Come conservare i parentali spontanei delle specie coltivate per l'agricoltura sostenibile

Sono gli obiettivi del progetto Horizon Europe "Cousin" che coinvolge 25 enti tra atenei, organizzazioni della società civile e aziende. A rappresentare l'Università di Catania è il Di3A

Alfio Russo

Come dimostrano le attuali manifestazioni degli agricoltori di tutta Europa e le restrizioni della disponibilità dell’acqua dovute alla siccità in pieno inverno in diverse regioni dell’Europa meridionale, l’agricoltura si trova ad affrontare sfide enormi.

Uno di questi è una produzione più sostenibile del nostro cibo, con un impatto meno negativo sulle nostre risorse naturali, e cibo di alta qualità nutrizionale, sensoriale e nutraceutica per mantenere la nostra società sana e poter imporre prezzi adeguati in modo che la produzione agroalimentare non sia solo ecologica e sociale, ma anche economicamente sostenibile.

Sono tematiche al centro di Cousin, il nuovo progetto Horizon Europe dedicato all'utilizzo e alla conservazione dei parentali spontanei delle specie coltivate (Crop Wild Relatives - CWR) per l'agricoltura sostenibile che nei giorni scorsi è stato presentato ad Aranjuez all'Universidad Rey Juan Carlos in Spagna.

Il progetto europeo, guidato dall’Università Rey Juan Carlos, sta affrontando questa sfida di ricerca e sviluppo, riunendo 25 partners - tra università, organizzazioni della società civile e aziende europee - provenienti da 12 Paesi europei sulla valorizzazione dei parentali selvatici nella catena del valore alimentare, la conservazione della loro diversità genetica sia in situ che ex situ, la loro caratterizzazione e il loro utilizzo come risorsa per il miglioramento genetico delle nostre colture per una maggiore sostenibilità.

Cousin

Il logo del progetto Cousin

Il consorzio coordinato da Christian Schöb, illustre ricercatore nel campo della biodiversità e della conservazione presso l'URJC e affiliato al nuovo URJC Institute for Global Change Research, comprende 14 università e centri di ricerca, 5 piccole e medie imprese, 1 grande azienda, 3 ONG e un ente pubblico.

Dalla Spagna, oltre all'URJC, partecipano l'Istituto di Agricoltura Sostenibile del CSIC, l'Università di Vic, il Centro di Ricerca di Agrogenomica, la start-up BioCrop Innovations SL e la ONG Aprisco de Las Corchuelas.

Il progetto quinquennale con un budget di quasi 8 milioni di euro è cofinanziato dalla Commissione Europea attraverso i fondi Horizon Europe, la Confederazione Svizzera e UK Research and Innovation. L’Università di Catania, rappresentata dal Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente e coordinata dal prof. Ferdinando Branca, ospiterà il prossimo incontro annuale del Consorzio Cousin che si terrà nell'ateneo catanese nel febbraio del 2025.

Al kick-off meeting che si è svolto ad Aranjuez dal 6 all'8 febbraio, con la partecipazione di più di 50 membri del consorzio di partners hanno discusso di persona e le linee di ricerca e sviluppo da attuare in modo che Cousin possa ottenere l'impatto atteso di aumentare la sostenibilità dell’agricoltura attraverso la conservazione e l’uso della biodiversità, in particolare dei parentali selvatici di grano, orzo, piselli, lattuga e broccoli.

La transizione agro-ecologica, infatti, può essere facilitata da nuove varietà coltivate che, oltre alla produttività, promuovano anche la sostenibilità, sia attraverso una maggiore resistenza ai parassiti, alle malattie o alla siccità, sia attraverso il miglioramento della qualità delle colture o consentendo modalità di produzione alternative, come le colture consociate, che promuovano l’uso efficiente delle risorse e le interazioni benefiche tra gli organismi.

I rappresentanti dei partner del progetto Cousin

I rappresentanti dei partner del progetto Cousin

Tuttavia, nella maggior parte delle nostre colture mancano varietà con queste caratteristiche, poiché non sono più richieste dalla rivoluzione verde e quindi non sono state oggetto di selezione delle colture. Pertanto, per introdurre resistenza alle malattie, ai parassiti o alla siccità nelle colture esistenti, spesso dobbiamo tornare alle risorse genetiche disponibili nelle nostre comunità vegetali naturali e semi-naturali, siano esse praterie, pascoli o foreste.

In altre parole, i parentali selvatici vengono utilizzati per il miglioramento genetico delle nostre colture per renderle più sostenibili. Il "Jabal", una varietà di grano duro ottenuta incrociando una varietà coltivata con uno dei suoi parentali selvatici, ha attirato l'attenzione dei media un anno fa perché è una varietà resistente alla siccità estrema.

Esistono molti altri esempi come Jabal e dimostrano il grande valore dei progenitori selvatici delle piante coltivate per il nostro futuro. Le nostre future varietà di grano, orzo, piselli, lattuga e broccoli dipenderanno dalla diversità genetica disponibile per la selezione e l’adattamento ai cambiamenti globali.

Pertanto, la conservazione delle specie progenitrici selvatiche, l’accessibilità al materiale genetico vegetale e la conoscenza delle caratteristiche di ciascuna delle loro popolazioni sono fondamentali non solo per conservare la biodiversità ma anche per garantire l’approvvigionamento alimentare per le generazioni future.