Gli squali, antichi predatori del mare

Un appello alla comprensione e al rispetto dei “signori” dei mari. A lanciarlo è Raffaele Gattelli, zoologo ed esperto di crostacei decapodi dell'Università di Bologna, intervenuto al Museo di Zoologia

Alfio Russo
Un momento dell'incontro
Stelle marine esposte durante l'incontro
Raffaele Gattelli e Francesco Tiralongo

Sensibilizzare il pubblico sulla delicata situazione degli squali e sulla necessità di comprenderne il ruolo cruciale negli ecosistemi marini. È stato incentrato su questo tema l’intervento di Raffaele Gattelli, zoologo ed esperto di crostacei decapodi dell'Università di Bologna, in occasione dell’incontro, dal titolo Antichi predatori del mare: gli squali, nell’ambito della rassegna Un tè al Museo di Zoologia.

Un evento che si è svolto nell’aula “Guglielmo Longo” della sezione di Biologia animale dell’Università di Catania, in via Androne, e che ha richiamato numerosi docenti, studenti e appassionati della tematica. Ad aprire l’incontro sono stati Fabio Massimo Viglianisi, responsabile delle attività didattiche del Muzoo, e il docente e ittiologo Francesco Tiralongo dell’ateneo catanese.

Nel loro intervento introduttivo, Viglianisi e Tiralongo hanno presentato il prof. Raffaele Gattelli, illustrando agli studenti l’importante opportunità di conoscerne il lavoro e la sua expertise in modo approfondito.

«In un mondo sempre più sensibile all'importanza della conservazione ambientale, infatti, c'è una categoria di creature marine che continua a subire un grave torto, spesso a causa di pregiudizi radicati e di una mancanza di comprensione: gli squali – ha spiegato il prof. Francesco Tiralongo in apertura -. Questi predatori marini, da sempre al vertice delle reti alimentari marine, svolgono un ruolo cruciale nel controllo delle popolazioni ittiche, predando spesso individui vecchi e malati».

Un momento dell'incontro nell'aula Guglielmo Longo

Un momento dell'incontro nell'aula Guglielmo Longo

«Tuttavia, nonostante la loro importanza ecologica, gli squali sono vittime di una demonizzazione mediatica che li dipinge come spietati predatori dell'uomo – ha aggiunto -. A differenza di creature come delfini o tartarughe marine, gli squali faticano a suscitare empatia nelle persone, forse anche a causa del fatto di essere pesci, evolutivamente ben lontani dai mammiferi quali siamo».

«L'evoluzione ha plasmato queste creature in modo impeccabile, rendendole predatori perfetti che hanno resistito immutate per milioni di anni – ha continuato nel suo intervento il docente dell’ateneo catanese -. Meritano, pertanto, quanto meno, rispetto e considerazione».

«Purtroppo, le minacce a cui gli squali sono oggi sottoposti sono molteplici – ha detto in chiusura l’ittiologo etneo -. Il finning, una pratica cruenta per ottenere le pregiate pinne di squalo per la zuppa, le catture accidentali e le moderne tecniche di pesca stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di queste creature che la natura ha plasmato in centinaia di milioni di anni di evoluzione, assegnando loro un ruolo preciso ed essenziale negli ecosistemi marini globali».

Nel corso del suo intervento il prof. Raffaele Gattelli, zoologo ed esperto di crostacei decapodi dell'Università di Bologna, ha sollevato l'allarme sottolineando come «in tutto il mondo gli squali stiano affrontando una crescente minaccia di estinzione, con oltre il 50% delle specie nel Mediterraneo in forte declino».

Un momento dell'intervento del prof. Raffaele Gattelli

Un momento dell'intervento del prof. Raffaele Gattelli

«L'estinzione degli squali avrebbe conseguenze catastrofiche per gli ecosistemi marini – ha aggiunto -. Cosa accadrà quando l'uomo avrà sterminato questi predatori marini? La risposta è incerta, ma è certo che il danno sarà grande, poiché nessun altro animale marino può sostituire il ruolo cruciale degli squali nel mantenimento dell'equilibrio degli ecosistemi».

«L'uomo, l'unico animale in grado di modificare la biologia di tutti gli ecosistemi del pianeta, deve riflettere sulle conseguenze delle sue azioni – ha proseguito -. La biodiversità, plasmata dalla natura in centinaia di milioni di anni, è un tesoro irripetibile. Ogni specie persa è una perdita irreparabile, e nulla esiste per caso».

«Uno dei difetti più gravi dell'uomo è la sua tendenza a pensare solo al presente, ignorando le conseguenze future delle sue azioni – ha sostenuto nel suo intervento -. Comportamenti autodistruttivi, come la distruzione degli habitat e l'eliminazione della biodiversità, sono manifestazioni di questa mancanza di lungimiranza».

In chiusura il prof. Raffaele Gattelli ha lanciato un appello a tutti i presenti, un richiamo alla responsabilità di tutti noi. «È urgente abbandonare pregiudizi e paure infondate verso gli squali, e invece impegnarsi per la loro protezione e conservazione – ha detto -. Solo attraverso una comprensione approfondita e un rispetto per tutte le creature marine possiamo sperare di preservare l'equilibrio delicato degli oceani e garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta».