Gabbia o rifugio del proprio essere?

Intervista a Olga Campofreda, autrice del libro Ragazze perbene, presentato nei giorni scorsi nei locali della libreria Cavallotto di Catania

Carmen Musumeci

Ragazze perbene è il titolo del romanzo di Olga Campofreda presentato di recente a Catania nei locali della libreria Cavallotto di Catania.

Un libro (NN Editore, 2023) che, nelle parole della stessa autrice, «invita a problematizzare le scelte» e che propone una storia di partenze e ritorni, di sparizioni e segreti, di amori e desideri inespressi, di cambiamenti e crescite.

Campofreda – ricercatrice in Italian e Cultural studies alla University College London e già autrice di libri quali La confraternita di Elvis (ARPANet, 2009), Caffè Trieste. Colazione con Lawrence Ferlinghetti (Perrone, 2011), A San Francisco con Lawrence Ferlinghetti (Perrone, 2019), Dalla generazione all’individuo. Giovinezza, identità, impegno nell’opera di Pier Vittorio Tondelli (Mimesis, 2020) – ha raccontato di aver iniziato «a conoscere le protagoniste costruendo delle stanze intorno alle loro vite», proprio perché «le loro camere parlano dei desideri realizzati ma anche di quelli inespressi».

L’autrice ha cominciato a elaborare questa storia, dunque, «disegnando delle camerette, anche nel tentativo di afferrare forme di giovinezza sfuggenti».

Clara e Rossella, personaggi principali di Ragazze perbene, sono due cugine che, pur essendo cresciute insieme e nello stesso contesto a metà degli anni Novanta, sono tra loro differenti. La prima è una ragazza ribelle e relegata ai margini; l’altra, invece, una "vincente", una giovane amata da tutti. Clara decide di trasferirsi a Londra e quando ritorna a Caserta, in occasione del matrimonio della cugina, fa i conti con un evento inaspettato, ossia la sparizione di Rossella, la quale porta con sé tanti segreti.

Durante l’incontro Olga Campofreda ha dialogato con la scrittrice Lorena Spampinato, che ha sottolineato come già a partire dal titolo del romanzo, oltre che all’interno del testo, sia presente un riferimento a Simone de Beauvoir e al suo Memorie d’una ragazza perbene.

L'autrice di "Ragazze perbene" Olga Campofreda insieme con la scrittrice Lorena Spampinato

L'autrice di "Ragazze perbene" Olga Campofreda insieme con la scrittrice Lorena Spampinato

Grazie ad una conversazione a margine dell'incontro pubblico, l'autrice Olga Campofreda ha messo in luce alcuni aspetti interessanti del volume.

Come nasce l’idea del libro?

«È una domanda semplicissima e complicatissima al tempo stesso. Io da sempre sono stata molto affascinata dai romanzi di formazione, sia come lettrice che come ricercatrice. Mi sono appassionata allo studio critico di tali testi concentrandomi in particolare sulla rappresentazione della giovinezza. Quando si parla di ‘rappresentazione della giovinezza’ negli anni della società di massa, della società di consumi, entrano in gioco elementi come la cultura pop, la musica, la televisione», ha spiegato Olga Campofreda.

«A partire dagli anni Ottanta in poi la musica è diventata anche qualcosa da ‘vedere’ e non solo da ascoltare, per cui mi interessava capire come tutte le canzoni, soprattutto d’amore, che avevamo ‘visto’ e avevamo sentito alla televisione, avevano influito sul modo in cui noi siamo cresciuti. E per questo, quando si apre Ragazze perbene, la prima frase che si legge è “sono nata per renderti felice”; un’espressione, presa in prestito da Britney Spears, che mi sembra quasi rafforzare l’idea che viene insegnata a tutte le ragazze perbene in questo romanzo: prendersi sempre cura prima degli altri e solo dopo, forse, di sé stesse», ha riferito l’autrice.

Chi sono le "ragazze perbene"?

«‘Perbene’ è una parola che io ho utilizzato per indicare questo confluire di cultura, classe sociale, retaggio cattolico e anche una certa vita ben strutturata, scandita dalle tappe di un cammino che prevede che tali ragazze siano già piccole donne in miniatura, che non abbiano mai dei momenti di libertà, di estro totale, perché devono essere sempre tenute sotto controllo, così come devono esserlo il desiderio, il piacere; elementi, questi, di cui non si fa mai parola. Il desiderio, come una sorta di clinamen latino, invita a una ribellione rispetto a una strada che è stata predisposta, quindi le ragazze perbene sono coloro che seguono questo percorso senza mai metterlo in discussione», ha precisato l’autrice.

Olga Campofreda

Olga Campofreda

Ci sono stati dei romanzi a cui si è ispirata per la stesura del Suo libro?

«Sicuramente ha avuto una grandissima influenza su di me la lettura di un libro di Alba De Céspedes, ossia Dalla parte di lei. Anche La donna gelata di Annie Ernaux è stata un’ispirazione fortissima. E Pier Vittorio Tondelli, con Camere separate», ha dichiarato la scrittrice.

Clara, la protagonista del romanzo, ritorna da Londra a Caserta, al ‘nido familiare’. Al suo rientro pensa di trovare qualcosa di diverso nel mondo in cui è cresciuta o è rassegnata all’idea che tale mondo non può cambiare?

«Credo che Clara abbia rifiutato il suo luogo d’origine. Quando torna lo fa con riluttanza e per un’occasione (il matrimonio della cugina), non per un desiderio spontaneo di ripercorrere certi luoghi. Quindi, secondo me, i luoghi non cambiano; cambiano piuttosto le persone e il modo di rapportarsi a essi. Dato che Ragazze perbene un romanzo di formazione, la crescita di Clara sta proprio nello sguardo diverso con cui fa ritorno nella sua città», ha sottolineato Olga Campofreda.

Rossella, la cugina di Clara, segue una strada differente: rimane a Caserta ma, prima di sposarsi, fugge. Cosa indica questa fuga?

«Attraverso la fuga, Rossella è come se venisse a contatto con la parte più profonda di sé stessa», ha aggiunto.

Ci sono degli aspetti che Clara e Rossella vorrebbero avere l’una dell’altra? Si possono individuare delle somiglianze tra le due protagoniste?

«Ovviamente Clara vorrebbe essere una ragazza bella, apprezzata, amata quanto lo è Rossella; Rossella vorrebbe essere sfrontata, libera, quanto Clara. La verità è che io ho regalato parti di me a entrambe. Più che avere aspetti in comune, loro si compenetrano e si compensano», ha evidenziato l’autrice.

La copertina del libro ha un significato particolare?

‹‹Sì. È stata una scelta difficile, ma quella che è stata pubblicata come immagine di copertina mi è sembrata perfetta perché esprime malinconia, un non svelarsi mai del tutto che allude anche a vite segrete e a desideri non espressi», ha raccontato la scrittrice.

La copertina di "Ragazze perbene"

La copertina di "Ragazze perbene"

Le piacerebbe se venisse proposta una versione televisiva o teatrale del romanzo?

«Mi piacerebbe moltissimo. Il mio sogno più grande sarebbe realizzare una miniserie di due stagioni: una sviluppata dal punto di vista di Rossella e l’altra da quello di Clara», ha detto senza nascondere un pizzico di emozione.

Il romanzo è stato candidato al Premio Strega 2023: cosa ha provato quando ha saputo la notizia?

«Sono caduta dalla sedia, letteralmente – ha raccontato sorridendo –. Non ci potevo credere ed è stato meraviglioso, anche perché quando ero adolescente, durante gli anni del liceo, andavamo spesso a seguire la presentazione della dozzina. Io non sono entrata in dozzina però sicuramente gravitare intorno a un contesto del genere è stato meraviglioso».

Ha già in mente altri romanzi?

«Sì. Adesso è uscito un piccolo saggio per Einaudi, Camerette, che è in parte collegato a Ragazze perbene e anche al prossimo libro che scriverò, basato sulla sparizione di un personaggio», ha aggiunto Campofreda.

L’autrice è riuscita a coinvolgere i lettori e le lettrici, mostrando attraverso il suo romanzo come ci si possa sentire intrappolati nella propria storia oppure, al contrario, come questa possa divenire un rifugio a partire dal quale cercare nuove vie da percorrere.