Nell’aula magna del Palazzo delle Scienze si è tenuto un incontro del ciclo di seminari “Economia, Politica e Società: in cammino sulle orme dell’Economia di Francesco”
La ricostruzione di un’economia su basi umane ed etiche, che ponga al centro la persona, le relazioni e che sia generativa – ovvero capace di creare valore sociale e ambientale per le generazioni future – è questo il tema principale del seminario Economia e generatività: un Manifesto per il futuro, che si è svolto nei giorni scorsi nell’aula magna del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania.
L’incontro – nell’ambito del ciclo di seminari Economia, Politica e Società: in cammino sulle orme dell’Economia di Francesco - è stato moderato dal prof. Roberto Cellini, direttore del Dei, che ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa, affermando che «serve a capire quali siano i fondamenti dell’impegno sociale». Spero che gli studenti possano trarre beneficio da quest’incontro, perché l’università è un luogo fisico che serve a formare gli studenti non soltanto come professionisti, ma anche come uomini», ha aggiunto.
Il seminario è stato aperto dal prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica all’Università Tor Vergata di Roma, con una metafora di grande impatto: l’economista come medico sociale.
«Così come un medico studia le malattie e cerca una cura, l'economista deve analizzare le problematiche sociali ed economiche e proporre soluzioni efficaci», ha detto.
Becchetti ha identificato quattro guasti fondamentali del sistema economico attuale: la figura dell'homo oeconomicus; l’impresa concepita solo come soggetto che massimizza il profitto; il PIL considerato unico indicatore di benessere; una politica che esclude il coinvolgimento attivo dei cittadini.
Secondo Becchetti l’homo oeconomicus non esiste: «Al suo posto esiste l’homo integrale, un essere umano capace di cercare senso, costruire relazioni e contribuire positivamente alla società».
«L’uomo è un cercatore di senso – ha spiegato – e per lui sono fondamentali i beni relazionali». Secondo gli studi sulla felicità, la generatività risulta essere la variabile più importante: «Abbiamo una specie di contatore dentro di noi che ci dice che, se ciò che stiamo facendo può essere utile a qualcuno, allora noi siamo felici».

In foto da sinistra Roberto Cellini, mons. Luigi Renna e Leonardo Becchetti
Becchetti ha anche sottolineato l’importanza della fiducia come capitale sociale: un elemento essenziale per costruire una società coesa e solidale.
In questo contesto, la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica diventa fondamentale per influenzare l’economia in modo positivo. «Iniziative come il “voto col portafoglio”, scegliere prodotti di aziende etiche e sostenibili e le comunità energetiche, gruppi locali per l’autoproduzione di energia rinnovabile sono esempi concreti di questo approccio», ha aggiunto.
«La politica non va fatta solo dall’alto – ha affermato –, ma è necessario rendere i cittadini protagonisti. L’intelligenza relazionale e la giustizia riparativa sono strumenti fondamentali anche per affrontare e superare i conflitti internazionali».
Infine, Becchetti ha riflettuto sullo stato attuale della politica, descrivendola come «una realtà in cui i leader si trovano a suonare tre spartiti in conflitto tra loro: quello populista, quello radical chic e quello ultraliberista».
«È necessario che i politici suonino un nuovo spartito – ha concluso – creato dalla società civile e fatto di fraternità, intelligenza relazionale, bene comune e partecipazione»
A seguire ha preso la parola l’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna. «Il protagonista del mio intervento è The Economy of Francesco – ha detto mons. Renna -. Ricordiamo che nel 2019, per la prima volta, papa Francesco ha invitato giovani economisti di tutto il mondo e di ogni cultura, a incontrarsi ad Assisi per riflettere su come poter trasformare l’attuale sistema economico e dare un’anima all’economia di domani come strumento per il bene comune».
A seguire ha esposto il concetto di “commercio”. «In passato la Chiesa guardava al commercio come una manifestazione di abilità individuale avente come unico fine quello del guadagno, solo successivamente il lucro venne poi giustificato come lecito», ha aggiunto.
In particolar modo si è soffermato su due figure di spicco nell’ambito dell’economia. La prima è quella di Antonio Genovesi, il quale ha introdotto l’ottica rivoluzionaria nel Settecento della reciprocità: non più l’homo oeconomicus, mosso dal solo interesse personale, ma l’homo reciprocans, il quale agisce per diritti condivisi.
«Genovesi, vivendo a Napoli, si rende conto - continua monsignor Renna - della lentezza dell’economia del Regno di Napoli e si chiede: “Cosa manca al Sud?” La risposta è la mancanza di fede pubblica: ci si fida di amici e conoscenti, ma non degli sconosciuti. Senza fiducia pubblica, non esiste mercato. Questo è il cuore del problema meridionale».

Un momento dell'intervento di mons. Luigi Renna
Il secondo esponente è Giuseppe Toniolo, il quale sottolinea l’importanza dell’etica e della felicità nell’economia.
«È importante ricordare - prosegue monsignor Renna - che Papa Leone XIII, liberando la Chiesa dalla crisi della Questione Romana e dal conflitto con la modernità, aprì la strada a un nuovo approccio alle questioni sociali, come la condizione operaia, i salari e gli orari di lavoro, sempre guidato da quattro principi etici».
Nel suo intervento mons. Renna, in merito a Genovesi e Toniolo, ha analizzato il concetto di persona, solidarietà, sussidiarietà e bene comune.
«L’alternativa al capitalismo e al collettivismo non è eliminare il mercato o lo Stato, ma creare un mercato dal volto umano, che riconosca il ruolo dell’impresa, promuova la creatività e generi ricchezza senza perdere di vista la dignità umana – ha detto -. Papa Francesco, infatti, ha evidenziato anche il dramma della povertà, che spoglia l’uomo della sua dignità, riducendolo a una condizione disumana».
I giovani riuniti nei tre incontri dell’Economy of Francesco hanno condiviso poi buone pratiche di lavoro, un esempio è l’Alleanza Donna Madre Terra che risponde alle esigenze di terra, tetto e lavoro per le donne rurali in Brasile e nel mondo, promuovendo una maggiore equità.
Per consolidare l’idea dell’homo reciprocans, mons. Renna si è soffermato su tre ulteriori principi. Il primo è quello della generatività, secondo il quale collaborando con gli altri sembriamo subire determinate situazioni, ma in realtà ne siamo protagonisti. Il secondo è quello di fraternità e, infine, il principio di fiducia.
«Questi principi, intrecciati, sostengono l’idea - conclude mons. Renna - che Papa Francesco ha voluto fosse guidata da giovani sotto i 35 anni, forse perché meno legati alle logiche delle generazioni precedenti. La sua è stata una chiamata a costruire un’economia etica, inclusiva e sostenibile, capace di rispondere alle sfide del nostro tempo».
Possiamo pertanto dire che l’Economy of Francesco promuove un’economia che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, dialogando con filosofia, antropologia, scienza ed etica ambientale. Un economista deve considerare come utilizzare le risorse nel rispetto di questi valori.