Dai ‘neuroni specchio’, interruttori dell’empatia, all’educazione personalizzata

Al Dipartimento di Matematica e Informatica lectio magistralis del neuroscienziato Giacomo Rizzolatti nell’ambito dell’incontro su “Neuroscienze e interventi educativi”

Mariano Campo

«Il nostro cervello reagisce in maniera analoga se compiamo un gesto, o se vediamo qualcun altro compiere lo stesso gesto. È questa la descrizione sintetica del meccanismo dei neuroni specchio, scoperto per la prima volta all’inizio degli anni ’90, studiando, anche dal punto di vista etologico, il comportamento delle scimmie, e poi estendendo la ricerca agli esseri umani. È così che siamo riusciti a individuare gli ‘interruttori’ celebrali di emozioni e sensazioni come la paura o il disgusto, è così che riusciamo a spiegare l’empatia fra individui distinti e tanti altri fenomeni che hanno una valenza neurologica quanto psico-sociale».

Accolto come una star nella gremita aula magna del dipartimento di Matematica e Informatica, il prof. Giacomo Rizzolatti, a capo del team di ricerca dell’Università di Parma che nel 1996 consegnò alla comunità mondiale la scoperta dei neuroni specchio, ha ripercorso i punti più salienti di quell’avventura scientifica nel corso dell’incontro dal titolo “Le neuroscienze negli interventi educativi” che si è tenuto martedì scorso su iniziativa del corso di specializzazione per le attività di sostegno Ciclo VIII-Disfor dell’Università di Catania.

Un momento dell'intervento del prof. Giacomo Rizzolatti

Un momento dell'intervento del prof. Giacomo Rizzolatti

«Quella scoperta – ha ricordato il prof. Vincenzo Perciavalle, ordinario di Fisiologia umana alla Kore di Enna e per anni sodale scientifico di Rizzolatti – ha dato vita a uno straordinario filone di ricerca, registrando oltre 160 mila citazioni da parte di altri ricercatori, e facendo diventare il meccanismo ‘mirror’ un caposaldo per molte altre discipline».

«Il lavoro del team del prof. Rizzolatti – ha osservato la prof.ssa Paolina Mulè, direttrice del corso di specializzazione – ha illuminato i più recenti studi collegati alla comprensione dei processi di apprendimento, finalizzandoli maggiormente a trarre fuori il potenziale degli studenti per accompagnarli verso il loro pieno sviluppo culturale e sociale. Ma è un traguardo che ci ha aiutato a capire come funziona la nostra mente, attraverso il binomio logos e pathos, e saldato il rapporto tra le neuroscienze e la moderna pedagogia».

«Anche per questo il nostro ospite è molto conosciuto e studiato in ambito psicosociale – ha aggiunto la direttrice del dipartimento di Scienze della Formazione, Loredana Cardullo -, arricchendo la dimensione della razionalità umana con il contributo, scientificamente certificato, della sfera emozionale, delle passioni, dell’intuizione, dell’empatia. Rizzolatti ci ha aiutato perciò a conoscere l’uomo nella sua interezza, e può introdurci verso un nuovo umanesimo etico e solidale».

Non a caso l’incontro portava come sottotitolo “Il meccanismo specchio e la comprensione degli altri”, perché è ormai assodato che la comprensione del funzionamento del cervello e dei processi cognitivi può informare e migliorare, tra le altre cose, anche le pratiche educative.

L'aula del Dmi gremita

L'aula gremita 

E ciò può senza dubbio aiutare gli educatori a comprendere meglio come gli studenti elaborano le informazioni, memorizzano i concetti e rispondono agli stimoli formativi, adattare le pratiche di insegnamento alle esigenze specifiche degli studenti, con l’applicazione di tecniche differenziate e personalizzate in grado di stimolare la memoria, l’attenzione e la motivazione, come è stato evidenziato nel successivo workshop attraverso gli interventi della stessa prof.ssa Mulè e delle docenti Marina Quattropani, Agata Polizzi e Maria Luisa Boninelli; agevolare infine lo sviluppo di interventi precoci e personalizzati per gli studenti che lottano con la lettura, la scrittura, la matematica o altre abilità cognitive, prevenendo il fallimento scolastico e promuovendo invece il successo.

Il Meccanismo Mirror, che trasforma le rappresentazioni sensoriali ottenute osservando il comportamento degli altri in rappresentazioni motorie dello stesso comportamento nel cervello dell’osservatore, può favorire inoltre la comprensione dei meccanismi neurali sottostanti all'emozione, al comportamento sociale e al benessere mentale.

Tutti questi fattori possono incentivare lo sviluppo di programmi che promuovano la salute emotiva e sociale degli studenti, riducendo lo stress e migliorando il clima scolastico, e di tecnologie educative innovative che sfruttano la plasticità cerebrale e i principi dell'apprendimento cognitivo, tra i quali programmi di apprendimento online, giochi educativi basati sul cervello e applicazioni mobili progettate per migliorare le abilità cognitive degli studenti.

Il saluto del rettore Francesco Priolo

Il saluto del rettore Francesco Priolo

«I neuroni specchio - scrisse all'epoca  della scoperta il direttore del Center for Brain and Cognition della University of California Ramachandran - faranno per la psicologia ciò che il Dna ha fatto per la biologia. Ci danno già le basi per comprendere una serie di aspetti molto enigmatici della mente umana: l'imitazione, l'apprendimento, l'intenzionalità, la "lettura della mente", persino l'evoluzione del linguaggio».

«L’Università di Catania è stata davvero onorata di poter accogliere ancora una volta il prof. Giacomo Rizzolatti, che già nel 2018 fu ospite, per un’entusiasmante serata, alla Scuola Superiore di Catania – ha sottolineato il rettore Francesco Priolo -. È un neuroscienziato di fama internazionale ma anche un grandissimo comunicatore che riesce a entusiasmare, trasportando chi lo ascolta direttamente nel cuore della scienza. Fortunati noi tutti ad incontrarlo questa sera».