È scomparso Salvatore Sambataro, un maestro del Diritto amministrativo

A ricordare il docente dell’allora Facoltà di Giurisprudenza gli allievi Biagio Spampinato e Claudio Salibba

Biagio Spampinato e Claudio Salibba

Quando ho appreso, qualche giorno fa, della dipartita del professore Salvatore Sambataro, già ordinario di Diritto Amministrativo di quello che oggi è il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania - allora Facoltà di Giurisprudenza -, nonché allievo di un Maestro indiscusso della nostra disciplina, Eugenio Cannada Bartoli, i ricordi di svariati anni fa si sono accalcati nella mia mente.

L’ho conosciuto sui banchi dell’aula 4 della sede storica della Facoltà per i due anni di lezioni nei quali si articolava il corso M-Z di diritto amministrativo I e II, cioè di diritto “sostanziale” e di diritto “processuale”; riusciva a coinvolgere i presenti con un eloquio forbito e non di rado presentando casi tratti dalla giurisprudenza, sui quali suscitava vivace discussione. Poi, il momento degli esami, che si preparavano su testi impegnativi: l’Alessi, il Nigro e il Sambataro, come, allora, li chiamavamo noi studenti.

Il rapporto è proseguito, su impulso dello stesso professore, con la tesi e subito dopo con l’avvio alla ricerca, e, più o meno contestualmente, con la partecipazione, come cultore della materia, alle sedute di esami, durante le quali ebbi modo di apprezzare il vigile, ma discreto, occhio sulla conduzione degli esami da parte di noi giovani componenti (ero io assieme al compianto dott. Salvatore Mazza e a Claudio Salibba, cui mi lega ancora salda amicizia) finalizzato ad assicurare un equilibrato giudizio e l’attenzione verso le studentesse e gli studenti che non avessero superato l’esame e di cui il professore conservava gli statini fino a quando non vi fossero riusciti.

È seguito qualche scritto in materia, la borsa di studio, infine, l’incarico nella sede decentrata di Ragusa, dove il nuovo ruolo accademico cominciò ad assorbire tempo cosicché i contatti si fecero più radi, per poi riprendere con il mio rientro a Catania, almeno fino a quando il professore, ormai in pensione, smise di continuare a frequentare il dipartimento.

Permane il lascito scientifico, come accade per quegli studiosi che hanno avuto qualcosa da dire nella materia di loro pertinenza: il libro sul contenzioso rappresentò all’epoca una primizia negli studi di quel lontano periodo; i più recenti manuali, i “Preliminari” di diritto amministrativo e di giustizia amministrativa, invece, resistono al tempo e pur di fronte ad un diritto amministrativo in incessante mutazione possono tuttora fornire utili spunti; ma, soprattutto, rimane indelebile il ricordo del loro Autore!

Biagio Spampinato

Era difficile sottrarsi al fascino intellettuale che il prof. Salvatore Sambataro irradiava; lo conferma l’icastico profilo tracciato dal prof. Biagio Spampinato, come me suo allievo.

Riconoscevi il tratto sicuro e il pensiero originale e profondo del Maestro, capace di gettare nuova luce anche su questioni in apparenza remote o dai più ritenute di minore rilievo e di svelare, con divertita ironia, la complessità e la ricchezza del ragionamento giuridico, nascoste dietro umili episodi giudiziari.

L’acuta originalità, appunto, mi è sempre apparsa la cifra più emblematica della sua poliedrica personalità di studioso; la stessa libertà e indipendenza, l’anticonformismo, sarei tentato di dire, dimostrava come uomo.

Da lui ho ricevuto insegnamenti preziosi e incessante sostegno, che rendono ora il momento del commiato tanto più doloroso e struggente, mitigato tuttavia dalla Sua memoria, immutata guida lungo il mio percorso professionale e umano.     

Claudio Salibba

Il prof. Salvatore Sambataro

Il prof. Salvatore Sambataro