A progettarlo, nell’ambito della propria tesi di laurea, è Giovanni Mirulla, appena laureato in Ingegneria informatica
Nel suo “cuore” scorre l’intelligenza artificiale di ChatGPT e il suo Large Language Model. E grazie ad esso riesce a interagire con gli esseri umani e anche a generare autonomamente i “linguaggi” per il suo movimento. A supportare il tutto anche due software e 31 servomotori che gli consentono di muovere le sue mani, braccia e testa.
Si chiama Sonny, può raggiungere l’altezza di 1 metro e 80 e al momento il suo peso è circa 12 chilogrammi, ed è un robot umanoide made in Catania dotato di intelligenza artificiale e di un modello linguistico di grandi dimensioni capace di “comprendere” l’essere umano che gli sta davanti. E soprattutto il linguaggio naturale dell’essere umano – in questo caso riconosce la lingua italiana – gli consente di comunicare e muoversi.
A realizzare “Sonny” – nome ispirato dal film "Io, Robot" del 2004 diretto da Alex Proyas – è Giovanni Mirulla, fresco di laurea in Ingegneria Informatica all'Università di Catania.
E proprio il robot umanoide rappresenta la sua tesi di laurea dal titolo “Il Robot Sonny e l’utilizzo dei Large Language Model nella Robotica” realizzata con l’aiuto della relatrice, la professoressa Salvina Gagliano.
Sonny con il suo "papà", Giovanni Mirulla
L’interazione con lo spazio circostante avviene attraverso complessi algoritmi attivati da sensori che, tramite computer vision, gli consentono di riconoscere oggetti e persone, di seguire il volto e di riconoscere una persona se ha avuto già modo di interloquire con essa, muoversi agevolmente in spazi condivisi con il pubblico e selezionare in ogni occasione il comportamento più adeguato.
«Il progetto ha richiesto oltre due anni di progettazione, studio e lavoro – racconta Giovanni Mirulla -. Totalmente stampato in 3D con filamenti in legno e PLA (acronimo dell’acido polilattico, derivato da fonti organiche rinnovabili, come l'amido di mais o la canna da zucchero), il robot Sonny è equipaggiato di 31 servomotori, che gli consentono di muovere le sue mani, braccia e testa. Il controllo delle sue articolazioni avviene sia in modo autonomo, come nel caso di seguire con la testa il volto di un essere umano, sia attraverso il Large Language Model, in particolare gpt-3-turbo, che è anche il cuore dietro a ChatGPT, ampiamente utilizzato in questo momento».
Giovanni Mirulla in una fase di lavoro
«Grazie a questo modello e a due altri software, uno che gli permette di memorizzare contesti e azioni, e quindi gli permette di imparare, e un secondo che gli consente di eseguire tutte le azioni, il robot ha non solo acquisito la capacità di interagire con gli esseri umani ma anche di generarsi autonomamente il codice necessario per il suo movimento – continua -. Questa caratteristica è estremamente utile, poiché gli utenti non devono conoscere un linguaggio di programmazione per insegnare al robot nuovi movimenti e quindi semplicemente comunicare con esso, in quanto il robot comprende il linguaggio naturale».
«Il nome "Sonny" è stato ispirato dal film Io, Robot e io l’ho scelto per il primo prototipo del robot, che è nato presso l'Istituto Tecnico Archimede – aggiunge -. Quel primo prototipo mi ha permesso anche di trionfare alle Olimpiadi di Robotica del 2017 organizzate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca».
Un momento della presentazione alle Olimpiadi di Robotica
«Ma anche per conferire al robot un tocco più umano e personale, e il personaggio di Sonny nel film rappresenta molte delle questioni centrali riguardo all'intelligenza artificiale e all'etica dei robot – continua -. "Sonny" può essere considerato una forma informale e affettuosa di "figliolo" e tale progetto lo è stato poiché richiede attenzione costante per crescerne e guidarne lo sviluppo».
Sempre Giovanni Mirulla nei mesi scorsi era balzato alla cronaca per essere il “padre” anche del Liotru che la famosa casa di mattoncini, la Lego, potrebbe immettere sul mercato. Nei prossimi mesi, intanto, tra gli scaffali dei negozi sarà disponibile il Cannolo siciliano in mattoncini.
«In futuro – aggiunge - mi piacerebbe fare impresa qui, portare avanti il progetto Sonny, che ancora richiede parecchio lavoro per essere perfezionato, continuare la realizzazione di hardware e software che ci vengono in soccorso e ovviamente di giochi in mattoncini»