Da Unict alla Mostra del cinema di Venezia

Gabriella Tomarchio, studentessa del Disum e componente della giuria Giovani, racconta le giornate e alcuni retroscena della rassegna

Gabriella Tomarchio

Anche quest’anno ventiquattro studenti provenienti dai corsi di cinema delle università italiane sono stati invitati a ricoprire il ruolo di giurati in occasione dell’ottantesima edizione della prestigiosa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica che si è svolta al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre.

L’Università di Catania, per il terzo anno consecutivo, ha aderito all’iniziativa consentendo alla studentessa del corso di laurea magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo del Dipartimento di Scienze umanistiche Gabriella Tomarchio di entrare a far parte della giuria Giovani.

A loro il compito di assegnare il Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato e per il miglior documentario sul cinema. 

La sezione Venezia Classici, curata dal direttore della Biennale di Venezia Alberto Barbera e dal giornalista e critico cinematografico Federico Gironi, proietta in anteprima mondiale pellicole d’autore restaurate nell’anno precedente.

L’impegno richiesto ai giovani giurati è stato quello di assistere alle proiezioni di venti film restaurati e nove documentari. La giuria, presieduta dallo sceneggiatore e regista Andrea Pallaoro, si è inoltre ripartita in base alle preferenze di ciascun giurato per distribuire al meglio la quantità di visioni a cui assistere, lasciando tempo anche per altri film in concorso.

Gabriella Tomarchio alla Mostra del Cinema di Venezia

Gabriella Tomarchio davanti la sede della mostra al Lido di Venezia

Le giornate al Festival

Raccontare il festival dall’interno, dal punto di vista di una studentessa di cinema che un po’ ha sempre fantasticato di essere lì negli anni, richiede una forma di racconto diretto, in prima persona.

Ci siamo fatti travolgere presto dai ritmi frenetici della mostra, riuscendo ad incastrare tutti gli impegni e le proiezioni, stupendoci di quanto fosse diventata già la nostra nuova normalità. 

La meraviglia ci ha accompagnati fin dall’incontro con il direttore Alberto Barbera, il quale, nella prima giornata, oltre ad accoglierci, ci ha ringraziati personalmente per essere lì, decretando ufficialmente l’inizio del festival per tutti noi. 

Trovarci in quel luogo magico, per la prima volta e con un badge da Official Jury appeso al collo, era un sogno che a fatica abbiamo compreso esser diventato realtà. La maggior parte del tempo è trascorso felicemente dentro sale di rilievo per guardare pellicole in anteprima, a cui si sono aggiunti incontri inaspettati con registi o attori, conferenze stampa e red carpet. 

Incontro con il regista Matteo Garrone all’Hotel Excelsior Venice

Incontro con il regista Matteo Garrone all’Hotel Excelsior Venice

Particolarmente coinvolgenti sono state anche le riunioni mattutine con momenti di dialogo e confronto sui film da giudicare, alla fine dei quali sentivamo di esserci arricchiti ascoltando la prospettiva di ciascun collega. Ma non si parlava di cinema soltanto lì. 

In qualunque momento della giornata, specialmente durante i pranzi e le cene al Garden del Festival, si improvvisavano lunghe tavolate, e nelle conversazioni si discuteva di quanto fosse originale Poor Things di Yorgos Lanthimos, o di quanto ci avesse colpito La Bête di Bertrand Bonello.

Il Garden del Festival di Venezia

Il Garden del Festival di Venezia

L’armonia che si è creata nel gruppo è stata pressoché spontanea. Anche se durante il giorno eravamo divisi per via della ricchezza del programma di proiezioni, ci ritrovavamo sempre per scambiarci esperienze e impressioni. Catapultati nell’evento più importante delle nostre vite, abbiamo voluto viverlo pienamente insieme, ritagliandoci anche del tempo per rilassarci e godere della nostra esperienza nella cornice della suggestiva Venezia. 

Un’ulteriore occasione di socializzazione e di divertimento è stata la festa di Biennale College Cinema e Virtual Reality,sezione che promuove lo sviluppo di nuove produzioni filmiche, organizzata all’Isola di San Servolo, una serata trascorsa tra musica e buona compagnia all’insegna della settima arte. 

La giuria Giovani alla festa Biennale College Cinema e Virtual Reality

La giuria Giovani alla festa Biennale College Cinema e Virtual Reality

Durante l’ultimo giorno abbiamo avuto la possibilità di visitare i giardini della Biennale e della Mostra Internazionale di Architettura, curata da Lesley Lokko, che quest’anno reca il titolo di The Laboratory of the Future: un’esposizione che intende spostare, per la prima volta, l’attenzione sull’Africa, la sua cultura e la sua architettura. Una visita guidata al suo interno ci ha stimolato ampliando i nostri orizzonti. 

Alcuni giurati durante la visita guidata alla Mostra Internazionale di Architettura

Alcuni giurati durante la visita guidata alla Mostra Internazionale di Architettura

I “nostri” vincitori

Riuniti per decretare i vincitori, dopo un’attenta analisi, qualche indecisione e un confronto in cui ci siamo presi tutto il tempo necessario, le giurie hanno deciso di assegnare il Premio per il miglior documentario sul cinema all’irriverente Thank you very much dello statunitense Alex Braverman e il premio Venezia Classici per il miglior film restaurato a Ohikkoshi (Moving) del giapponese Shinji Sōmai. 

Eravamo incredibilmente onorati di avere il grande privilegio di decidere quale film meritasse più degli altri, consapevoli della responsabilità legata alla nostra posizione. La sera della cerimonia di premiazione abbiamo applaudito soddisfatti e inorgogliti davanti all’annuncio dei vincitori da parte di Andrea Pallaoro, che ci ha seguiti e appoggiati nella nostra scelta. 

La giuria Documentari con il vincitore, Alex Braverman per il suo Thank you Very Muc

La giuria Documentari con il vincitore, Alex Braverman per il suo Thank you Very Muc

Il red carpet

Nella nostra vita non avremmo mai pensato di attraversare il tappeto rosso più importante del cinema, proprio quello che vedevamo soltanto in televisione. Quando è successo è stato surreale e allo stesso tempo stranamente naturale. 

Insieme al nostro presidente e alla nostra imprescindibile guida, Giacinta Dalla Pietà, siamo stati immortalati in un momento di pura gioia che ha preceduto un elegante aperitivo nella terrazza del Palazzo del Cinema con membri della giuria internazionale come Damien Chazelle, Jane Campion, Alice Diop e Gabriele Mainetti.

I membri della giuria giovani in posa sul red carpet

I membri della giuria giovani in posa sul red carpet 

Il dopo Festival

Quando l’esperienza stava per giungere al termine, una domanda frequente è stata: “E ora cosa faremo dopo il Festival?”.

Tornare a casa dopo un’esperienza così appassionante, unica e indimenticabile, non è stato facile per nessuno. Tuttavia siamo grati di aver fatto parte, seppur per qualche giorno, di un mondo di cui subiamo il fascino e in cui ci auguriamo un giorno di lavorare. 

Ci portiamo dietro un bagaglio umano significativo, tanti consigli e insegnamenti, nonché l’ispirazione per continuare a lavorare sodo, provando a rendere questi dieci giorni un vero e proprio trampolino di lancio per le nostre carriere future

Alcuni giurati insieme alla regista neozelandese Jane Campion nella terrazza di Palazzo del Cinema

Alcuni giurati insieme alla regista neozelandese Jane Campion nella terrazza di Palazzo del Cinema