Al Centro Universitario Teatrale è andato in scena lo spettacolo scritto e diretto da Graziana Lo Brutto e Chiara Seminara. Protagonisti i 21 studenti che hanno preso parte al laboratorio Scena Erasmus
"Impressione di viaggio…" Di chi? Chi è questo Erasmo? "Siamo tutti Erasmo!". A dirlo ad alta voce sono gli studenti che hanno partecipato al programma di mobilità studentesca Erasmus.
Ciascuno, indossando la sciarpa rossa di Erasmo, racconta Catania. Emerge così il ritratto di una città vivace: la guida spericolata degli automobilisti e conducenti di ciclomotori, che si blocca magicamente solo grazie alla mano alzata del pedone in procinto di attraversare la strada; il caos del mercato, animato dalle urla dei venditori intenti a conquistare la clientela, e dall'entusiasmo di pescivendole tiktokers.
E ancora gli automezzi turistici, che, vuoi per il "respiro del vulcano", vuoi per il percorso accidentato, rendono turbolenta la visita; o ancora, le vecchiette alla fermata dell'autobus, sanno tutto di tutti; il caldo asfissiante, che proietta gli stranieri nel miraggio della fucina di Efesto.
La messa in scena omaggia la scrittrice catanese Goliarda Sapienza. La sua poesia descrive il caos cittadino, esprime i sentimenti di una giovane, innamorata di un ragazzo che conosce bene il mare e l'orizzonte, invoglia delle turiste ad assistere allo spettacolo teatrale di una coppia di attrici incontrate per caso.
Scritto e diretto da Chiara Seminara e Graziana Lo Brutto, Impressione di viaggio… di quando Erasmo venne in Sicilia è il frutto dello speciale contributo offerto dai ventuno studenti-attori. "Volevamo conoscere il loro punto di vista rispetto a Catania. Così li abbiamo esortati a guardarsi intorno, poi abbiamo elaborato il testo mettendo insieme le loro osservazioni", spiega Graziana Lo Brutto.
Indossare la sciarpa rossa di Erasmo significa avere voglia di imparare, di scegliere la strada più faticosa, quella del viaggio, per perdersi e riscoprirsi arricchiti.

Un momento dello spettacolo
Eric, studente di giurisprudenza, proveniente dalla Germania, spiega che all'inizio è stato difficile a causa della lingua. Adesso il suo italiano è migliorato. Pensa di portare avanti l'esperienza del teatro una volta tornato.
E ancora Goda, studentessa di lettere, proveniente dalla Lituania, spiega che per lei è stata un'esperienza interessante. "Le persone sono molto gentili, hanno una mentalità aperta", ha detto.
A far da eco anche Anita, studentessa di geologia, dall'Islanda, ritiene che questo tipo di laboratorio sia un'opportunità per fare amicizia e per fare tesoro dello scambio con l'altro. Aggiunge che vorrebbe portare con sé il calore delle persone ed essere un po' più come i siciliani.
Quello intrapreso dagli studenti è un percorso di crescita che amplia gli orizzonti e crea nuovi legami, che vanno oltre la barriera linguistica.
"Grazie al laboratorio Scena Erasmus si crea il nostro linguaggio", spiega Kristine, studentessa in Beni culturali proveniente dall'Armenia. "Si pensa che la parola sia l'unico mezzo di comunicazione, invece esistono altri metodi… il teatro è uno di questi", ha aggiunto Paolo, originario di Ragusa. "Ci capivamo sempre, alla fine siamo tutti uguali", precisa Lorenzo, proveniente da Augusta.
Gli studenti hanno partecipato alla quinta edizione del laboratorio Scena Erasmus, progetto teatrale che nasce originariamente all'Università di Valencia e che coinvolge vari atenei europei, con lo scopo di creare una compagnia teatrale internazionale e favorire gli scambi culturali tra gli universitari.
"Attraverso il teatro gli studenti imparano l'italiano. Se ci sono difficoltà durante le prove ricorriamo all'inglese, in questo ci aiutano anche i ragazzi che traducendosi fanno gruppo. Andare in scena recitando nella lingua ospitante è il pretesto per creare dei legami che durino nel tempo. Ognuno di loro avrà casa in ogni capitale europea", spiega Graziana Lo Brutto. "L'obiettivo è creare una famiglia multietnica", aggiunge Chiara Seminara.
Una sciarpa rossa scambiata non solo tra gli studenti nel corso dello spettacolo, ma anche un passaggio di testimone da una generazione di scena Erasmus all'altra, un'opportunità che da Valencia arriva a Catania grazie all'intraprendenza delle due registe.
"La fortuna per l'Università di Catania è aver trovato Graziana e Chiara, che ci hanno convinto che investire su un progetto del genere avrebbe proiettato la città in uno scenario davvero interessante. Grazie anche a Eunice abbiamo colmato questa azione di internazionalizzazione", dichiara la prof.ssa Maria Rosa De Luca, delegato del rettore per i Rapporti col territorio e le realtà culturali.
Il laboratorio è organizzato dal Centro Universitario teatrale e dall'Associazione "Teatro lunaria", che, come spiega Chiara Seminara "è una realtà che ha più di venti anni alle spalle”. “Abbiamo preso in mano questa storia per ridarle vita – aggiunge -. Oggi si presenta in questa veste nuova, più giovane, pronta a investire nel teatro, soprattutto in progetti europei e collaborazioni internazionali basate sullo scambio".
I ventuno studenti che hanno partecipato al laboratorio "Scena Erasmus" sono: Alice Vaccaro, Anita Yrr Taylor, Anna Viani, Arianna Pedone, Dimitra Gianmopoulou, Eric Von Buch, Federica Paladino, Federico Dilillo, Gaia La Ferla, Giulia Vetri, Goda Vabuolaite, Kristine Badalyan, Lorenzo Salemi, Nowzar Emami, Paolo Lanza, Pauline Schumacher, Mohammad Munem Shahriar Hossain, Samuel Okotako, Shadi Shabazi, Sofia Zappalà, Victor Almenar.

I 21 studenti protagonisti dello spettacolo