Concerti sulle spiagge, un rischio per la salute delle coste italiane?

Al museo di Zoologia si è tenuto un incontro dal titolo “Mamma guarda come mi diverto. Alla faccia della natura”

Mariano Campo e Alfio Russo

L'impatto antropico sugli arenili rappresenta un evento particolarmente nocivo per gli habitat presenti. Numerosi i dati inequivocabili sul depauperamento delle covate e quindi delle nascite di uccelli che depongono su questo habitat come i Fratini, oltre alle deposizioni di uova della tartaruga Caretta caretta, per non parlare degli invertebrati che vivono sulle dune costiere.

Un tema “caldo” che è stato, in particolar modo l’estate scorsa, al centro di aspre polemiche tra il cantante Jovanotti, protagonista di un lungo tour musicale nelle spiagge italiane, il Jova Beach Party, e – dall’altra parte – scienziati, ambientalisti e influencer che hanno accusato i maxi-concerti realizzati in litorali come quelli di Vasto, Fermo, Viareggio, Castelvolturno o Lignano Sabbiadoro di essere fortemente dannosi per la salute stessa delle spiagge e per le specie viventi che le hanno scelte come habitat; decisamente ‘anti ecologici’, insomma, soprattutto per le decine di migliaia di persone che vi prendono parte.

Le argomentazioni scientifiche a sostegno di una tesi o della sua antagonista sono state le ‘protagoniste’ dell’incontro che si è tenuto nella saletta del Museo di Zoologia dell’Università di Catania dal provocatorio titolo "Mamma guarda come mi diverto. Alla faccia della natura", promosso nell’ambito del ciclo “Un tè al Museo di Zoologia, pomeriggi di racconti e divulgazione scientifica e ambientale”.

fratino

Un esemplare di Fratino

L’incontro è stato introdotto e coordinato dal prof. Giorgio Sabella, responsabile scientifico del MuZoo, e dal dott. Fabio Viglianisi, responsabile delle attività didattiche della struttura museale universitaria.

Il direttore della riserva naturale orientata Vallone di Piano della Corte di Agira, gestita dall’Università di Catania, l’ornitologo Renzo Ientile, è intervenuto, insieme con la biologa Claudia Russo – componente di un gruppo di ricerca storico dell’ateneo catanese, guidato dai professori Alfredo Petralia e Giovanni Costa, autore di importanti studi sulla fauna invertebrata - e con Dario Grimaldi, esponente del comitato nazionale per la conservazione del Fratino, un piccolo trampoliere la cui vita è messa a rischio dalle attività antropiche sulle coste italiane, per bilanciare i pro e i contro derivanti dall’uso delle spiagge come grandi discoteche. 

Laureato in Scienze naturali e dottore di ricerca in Biologia evoluzionistica, Ientile ha al suo attivo anche delle collaborazioni con le riserve siciliane di Vendicari, Saline di Trapani e Biviere di Gela e si dice allarmato per lo stato di salute delle coste sabbiose siciliane: «Sono tutte interessate da fenomeni di erosione – spiega -, non ricevono sufficiente sedimento dall'ambiente continentale e i volumi di sabbia si stanno riducendo a vista d'occhio. Dune e retrodune sono state nel tempo colonizzate da insediamenti abitativi, strade o parcheggi». 

Una sinergia di fattori negativi, insomma, incide su questi ambienti cosi fragili e ne compromette la loro esistenza in futuro. «Se queste sono le condizioni dell’ambiente fisico – prosegue lo studioso -, va da sé che anche la vegetazione delle spiagge non sia al sicuro. La flora, caratterizzata spesso da elementi esclusivi delle sabbie, è sempre più ridotta nello spazio. E anche molte specie animali, esclusive delle sabbie, risentono pesantemente del degrado ambientale a cui è soggetta la spiaggia, oltre che essere suscettibili al disturbo umano, gli invertebrati risentono del calpestio, i vertebrati si allontanano e abbandonano i luoghi, persino in occasione di iniziative positive come le pulizie delle spiagge, se effettuate nei periodi sbagliati».

Spiaggia di Isola delle Correnti

Spiaggia di Isola delle Correnti

Il confronto al museo di Zoologia, come da tradizione, non ha adottato toni sterilmente polemici, ma certo la posizione di partenza di un ‘custode della natura’ come Ientile è ben definita: «Eventi di massa che concentrano migliaia di persone, invece che negli stadi e nei palasport, sugli ambienti costieri – sostiene l’ornitologo siracusano - hanno sempre un effetto negativo. Riflettiamo sulla quantità di sabbia che rimane attaccata addosso alle persone e viene rimossa dalla spiaggia, tra i 50 e i 100 grammi di sabbia per singolo bagnante, secondo un recente studio del Cnr. A questi eventi si associano sbancamenti, ingressi con mezzi pesanti per la messa in posa di palchi e opere accessorie. Calpestio, disturbo acustico, sono tra gli effetti più evidenti, ma non sono i soli. Se questa pratica dovesse consolidarsi o allargarsi ad altri eventi simili, il nostro patrimonio costiero subirebbe un ulteriore duro colpo».

«Nasce quindi l'esigenza di investire in cultura e in buone pratiche impedendo, per esempio, la "pulitura" delle spiagge prima dell'apertura al pubblico con mezzi meccanici, limitare l'accesso ai quad ed ad altri veicoli a motore – aggiunge Fabio Massimo Viglianisi -. Molto si sta facendo anche da noi, nella riserva naturale Oasi del Simeto, ad esempio, sono state elevate centinaia di multe per escursioni a motore nell'area protetta. Ma questo non basta. Bisogna intervenire per aumentare la consapevolezza degli utenti delle coste cosi che ogni bagnante adotti comportamenti sostenibili per rispettare l'ambiente costiero».

Relatori

In foto da sinistra Giorgio Sabella, Claudia Russo, Dario Grimaldi, Renzo Ientile e Fabio Viglianisi