Dagli insetti le risposte sugli effetti dei cambiamenti climatici

James Ciarlò, climatologo dell'Università di Malta, è intervenuto al Museo di Zoologia sul monitoraggio dell’habitat delle piccole isole siciliane

Alfio Russo

Gli insetti in ciascun ecosistema naturale rivestono un ruolo di fondamentale importanza in quanto ottimi indicatori della sua integrità. Al tempo stesso consentono di monitorare l’habitat 'vestendo i panni' di spie sui rischi di degrado dovuti a processi antropici come ad esempio i recenti cambiamenti climatici su scala globale.

Su questi temi - e in particolar modo sul progetto multidisciplinare PALEOSIM (“PALEOclimate modeling of Small Islands in the Mediterranean and possible impacts on artropod habitats”) avviato dall'Institute of Earth Systems dell'Università di Malta – è intervenuto, venerdì 21 aprile, nella saletta del Museo di Zoologia dell’ateneo catanese, James Ciarlò, climatologo maltese, nel corso dell’incontro dal titolo “Modellazione ecologica degli insetti nelle isole circumsiciliane dall'ultima era glaciale ad oggi”.

L’incontro rientra nel ciclo di appuntamenti “Un tè al Museo di Zoologia”, curato dal dott. Fabio Massimo Viglianisi dell’ateneo catanese, è stato introdotto dal prof. Christian Mulder, ordinario di Ecologia all’Università di Catania, e dal prof. Giorgio Sabella, responsabile scientifico del Muzoo. 

Muzoo cambiamenti climatici relatori

In foto James Ciarlò insieme con Giorgi Sabella, Fabio Viglianisi e Christian Mulder

Il ricercatore maltese, che ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2017 al dipartimento di Geoscienze dell’Università di Malta, ha poi collaborato con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, in partnership con il Centro internazionale di Fisica teorica a Trieste, è uno dei massimi esperti del settore. A partire dal 2022, infatti, ha iniziato a lavorare al progetto “Paleosim” in seguito al conseguimento della Marie Sklodowska Curie Postdoctoral Fellowship Grant, focalizzando l’attenzione delle ricerche sull’Era glaciale, l’Olocene e gli ultimi mille anni, per confrontarsi con i cambiamenti climatici in corso e futuri. 

Nel corso dell’incontro, il climatologo dell’Università di Malta, si è soffermato sullo studio degli insetti, anche tramite una modellazione ecologica della loro presenza nelle isole circumsiciliane (gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria nel mar Tirreno e nel canale di Sicilia) e nelle isole maltesi, che consente di ricostruire i processi naturali e antropici che hanno contribuito ai cambiamenti ecologici di tali piccoli territori, caratterizzanti il bacino del Mediterraneo centrale. Ma si è soffermato anche sugli andamenti degli habitat e quindi dei popolamenti animali degli artropodi terrestri negli scenari previsti al 2030, al 2050 e oltre immaginando l'innalzamento della temperatura tra 1,5°C e 4°C.

James Ciarlò

In foto James Ciarlò nel corso dell'incontro

Qual è il ruolo degli insetti oggi e il loro ‘stato di salute’ nell’area mediterranea?

«Nonostante gli insetti siano alla base della catena alimentare rivestono ruoli importanti nell’ecosistema in quanto ci sono impollinatori come l'ape, predatori come la vespa e anche decompositori come alcuni coleotteri – ha spiegato James Ciarlò -.  Lo 'stato di salute' varia con le specie, sappiamo già che le api stanno soffrendo per vari motivi, ad esempio per i cambiamenti climatici e per l’uso eccessivo degli insetticidi o anche per qualche effetto combinato. Oppure il calabrone orientale è diventato una ‘peste’ a Malta. La zanzare tigre ad esempio si è diffusa nel mediterraneo in pochissimo tempo. Cambiamenti del genere possono mettere in difficolta l’ecosistema delle piccole isole che hanno molte risorse limitate, in particolare quelle più aride come Malta e Lampedusa. L’obiettivo del progetto "Paleosim" è stabilire l’effetto dei cambiamenti climatici, passati e futuri, sugli habitat di questi insetti».

Perché gli insetti sono ottimi indicatori dell’integrità di un ecosistema?

«Gli insetti sono ottimi indicatori per diversi motivi: esistono numerose specie, sono alla base della catena alimentare e poi occupano molte nicchie – spiega -. Se per qualche ragione cambia l’integrità di un ecosistema, sicuramente ci saranno effetti su tante specie diverse».

Quanto incidono i cambiamenti climatici, e i processi antropici, sul degrado degli ecosistemi?

«Questo è l’obiettivo del progetto “Paleosim”, ovvero quello di identificare varie specie di insetti importanti per gli ecosistemi di piccole isole nel Mediterraneo – ci tiene a sottolineare -. Usando modelli climatici e ecologici possiamo provare ad identificare l’effetto dei cambiamenti climatici sugli insetti. Ci aspettiamo risposte diverse per vari insetti».

isole del mediterraneo

Il progetto “Paleosim” è di fondamentale per stabilire un ‘indice ecologico’?

«Stabilire un modello ecologico per gli insetti riferito ai cambiamenti climatici è alla base del progetto “Paleosim” – spiega il climatologo maltese -. Ma tra gli obiettivi anche quelli di generare simulazioni climatiche ad alta risoluzione spaziale di 3 chilometri delle isole circumsiciliane per il passato, dall’Era Glaciale al presente, e anche per il futuro al fine di studiare il modello ecologico degli insetti in queste isole. Il progetto è finanziato tramite una “Marie Sklodowska Curie Postdoctoral Fellowship Grant” e la sede di ricerca è all’Institute of Earth Sciences dell’Università di Malta. Tra i partner anche il The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics di Trieste, che fornisce il loro modello regionale e di esperienza in campo climatico, e l’Esplora Interactive Science Centre, un museo di scienza interattiva di Malta, che mette a disposizione i propri esperti di comunicatori della scienza e che a conclusione del progetto realizzeranno una mostra del progetto Paleosim».

James Ciarlò

James Ciarlò nel corso di un'attività di ricerca

Quali sono i parametri ambientali che vengono utilizzati per stabilire l’indice ecologico e per descrivere l’habitat potenziale di alcuni insetti? 

«Dipendono dalle specie – spiega -. Tipicamente cerchiamo di utilizzare parametri ambientali medi e estremi di temperatura, pioggia, vento, elevazione e per alcune specie anche l’umidita del suolo. Per ogni specie facciamo un’analisi per identificare quali di questi parametri siano più utili per le specie».

Alla luce di questa ricerca, quali sono i potenziali rischi per gli insetti in futuro a causa dei cambiamenti climatici? 

«Il progetto è ancora in una fase embrionale e non possiamo sapere cosa troveremo, però già si vede una diminuzione degli impollinatori e questo è aggravato dall'aumento della popolazione di predatori con effetti negativi sull’agricoltura e di conseguenza sulla produzione del cibo» conclude James Ciarlò.

In chiusura il climatologo maltese ha invitato i cittadini a diventare parte attiva del progetto “Paleosim” tramite la "Citizen science", una modalità molto diffusa nel mondo anglosassone e che si sta sviluppando anche in Italia, che prevede il coinvolgimento diretto della popolazione e degli stakeholder.