Galactica, un viaggio sensoriale

All’orto botanico di Le stanze in Fiore, nell'ambito del Catania Off Fringe Festival, è andata in scena la performance musicale ispirata dai suoni dell’Universo riprodotti con strumenti ancestrali e elettronici, tra immagini di esplosioni galattiche e vibrazioni di corpi celesti

Chiara Fichera

Con la rigenerante armonia della campana tibetana suonata in mezzo al pubblico ha preso il via Galactica, la performance musicale ispirata al meraviglioso e affascinante mondo planetario con i suoni dell’Universo riprodotti con strumenti ancestrali e elettronici, tra immagini di esplosioni galattiche e vibrazioni di corpi celesti.

Un progetto di Alfio Sciacca (musicista, eco-performer ed esperto in discipline orientali) e di Isabella Libra (docente e pianista) con, sul palco, il maestro Giovanni Caruso (docente di percussioni) che, nella splendida cornice dell’orto botanico di Le stanze in Fiore (in via Pietro dell’Ova a Catania), ha affascinato i numerosi presenti.

La performance, infatti, è stata inserita – dal 26 al 29 ottobre - nell’ambito del ricco cartellone di eventi della seconda edizione del Catania Off Fringe Festival, una manifestazione dedicata alle arti performative a tutti i livelli.

«Un evento, rito, cerimonia», l’ha definito in apertura della performance, il musicista Alfio Sciacca.

«Il progetto è nato da alcuni musicisti, tra cui docenti del Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania. Le fondamenta di questo progetto si basano sull’osservazione dei suoni che vengono dallo spazio», ha aggiunto il musicista.

«Tutto ha un suono, qualsiasi oggetto ha un suono e quindi anche una nota musicale. Sapete, la Nasa rilascia molte registrazioni dei suoni dei pianeti più vicini a noi, oltre che dei suoni che arrivano da miliardi di anni luce – ha spiegato –. Dopo il Big Bang, si dice che l’Universo ha 13 miliardi e 800 milioni di anni luce. Immaginate che con l’ultimo telescopio James Webb ci sono arrivate delle onde radio da 8 miliardi di anni luce. Straordinario immaginare queste onde che arrivano dopo tutto questo tempo».

Un momento della performance "Galactica"

Un momento della performance "Galactica"

E sono le onde, il suono nella sua essenza più assoluta, le protagoniste del progetto.

«Ci sono delle onde che ci arrivano e sono delle onde catalogabili in hertz e anche il nostro cervello emette delle onde a seconda degli stati di emozione che abbiamo. Noi quindi emettiamo delle onde ma le riceviamo a nostra volta ed è qua che nasce il progetto», ha proseguito il musicista Alfio Sciacca, autore e regista dello spettacolo insieme con Isabella Libra.

«Ci sono diversi tipi di onda. Ad esempio, le onde beta ci conducono durante la vita quotidiana, dalle telefonate alla guida in macchina, con questi picchi alti e bassi. Poi ci sono le onde alfa che abbassano leggermente questa ondulazione e man mano che questi picchi si abbassano abbiamo la possibilità di entrare dentro noi stessi e creare un effetto calmante e benefico», ha spiegato l’eco-performer Alfio Sciacca.

L’effetto calmante sui nostri cervelli è dato dal fatto che anziché avere una partitura molto stretta con numerose note in uno spazio molto breve, ce ne sono di meno e «a seconda del livello, e quindi l’ampiezza dell’onda, abbiamo questi effetti benefici se chiaramente noi siamo in grado di recepirli».

Un’esperienza di coinvolgimento sensoriale che vede un percorso fatto di diversi momenti.

Un momento della performance "Galactica"

Un momento della performance "Galactica"

La prima fase è quella della decontaminazione «con suoni che servono a disciplinare e rilassare perché ognuno viene da esperienze di rumore diverse, ad esempio quella stradale», ha spiegato l’artista.

«Poi si cominciano a produrre suoni estatici in modo che ci si abitua ad entrare in questa nuova atmosfera e in questa nuova dimensione», ha aggiunto.

E ad un certo punto anche dei picchi che «noi paragoniamo alle esplosioni delle supernova, dei bang, in questo caso riprodotti con il suono dei tamburi», ha tenuto a precisare. È qui che lo spettatore è invitato a muoversi per dare il giusto sfogo alle onde che arrivano dalle percussioni.

L’ultima parte è quella rilassante in cui «ci si avvicina a queste onde molto lunghe, molto lente», ha concluso il musicista Alfio Sciacca.

Nel progetto anche la cimatica ha un suo ruolo. Si tratta di una teoria dello studioso svizzero Hans Jenny, che tenta di dimostrare un effetto morfogenetico delle onde sonore. È così che i suoni diventano anche immagini e proiezioni che scorrono sullo sfondo del palco durante la performance.

Un’esperienza immersiva per lo spettatore o, meglio, ascoltatore, perché «è un evento che può essere anche vissuto ad occhi chiusi», ha evidenziato il musicista Alfio Sciacca che nel concludere il suo racconto precisa che «è così che si percepiscono meglio queste onde e quindi avere la possibilità di assorbirle e tramutarle in effetto benefico».

Un momento della performance "Galactica"

Un momento della performance "Galactica"