Fra tradizione, futuro e identità, l’Ateneo inaugura i Laboratori di Felicità

Grande kermesse a Catania per la prima Giornata nazionale delle Università

Mariano Campo (foto di Alfio Russo)
Il saluto del rettore Francesco Priolo nell'aula magna del Palazzo centrale
L'esibizione del Coro studentesco d'ateneo al Palazzo centrale dell'Università di Catania
Il pubblico presente all'esibizione del Coro studentesco d'ateneo
Gli applausi del pubblico presente all'esibizione del Coro studentesco d'ateneo
Un momento dell'improvvisazione del Coro studentesco d'ateneo in piazza Università
Il canto della solista Aurora Pagano
Giordana Falsaperla e Aurora Pagano
Un momento dell'improvvisazione del Coro studentesco d'ateneo in piazza Università
Il rettore Francesco Priolo guida gli studenti all'interno del Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane
Un momento della visita all'Archivio storico d'ateneo
Un momento degli speech sulla felicità

Chi è cchiu' felice 'e me! ripeteva il ricco colono Vincenzo, uno dei più celebri personaggi di Eduardo De Filippo, un uomo che, insieme alla giovane e bella moglie Margherita, aveva condotto sempre una vita serena e moderata, lontana dai problemi e dai guai, evitando meticolosamente di fare qualsiasi passo più lungo della gamba.

«La felicità ha, infatti, una dimensione soggettiva – sottolinea la prof.ssa Maria Olivella Rizza, docente di Economia politica -, e non cresce, a differenza di quanto si credeva nei secoli precedenti, al crescere della ricchezza, né individualmente né collettivamente».

«È il progressivo abbandono dei beni relazionali quali la compagnia degli amici, i momenti con la famiglia, il rapporto con la stessa natura, a beneficio dei beni tecnologici che invece sta causando l’aumento dell’infelicità e il crollo della partecipazione alla vita associativa», ha aggiunto l’economista catanese, una delle protagoniste dei “Laboratori di felicità” promossi questa mattina dall’Università di Catania, nel corso di Università svelate, la prima Giornata nazionale delle Università italiane.

In foto da sinistra Maria Olivella Rizza, Alessandro Pluchino e Teresa Graziano al Centro universitario teatrale

In foto da sinistra Maria Olivella Rizza, Alessandro Pluchino e Teresa Graziano al Centro universitario teatrale

Una iniziativa promossa dalla Crui, con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca, che coincide con la Giornata internazionale della Felicità.

Insieme ai colleghi Teresa Graziano (Geografia economico-politica) e Alessandro Pluchino (Fisica teorica), sul palcoscenico del Centro universitario teatrale di Palazzo Sangiuliano, la prof.ssa Maria Olivella Rizza ha cercato di dare una risposta articolata all’interrogativo “Esiste una ricetta per la felicità?”, combinando e analizzando concetti quali ricchezza, benessere, territorio, talento e fortuna, ciascuno di essi “alleato” o “antagonista” delle dimensioni legate alla felicità.

«L’infelicità personale – ha osservato Alessandro Pluchino – deriva spesso dal confronto con il successo che attribuiamo agli altri. Tante volte, invece, come dimostrano numerosi studi suffragati da modelli matematici, fisici e anche economici, è pura questione di fortuna: una persona mediamente talentuosa ma che ha molte più chances nella vita, spesso ha più successo di un’altra molto più dotata e meritevole: ciò incrina il paradigma meritocratico, a vantaggio dei tanti “Gastone” che si incontrano un po’ dappertutto».

L'esibizione del Coro studentesco d'ateneo al Palazzo centrale dell'Università di Catania

L'esibizione del Coro studentesco d'ateneo al Palazzo centrale dell'Università di Catania

La geografa Teresa Graziano ha posto, invece, l’accento sull’infelicità dei territori. «Vengono definiti ‘lasciati indietro’, ‘marginali’, ‘aree interne o depresse’ – li caratterizza -: nella nostra epoca però sappiamo ormai che il benessere economico è uno soltanto dei parametri che rendono una popolazione felice e non è il più importante», ha spiegato la docente. 

«Oggi contano maggiormente fattori come l’accessibilità, l’istruzione, i trasporti, la sanità, la sostenibilità, ambientale ed economica. Dobbiamo darci da fare affinché il diritto alla cittadinanza diventi un diritto alla felicità, privilegiando la fruizione di spazi e attrezzature rispetto alla loro stessa proprietà», ha aggiunto la prof.ssa Teresa Graziano.

Un momento dell'incontro del rettore Francesco Priolo con gli studenti

Un momento dell'incontro del rettore Francesco Priolo con gli studenti nell'aula magna del Palazzo centrale

Gli studenti delle scuole superiori che hanno partecipato alla giornata, impegnati nelle attività di orientamento del progetto OUI, in mattinata erano stati accolti nella storica sede del Palazzo centrale dal rettore Francesco Priolo e dalla prorettrice Francesca Longo, che li hanno accompagnati in una visita dell’edificio, con le sue antiche aule, e del Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane e dell’Archivio storico, trasmettendo loro in apertura il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Svelare le Università – ha detto il Capo dello Stato – significa mettere in rilievo il ruolo cruciale svolto dagli atenei nella formazione culturale dei giovani e nello sviluppo della Repubblica, rafforzare le connessioni tra centri di cultura e ricerca e comunità, contribuire alla diffusione della conoscenza, alla partecipazione alla vita pubblica, al consolidamento della coesione sociale. Aprendo al pubblico le proprie strutture, le Università colgono l’occasione di mostrare la loro missione, incrementando la loro stessa identità».

Un momento della visita guidata del rettore Francesco Priolo al Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane

Un momento della visita guidata del rettore Francesco Priolo al Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane

Molto apprezzato, inoltre, l’intervento del Coro studentesco d’Ateneo diretto dai maestri Paolo Cipolla, Franco Lazzaro e Giuseppe Sanfratello che hanno eseguito brani come il Gaudeamus igitur, l’Inno alla Gioia, Oh happy day! e I will follow him, spostandosi dal chiostro del rettorato verso il centro della piazza dell’Università, richiamando l’attenzione di tantissimi tra turisti e cittadini.

«Siamo il più antico ateneo siciliano, uno dei più antichi d’Italia – ha esordito il rettore rivolgendosi agli studenti -, la giornata di oggi è un’importante occasione per farvi conoscere il nostro patrimonio edilizio e museale, per condividere quanto la nostra comunità accademica produce per la società che la sostiene e soprattutto per passare il messaggio che in questo Ateneo ogni giorno decliniamo tradizione e futuro, guardando alla frontiera dell’innovazione, vantiamo tanti primati e non abbiamo nulla da invidiare ad altri».