una sala gremita di spettatori, e definito nell’introduzione «un classico della letteratura contemporanea».

La presentazione ha visto la partecipazione dei due curatori, i docenti Antonio Sichera di Letteratura italiana contemporanea e Antonio di Silvestro di Filologia della letteratura italiana del Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania. 

A dialogare con loro i docenti Alberto Giovanni Biuso di Filosofia teoretica e Andrea Schembari di Letteratura italiana contemporanea del Disum dell'ateneo catanese. Entrambi, grazie all’attenta analisi del volume e alle tante informazioni riportate, hanno trasformato ben presto la presentazione in un ‘congresso’, come ha scherzosamente affermato e fatto notare il professore Sichera.

La pubblicazione del libro rientra nel progetto Prin PAVES-e volto a ricostruire il percorso poetico di Cesare Pavese e a realizzare un archivio digitale accessibile a tutti, come ha spiegato in apertura la responsabile eventi Feltrinelli, Ludovica Fava.

Dopo i saluti iniziali è stato il prof. Andrea Schembari a intervenire, mettendo in luce alcuni aspetti fondamentali del lavoro di Pavese. 

Il docente ha ricordato, infatti, la dedizione continua e quotidiana dello scrittore al lavoro letterario, tipica di colui che, come ha scritto lo stesso Pavese in una lettera all’amico Tullio Pinelli, «ragiona coi libri, sente coi libri, ama coi libri, dorme, mangia sempre coi libri». 

Un momento dell'intervento del prof. Antonio Sichera

Un momento dell'intervento del prof. Antonio Sichera

Prendendo in prestito le parole di Calvino, Schembari ha anche sottolineato come il protagonista delle poesie di Pavese sia l’uomo chiuso che guarda ai margini, che non sa affrontare la storia, che osserva e contempla il destino di chi lo circonda; è proprio il destino uno degli aspetti centrali della poetica dell’autore, su cui si è concentrato il prof. Sichera.

«Pavese ci parla perché se si leggono i suoi scritti ci si rende conto della consapevolezza del destino, che ci raggiunge e colpisce quando ci sentiamo impreparati. I suoi problemi e le sue tensioni sono ancora le nostre, perché sono quelle degli uomini e delle donne di ogni tempo», ha spiegato il prof. Antonio Sichera.

L’incontro è stato anche un’occasione per mettere al centro del dibattito una forma di espressione fondamentale, cioè la parola letteraria e poetica; infatti, come ha spiegato il prof. Alberto GiovanniBiuso, «finché avremo ancora la possibilità di svolgere incontri dedicati a qualcosa che non serve a nulla, che non dà soldi e potere ma dà la parola e il suo risuonare, la sua musica, saremo ancora salvi».

Il docente ha definito il volume un libro-oceano, per la quantità di pagine da cui è composto e per la potenza che emana, ma anche un libro necessario e amico, perché attraverso la sua lettura traspare il forte legame che esiste tra i curatori e Pavese.

In foto un momento della presentazione

In foto da sinistra i docenti Alberto Giovanni Biuso, Antonio Di Silvestro, Antonio Sichera e Andrea Schembari

Durante la serata è stata anche ricordata l’importanza del lavoro di squadra in una società ormai troppo competitiva: «È grazie a tutta l’equipe che ha lavorato al libro che questa pubblicazione è stata possibile», ha precisato Antonio Sichera, che ha colto l’occasione per invitare gli interessati alla giornata di studi dedicata al poeta che si terrà il 19 aprile al Monastero dei Benedettini.

È stato sicuramente un lavoro difficile, come ha sottolineato Antonio Di Silvestro, ma lo scopo era quello di spiegare Pavese con le sue stesse parole, ricercandone la sacralità, che è il senso profondo della filologia

Questo testo, infatti, riesce a restituire per intero «la musica e il significato delle varianti che sono fondamentali nell’attività poetica» dell’autore, il quale «tesaurizza – come ha scritto il docente nell’introduzione – quella ricerca di cantabilità e musicalità affidata alla semantica leggera dei componimenti scritti tra il ’28 e il ’31».

Alla fine della presentazione è rimasta la curiosità di conoscere meglio Pavese. Prendendo in prestito le parole del prof. Antonio Sichera: «Quel che resta al lettore, dopo aver letto il volume, è il fascino ambiguo, eppure indubitabile, di una melodia».