Il messaggio europeista senza tempo di Erasmo da Rotterdam

Ego mundi civis esse cupio”. A rinnovarne principi e valori i 60 eredi del viaggiatore olandese del programma “Erasmus”

Chiara Racalbuto (foto di Alfio Russo)
Studenti Erasmus al Palazzo centrale
Studenti Erasmus al Palazzo centrale
Studenti Erasmus al Palazzo centrale
Studenti Erasmus al Palazzo centrale
Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo
Il rettore Francesco Priolo con alcuni studenti Erasmus nell'aula magna del Palazzo centrale
Alcuni studenti Erasmus nell'aula magna del Palazzo centrale
Gli studenti Erasmus nel cortile del Palazzo centrale

Viaggiatore curioso e instancabile, Erasmo da Rotterdam ribadiva con il messaggio “Ego mundi civis esse cupio” la sua vocazione di apolide.  Il grande pensatore olandese, infatti, rifuggiva dai nazionalismi del tempo in nome di quella “natura” universale dell’uomo rivendicando la facoltà di essere “straniero ai più” (peregrinus magis), libero!

Erasmo fu tra i primi a immaginare un’Europa senza frontiere; a lui, al suo sogno umanista, l’Unione Europea ha dedicato il programma di mobilità studentesca “Erasmus” (anche acronimo di EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students), che dal 1987 consente agli studenti europei di trascorrere alcuni mesi in un’università dei paesi membri dell’Ue.

E stamattina gli “eredi” di Erasmo, oltre sessanta studenti che svolgeranno l’Erasmus a Catania, si sono incontrati al Palazzo centrale dell’ateneo catanese. 

L’occasione era rappresentata dall’Erasmus Welcome Day 2022-2023, un evento rivolto ai nuovi “peregrini” per ritrovarsi a parlare e per familiarizzare. Ma anche per scambiare numeri di telefono e impressioni poco prima di essere accolti dal rettore Francesco Priolo, dal direttore generale Giovanni La Via, dalla delegata all’Internazionalizzazione Lucia Zappalà e dalla coordinatrice istituzionale Erasmus Daniela Irrera.

Un incontro informale più simile a una “festa”, per dare il benvenuto a chi, da tutta Europa, è venuto a Catania per studiare e conoscere la nostra città. E anche per rinnovare il valore di quel messaggio - “Ego mundi civis esse cupio” – che Erasmo da Rotterdam scrisse nel XVI secolo a Ulrico Zwingli per rifiutare la cittadinanza di Zurigo.

«Ho scelto Catania perché avevo voglia di fare un’esperienza in Italia e ho pensato “perché no?” Così, eccomi qui» racconta Christian, danese, studente di Giurisprudenza alla Aalborg University. «Sono arrivato quattro giorni fa – continua -. Non so bene cosa mi aspettassi prima di partire, non ho ancora avuto modo di conoscere la città, ma finora mi piace». Qualche problema di adattamento riguarda la gestione del tempo: «in Danimarca quando diciamo “8:30” intendiamo proprio le 8:30, qui invece l’orario è più “flessibile”, anche dieci minuti dopo o di più non importa…».

Riguardo le aspettative, Christian ha le idee chiare: «Voglio imparare tante cose sulla cultura italiana e sulle materie del mio percorso di studi, tornare a casa con una maggiore conoscenza di come si vive qui e, più in generale, dell’Europa e del mondo». 

Christian, danese, studente di Giurisprudenza alla Aalborg University

Christian, studente di Giurisprudenza alla Aalborg University

«Ho voluto partecipare all’Erasmus per sperimentare qualcosa di nuovo» spiega Zuzanna, proveniente dall’University of Technology di Poznan (Polonia). «Catania l’ho scelta perché penso sia un posto molto bello, anche se sono qui da poco quindi non ho ancora visto molto» aggiunge sorridendo.

Zuzanna è arrivata insieme con la collega Julia, entrambe sono state accolte dall’host della casa in cui alloggiano, trovata senza difficoltà, ma devono ancora entrare in contatto con l’ambiente. «Da questa esperienza mi aspetto di incontrare persone, viaggiare e vivere la cultura del luogo» afferma Julia.

Giulia e Zuzanna

Giulia e Zuzanna, studentesse provenienti dalla Polonia 

Monica, spagnola, studentessa di Farmacia alla CEU San Pablo di Madrid, racconta che Catania è stata la sua prima opzione al momento di scegliere la destinazione. «La prima impressione non è stata negativa, anche se vorrei che la città fosse più pulita – racconta -. Mi piacciono molto il clima e le persone, che sono un po’ simili agli spagnoli ma non così tanto come sembra».

Le aspettative sono comuni a quelle di tutti i ragazzi Erasmus. «Viaggiare molto, incontrare nuove persone e imparare qualcosa di nuovo nel mio campo di studi» ci tiene a precisare Monica.

Dalla Spagna provengono anche Bryan (studente di Business management dell’Universitat Rovira i Virgili di Tarragona) e Victor (studente di Fisica dell’Universidad de Salamanca, la più antica del Paese).

«Catania è stata la mia prima opzione, perché volevo studiare in Italia - spiega Bryan -. La prima impressione è che la città sia bella ma un po’ trascurata, ma ci sono tanti aspetti che mi incuriosiscono e che voglio conoscere perché è una cultura diversa da quella spagnola».

Virgili è molto interessato anche alle attività sociali e culturali organizzate dal nostro Ateneo, come il laboratorio teatrale Scena Erasmus, che si svolge al Centro Universitario Teatrale, in cui studenti locali e studenti Erasmus collaborano insieme all’allestimento di uno spettacolo. «Mi piacerebbe partecipare al laboratorio e anche ad attività sportive e di socializzazione, sono un ottimo modo per imparare l’italiano e incontrare e conoscere gente del posto» aggiunge.

Gli studenti spagnoli Bryan, Monica e Victor

Gli studenti spagnoli Bryan, Monica e Victor 

Dello stesso parere Victor: «Sono interessato a svolgere attività con studenti catanesi. Mi piace molto il calcio, mi piacerebbe essere coinvolto in attività del genere». Appassionato dell’Italia, Victor non ha avuto dubbi a scegliere Catania come destinazione. «Penso che Catania sia una città molto bella che mi ricorda Napoli – aggiunge -. Amo il vostro Paese, sono stato anche a Roma e a Venezia».

Due nazioni simili, Italia e Spagna, ma con molte differenze: «La differenza principale che ho notato è che l’Italia è molto diversa da nord a sud, mentre la Spagna è più omogenea» continua Victor che, riguardo alle aspettative, precisa che «vorrei conoscere nuove persone, viaggiare, conoscere meglio la lingua e la cultura italiana».

Christian, Zusanna, Julia, Monica, Bryan e Victor sono solo alcuni dei 60 studenti che trascorreranno i prossimi mesi nei dipartimenti e nelle strutture dell’Università di Catania. 

Tante altre bandiere “sventolavano” idealmente tra le mura e nel cortile dell’antico palazzo del nostro Ateneo, incarnate da ragazzi con zaino in spalla e tanti sogni: Portogallo, Francia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Romania, Grecia e Turchia.

Bandiere che Erasmo avrebbe ripiegato, per tirarne fuori una sola, grande, universale, quella di “cittadini del mondo”.