Da materiale di scarto delle miniere a georisorsa

Sull’asse Italia-Marocco, con il contributo di Unict, un progetto congiunto per favorire l’economia circolare e l’eco-sostenibilità

Alfio Russo

Sostenere le attività che possono contribuire allo sviluppo dell’economia circolare minimizzando la produzione di materiali di scarto delle miniere e al tempo stesso promuovendone il riutilizzo come risorsa per un nuovo processo industriale

È il modello di società a “rifiuti quasi zero”, con un impatto ambientale ridotto e con una migliore qualità della vita, che è stato tracciato sull’asse Italia-Marocco nell’ambito del progetto Mining waste characterization for optimised management by multidisciplinary approach: first results and future developments.

Un progetto che nasce dall’accordo tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Centre National pour la Recherche Scientifique et Technique of Morocco con l’importante contributo dell’Università di Catania.

«Per sviluppare il progetto sono state scelte alcune miniere abbandonate che si trovano nell'area del Massiccio del Rehamna, utilizzate in passato per l’estrazione del tungsteno – spiega la docente Rosalda Punturo del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche ed ambientali dell’Università di Catania e associata anche al Cnr-Igag -. Lo studio multidisciplinare è focalizzato alla determinazione della composizione mineralogica, chimica e petrofisica dei rifiuti minerari target e per identificarne le caratteristiche firme iperspettrali mediante lo studio delle immagini satellitari».

Un momento delle attività di ricerca sul Massiccio del Rehamna in Marocco

Un momento delle attività di ricerca sul Massiccio del Rehamna in Marocco

«I dati ottenuti saranno raccolti e archiviati in un geo-database e sarà creata una mappa dei rifiuti minerari nell'area di interesse – continua la docente dell’ateneo catanese -. Una volta sviluppata, la metodologia potrà essere applicata anche ad altri siti minerari abbandonati e presenti nel territorio italiano, al fine di evidenziarne le potenzialità per l’individuazione di materie prime, anche secondarie».

Nei giorni scorsi - dal 6 al 10 giugno - si è svolta la visita scientifica alla Faculté des Sciences Semlalia dell’Université Cadi Ayyad Marraikech in Morocco. 

Intense giornate finalizzate a consolidare la collaborazione tra gli enti coinvolti nel team di ricerca composto da ricercatori e docenti del Cnr-Igag di Roma, ente capofila del partenariato (referente Daniela Guglietta, responsabile scientifico del progetto, e Aida Maria Conte), del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed ambientali dell’Università di Catania (referente la prof.ssa Rosalda Punturo), dell’Università di Ferrara (referente la prof.ssa Carmela Vaccaro) e della Faculté des Sciences Semlalia dell’Université Cadi Ayyad di Marrakech (referente la prof.ssa Amina Wafik). 

Il gruppo di ricerca ha svolto diverse attività tra cui la campagna di campionamento sul Massiccio del Rehamna e, inoltre, numerosi seminari rivolti agli studenti del Master in Scienze geologiche della Faculté des Sciences dell’Université Cadi Ayyad di Marrakech.

«Le attività di ricerca e di formazione che abbiamo svolto rappresentano le basi per future e ulteriori collaborazioni scientifiche e culturali tra gli atenei e i centri di ricerca nazionali dei due Paesi dell'area Mediterranea» ha concluso la prof.ssa Rosalda Punturo.

attività di formazione

Un momento delle attivitàdi formazione rivolte agli studenti del Master in Scienze geologiche della Faculté des Sciences dell’Université Cadi Ayyad di Marrakech