Economia solidale, l’impegno degli universitari

All’Help Center della Caritas di Catania hanno prestato attività di volontariato nella preparazione e distribuzione dei pasti

Alfio Russo

Hanno trascorso l’intera giornata all’Help Center della Caritas di piazza Giovanni XIII per preparare e distribuire pasti agli oltre 250 assistiti della struttura di volontariato presente nell’area della stazione centrale. Due turni di servizio ad aiutare altri volontari che, quotidianamente, si occupano del servizio mensa attivato dai volontari della Caritas.

È quanto ha effettuato, con il sorriso sui propri volti, un nutrito gruppo di studenti del Dipartimento di Economia e Impresa. Un’azione che entra a pieno titolo tra le attività di Terza missione dell’ateneo catanese mirate non solo al trasferimento di conoscenze scientifiche e formative, ma anche di interazione diretta col territorio per promuovere l’inclusione sociale tra le sue componenti. E ovviamente per aiutare la città in quel lungo percorso, spesso a ostacoli, di crescita economica e sociale.

«È una iniziativa pilota che prelude alla possibile sigla di un accordo formale tra il nostro dipartimento e la Caritas di Catania, inteso a testimoniare l'impegno di volontariato di numerosi studenti e docenti», ha spiegato il prof. Roberto Cellini, direttore del Dipartimento di Economia e Impresa. «Spero che si possano coinvolgere in maniera continuativa studenti, docenti e personale del nostro dipartimento per tutto il corso dell’anno», ha aggiunto.

«L’Università non deve limitarsi a fornire nozioni e conoscenze agli studenti. La sua azione formativa deve riguardare l’essere umano nella sua interezza. Questa opportunità è un’occasione per ciascuno di confrontarsi con uno spaccato del mondo reale spesso sconosciuto, ma che riguarda tanti uomini e donne lasciati ai margini dal nostro sistema economico», ha spiegato il prof. Livio Ferrante, referente dell’iniziativa.

Proprio il docente, che ha accompagnato gli studenti in questa attività di volontariato, ha spiegato come «loro stessi abbiano mostrato una umanità unica durante tutto il servizio». «Come alcuni volontari più anziani della Caritas ci ricordavano, i nostri giovani sono il futuro e la speranza della società. Spesso basta semplicemente creare le occasioni giuste per permettere ad ognuno di loro di dare il meglio di sé. Come futuri economisti poi devono sentire forte la grande responsabilità che avranno nel promuovere il benessere della società tutta», ha aggiunto.

Gli studenti del Dei impegnati nel servizio di volontariato all'Help Center della Caritas

Gli studenti del Dei impegnati nel servizio di volontariato all'Help Center della Caritas

A raccontare l’esperienza, che ha toccato nel profondo i cuori di tutti i partecipanti, sono proprio alcuni di loro: Simona Gulisano, studentessa del secondo anno del corso di laurea di Economia, e Pietro Ciadamidaro, studente del secondo anno del corso di laurea in Economia aziendale.

Proprio Simona Gulisano, riprendendo una frase di papa Francesco – “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del mondo” -, racconta di «poter descrivere a pieno le sensazioni che il servizio Caritas ci ha lasciato, ovvero stare dalla parte dei poveri non significa solo aiutarli con un pasto caldo, ma significa accogliere le loro parole, farli sentire a casa e farli sentire parte di una famiglia, specialmente in un momento di condivisione, quale quello dei pasti».

«Così come ci è stato spiegato, esistono tanti tipi di povertà, quella monetaria era visibile agli occhi di tutti, ma quella interiore la si vedeva solo con i momenti di condivisione, quei momenti di cui loro si ricorderanno e che li faranno sentire apprezzati; infatti offrire un servizio non significa solo “servire” il pasto in maniera passiva, ma significa farlo attivamente, accogliendo col sorriso tutti e condividendo esperienze della quotidianità e racconti di vita», ha precisato.

«Il nostro pomeriggio è iniziato col momento della preparazione, in cui abbiamo cucinato assieme agli altri volontari più anziani: oltre a essere stato divertente, è anche stato molto stimolante il confronto che si è venuto a creare tra due generazioni totalmente distanti ma strettamente vicine; con molta ansia attendevamo l’inizio della seconda attività: eravamo estremamente curiosi di poter osservare coi nostri occhi e toccare con mano una realtà infinitamente distante dalla nostra, ma il confronto con loro ha arricchito indubbiamente una grande parte del nostro cuore», continua il suo racconto.

Un volontario della Caritas illustra le attività agli studenti

Un volontario della Caritas illustra le attività agli studenti

«Ho avuto l’onore di confrontarmi con alcuni di loro, e nonostante i problemi della loro vita, erano curiosi di sapere della mia, di cosa facessi o come mai fossi li. Nei loro occhi stanchi si leggevano perfettamente le loro paure, e (purtroppo) in pochi sguardi si vedeva una speranza di rinascita o una voglia di riscatto», ha spiegato.

«Ho conosciuto tanta gente, perfino gente che è laureata al Dipartimento di Economia e Impresa, gente che per strane vicissitudini, dall’America si è ritrovata a dormire nella stazione di Catania, intere famiglie e persone che, a causa di problemi familiari, si è trovata sola in mezzo alla strada; è ingiusto vedere situazioni del genere nel 2023 e noi, in quanto istituzione, abbiamo il dovere morale di disporre aiuti, che siano umani e non, affinché anche i vinti possano sentirsi vincitori», ha raccontato la studentessa. 

«Un’esperienza che ci ha lasciato dentro sicuramente grandi insegnamenti e ci ha fatto tornare a casa più ricchi di prima, un’esperienza che ci ha fatto prendere consapevolezza di quanto dobbiamo essere grati alla vita per le piccolezze che ci circondano, dalla fortuna di poter andare in università alla fortuna di avere un tetto sotto al quale ripararci la sera».

Gli studenti del Dei impegnati nel servizio di volontariato all'Help Center della Caritas

Gli studenti del Dei impegnati nel servizio di volontariato all'Help Center della Caritas

Anche per Pietro Ciadamidaro, che ha trascorso buona parte del servizio chiacchierando con molti assistiti, «è stata un'esperienza incredibile che mi ha permesso di aiutare qualcuno che ne avesse realmente bisogno».

«Per aiutare non intendo solo servire un piatto caldo bensì anche socializzare; molto spesso infatti più che un pasto le persone che abbiamo incontrato hanno bisogno di parlare e scherzare con qualcuno e nel mio piccolo spero di aver potuto regalare un sorriso e un bel ricordo a qualcuno – ha spiegato -. Di frequente ci limitiamo a guardare solo l'apparenza, la povertà di cui si parla spesso viene intesa come solo monetaria, ma non è solo questa, alcune persone vivono in una mera solitudine. Ho avuto l'opportunità di discutere con due signori Agostino e Marisa, loro mi hanno subito colpito, perché nonostante tutto erano due persone molto sorridenti e il potergli stare vicino con una semplice chiacchierata mi  ha fatto capire come un gesto così piccolo possa essere d'aiuto a chiunque».

«Nell'immaturità dei nostri vent’anni molto spesso non ci rendiamo conto che un senzatetto non è lì per scelta, ciò ci porta a guardarli spesso con sdegno. Tutti dovremmo cambiare prospettiva e vedere le situazioni che ci stanno davanti con più empatia. Solo così possiamo renderci conto che dietro queste persone ci sono delle storie e vicissitudini che li hanno portati lì e che molte volte basta anche un piccolo gesto per migliorare la loro giornata», ha aggiunto.

«Ringrazio il nostro dipartimento e il prof. Livio Ferrante per l'opportunità che ci è stata concessa, permettendoci di confrontarci con una realtà che non siamo abituati a vivere ma che adesso vedremo sotto un'altra prospettiva», ha concluso Pietro Ciadamidaro.

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