Dal Codice rosa al codice rosso

Al Dipartimento di Scienze della formazione si è discusso di percorsi psicologici, clinici e management sanitari in occasione dell’8 marzo

Costanza Maugeri

Dal Codice rosa al codice rosso: percorso psicologico, clinico e management sanitario è il titolo del convegno che si è tenuto, in occasione della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo scorso, nei locali de “Le Verginelle”, sede del Dipartimento di Scienze della formazione.

Ad intervenire figure operanti nell’ambito psicologico, clinico e giuridico.

Ad aprire i lavori il professore emerito di Psicologia generale, Santo Di Nuovo che, dopo aver portato i saluti della direttrice del Dipartimento, Loredana Cardullo, si è soffermato sulle azioni dell’Associazione Italiana di Psicologia.

«Qualche anno fa l’Associazione Italiana di Psicologia, che rappresento, ha istituito un gruppo di lavoro per tentare di arginare la disparità e la violenza di genere – ha spiegato il prof. Santo Di Nuovo -. Il termine “codice” richiama un’urgenza e, in particolare, quello rosso ne esprime la massima gravità. L’urgenza è questa: l’uomo che ancora considera la donna come oggetto sessuale, di conquista. E se questo ”oggetto” non gli appartiene più fa di tutto per riprenderselo anche a costo della vita. Spesso l’uomo manifesta un comportamento narcisistico. E in relazioni come queste vige una dipendenza affettiva che non favorisce la reciprocità e un sano scambio».

A seguire la prof.ssa Maria Quattropani, direttrice della Scuola di Psicologia clinica dell’Università di Catania, ha evidenziato l’importanza del tema dell’iniziativa.

«L’incontro di oggi nasce dalla recente istituzione del codice rosso – ha spiegato -. Non abbiamo fatto in tempo a gestire al meglio il codice rosa che già dobbiamo confrontarci con questa novità».

«È la prima giornata ufficiale a cui partecipa, insieme con l’Asp di Catania, la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica – ha evidenziato la docente -. Da questa sinergia deve nascere una strategia comune scientifica per dare delle risposte al Sistema sanitario nazionale in merito all’istituzione di questo nuovo codice».

In foto Giuseppe Santisi e Maria Quattropani

In foto Giuseppe Santisi e Maria Quattropani

Riprendendo il discorso del prof. Santo Di Nuovo, la docente Maria Quattropani ha sottolineato che «la relazione intima evolve, è in continua trasformazione e quello che non accetta il partner violento, a causa di poca flessibilità emotiva, è questo cambiamento del rapporto».

Il prof. Giuseppe Santisi, direttore del corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche, invece, ha incentrato il suo intervento sulla formazione.

«Il nostro corso di laurea è pronto per ricevere sollecitazioni che provengono da problematiche come queste – ha spiegato il docente -. Tanto che giornate come queste sono sempre molto partecipate. Le aule universitarie diventano non casse di risonanza, ma contenitori di riflessione».

E, forse, è essenziale, oltre i punti essenziali emersi durante il convegno, iniziare a portare avanti un’approfondita e consapevole riflessione socio-culturale. Affinché non si releghi il comportamento violento a singoli individui problematici, ma si trovi nella società patriarcale, della prevaricazione la principale causa. Che si inizi a parlare non solo di colpa individuale, ma anche di responsabilità collettiva.

E di responsabilità collettiva è essenziale parlarne i tutti i contesti sociali, tra cui l’Università. Quest’ultima ha da poco messo a disposizione una figura professionale che mira ad accogliere richieste d’ascolto e di aiuto di qualsiasi individuo all’interno di essa come studenti e studentesse, insegnanti e personale tecnico-amministrativo.

La Consigliera di Fiducia d’ateneo, l’avvocata Maria Concetta Tringali si è soffermata sulla figura che ricopre. «Nel mio ufficio, a Villa San Saverio, sede della Scuola Superiore di Catania, accolgo chi ne ha bisogno e insieme leggiamo la fattispecie giuridica per inquadrare ciò che sta subendo in un reato o meno – ha spiegato -. La mia, infatti, non è una lettura psicologica. Dopo aver fatto ciò decidiamo insieme come agire».

In foto Maria Concetta Tringali e Cinzia Recca

In foto Maria Concetta Tringali e Cinzia Recca

A seguire è intervenuta la professoressa Daniela Cutuli, in qualità di referente per le procedure di Codice rosso nell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico “Rodolico-San Marco”.

«Ad oggi abbiamo registrato veramente pochi casi di diagnosi di aggressione o di violenza – ha spiegato -. Questo perchè la violenza fisica, spesso, rappresenta solo la punta dell’iceberg. Negli anni, però, con una serie di corsi di formazione sta emergendo sempre di più. Con la procedura del Codice Rosso la vittima viene accompagnata in un ambulatorio delle fragilità e inizia un percorso accompagnata da esperti in ambito sociale, psicologico di cui, spesso, vi è carenza».

La prof.ssa Cinzia Recca, delegata per il Disfor alle Pari Opportunità ha tessuto, invece, una riflessione sulla Giornata della Donna.

«Molti la chiamano Festa delle donne, forse lo era anni fa, quando le donne festeggiavano l’acquisizione recente dei loro diritti, ma adesso non può essere interpretata in questo senso. Occorre lavorare ancora per il raggiungimento della parità di genere e per centrare questo obiettivo occorre lavorare tanto e soprattutto favorendo quel cambiamento culturale della società in questo campo che coinvolga le donne e in particolar modo gli uomini».

La dott.ssa Elena Granata, responsabile Pari Opportunità al Comune di Catania ha, invece, illustrato progetti e iniziative sul tema disponibili sul sito ufficiale dell’ente.

La giornata, inoltre, ha registrato numerosi interventi di diverse figure professionali tra le quali il prof. Pasquale Caponnetto, ricercatore di Psicologia clinica, e la dott.ssa Daniela Bordonaro, direttrice del Servizio di Psicologia Asp Catania.

Un’occasione che rappresenta un primo passo all’interno dell’istituzione, ma che non può essere l’ultimo.

Elena Granata

Un momento dell'intervento di Elena Granata