A Enzo Zappalà, uomo di passione e visione

È stato intitolato alla memoria del past preside della Facoltà di Giurisprudenza l'Auditorium dell’ex Chiesa della Purità

Alfio Russo

«L’Università come comunità e istituzione da vivere con passione e visione. Questo è il messaggio che mio padre ha lasciato a tutti noi e nel segno della continuità, soprattutto tra le diverse generazioni, porteremo avanti la sua idea». Salvatore Zappalà lo ha voluto ricordare così, con poche parole, il suo papà Enzo, l’insigne giurista e maestro della scuola processual-penalistica catanese che ha dedicato la sua vita alla ricerca, alla didattica e all'impegno istituzionale all'Università di Catania.

E nel corso della cerimonia di intitolazione dell'Auditorium dell’ex Chiesa della Purità in via Santa Maddalena alla memoria del prof. Enzo Zappalà, a due anni dalla scomparsa, il figlio Salvatore – ordinario di Diritto internazionale e Diritto dell'Unione Europea e direttore del Dipartimento di Giurisprudenza – ha evidenziato come «la chiave per aiutare le future generazioni sta proprio nelle istituzioni».

La famiglia Zappalà

In prima fila la moglie di Enzo Zappalà, Marguerite Rivoire, insieme con i figli e i nipoti

A far da eco a queste parole, quelle della sorella Lucia. «Visione, passione, comunità e responsabilità erano le keywords, come amava lui definirle, che ha ripetuto e insegnato prima a noi figli e poi ai suoi nipoti chiedendo sempre il massimo da tutti noi», ha detto la prof.ssa Lucia Zappalà alla presenza dei familiari.

«È stato sempre mosso dalla passione per la comunità e per il territorio e dalla visione per creare un contesto favorevole alle future generazioni», ha ribadito Lucia, ordinario di Entomologia generale e applicata al Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, prima di ringraziare la mamma Marguerite Rivoire, «che è stata sempre accanto a suo marito con garbo, cortesia e gentilezza condividendo tutti i valori e la visione dei suoi mondi, ovvero la famiglia e il lavoro».

In precedenza il rettore Francesco Priolo aveva evidenziato come «tutta la comunità accademica è intervenuta per onorare Enzo Zappalà, la sua figura di docente e di uomo, il suo modo di intendere l'università e di intenderla come servizio, basti pensare come da preside della Facoltà di Giurisprudenza aveva portato avanti i progetti di realizzazione del Polo didattico di via Roccaromana».

Un momento della svelata della targa

Un momento della svelata della targa in memoria di Enzo Zappalà

Nell’auditorium, gremito in ogni ordine di posto, erano presenti i past rettori Enrico Rizzarelli e Giacomo Pignataro, il rettore eletto Enrico Foti, professori emeriti e docenti di diversi dipartimenti oltre a Paolo La Greca nelle vesti di vicesindaco.

«A testimonianza del fatto che la memoria nei confronti di Enzo Zappalà va ben oltre e questo luogo, che ha fortemente voluto, ospiterà convegni e, soprattutto, studentesse e studenti, docenti di diversi atenei, che continueranno a portare avanti la tradizione giuridica», ha aggiunto il rettore Francesco Priolo.

Nel suo intervento il prof. Priolo ha ricordato anche le attività di ricerca di Enzo Zappalà, in particolar modo nel settore della Legislazione minorile. «Ha fondato e diretto il Centro di ricerca sulla Giustizia dei minori e della famiglia, oggi a lui intitolato e portato avanti da Vania Patanè, sua allieva e prorettrice dell’ateneo», ha aggiunto.

A seguire il rettore eletto Enrico Foti ha sottolineato che «che gli effetti dell’attività di Enzo Zappalà siano assolutamente percepibili anche qui dentro con tutti quegli attori che gli sono succeduti proseguendo il suo lavoro con grande impegno».

In foto da sinistra Antonio Guidara, Francesco Priolo e Enrico Foti

In foto da sinistra Antonio Guidara, Francesco Priolo e Enrico Foti

Ad intervenire – moderati dal prof. Antonio Guidara, vice direttore del Dipartimento di Giurisprudenza – anche i docenti Bruno Montanari e Enrico Rizzarelli.

Il prof. Bruno Montanari, per anni vice preside di Zappalà, ha rievocato «il rapporto umano che intercorreva tra noi ben oltre quello di lavoro» e, in particolar modo, «quella visione di dare corpo e vita alla nobiltà giuridica catanese della Facoltà di Giurisprudenza».

Il past rettore Enrico Rizzarelli nel suo intervento ha ripercorso le tappe dei progetti di ristrutturazione e sviluppo dell'ateneo «e non solo della Facoltà di Giurisprudenza».

«Grazie al progetto Urban 1, nel 1994, d’intesa col Comune di Catania, abbiamo realizzato con Enzo, io nelle vesti di rettore, lui di preside, quel percorso culturale che dall’area di Montevergine dove si trova il Monastero dei Benedettini arriva fino a via Dusmet dove ha sede Scienze politiche e sociali passando per Giurisprudenza che allora ospitava gli studenti nei diversi cinema cittadini», ha detto Rizzarelli. «Il suo progetto era quello di unire le aree di periferia, come l’Antico Corso, con quelle del centro storico, per una città sempre più integrata tra le diverse generazioni», ha spiegato il past rettore.

Vai al ricordo della prof.ssa Vania Patanè

In foto da sinistra Montanari, Guidara, Priolo, Foti e Rizzarelli

In foto da sinistra Bruno Montanari, Antonio Guidara, Francesco Priolo, Enrico Foti e Enrico Rizzarelli

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